Il Rosa Nudo
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“Anche gli omosessuali sono vittime dimenticate del regime nazista. Quanti siano stati condannati e internati nei lager non è noto , sia per la distruzione di parte degli archivi, sia perché molti di loro come altre categorie di perseguitati dai nazisti, sono stati catturati dalla Gestapo e fatti sparire in base al decreto Nacht und Nebel (Notte e Nebbia) emanato da Hitler il 7 dicembre 1941, con lo scopo di eliminare i “soggetti pericolosi per il Reich”, senza lasciare traccia.”
(Giorgio Giannini in Vittime Dimenticate)
Insieme a Ebrei, Rom, Sinti, Jenisch, Slavi, testimoni di Geova, dissidenti politici, disabili e malati mentali, il regime nazista tedesco, arrestò tra il 1933 e il 1944, migliaia di omosessuali. Internati nei campi di concentramento,un triangolo rosa cucito sulla divisa all’altezza del petto distingueva gli uomini dagli altri internati mentre nel caso delle donne era un triangolo nero a dichiarare la loro omosessualità.
Dell’Omocausto, come è stato definito, si è però iniziato a parlare solo dagli anni ’80.
Per parlare di diritti civili, delle differenze (di genere, razza, religione, cultura) come ricchezza, così come avviene in natura, ci ritroveremo venerdì 29 gennaio dalle ore 18.00 presso il Centro Creativo Casentino.
Su proposta dell’Associazione Gattapelata, in collaborazione con il Centro Creativo Casentino, abbiamo organizzato la proiezione de “Il Rosa Nudo”.Sarà presente Giovanni Coda, autore di questo documentario sperimentale che affronta il tema della deportazione e della persecuzione omosessuale nel periodo nazista.
IL ROSA NUDO, Italia 2013, 70′ di Giovanni Coda.
Tra le milioni di vittime colpite dalla follia nazista nel periodo della seconda guerra mondiale il francese Pierre Seel, fu imprigionato nel campo di concentramento di Schirmeck perché omosessuale. Qui assisterà all’atroce morte del suo compagno. Sopravvissuto a questa esperienza terrificante, fatta di torture e umiliazioni, Seel, dopo la fine del conflitto, si sposa e diventa padre, cercando di vivere una vita normale. Nel 1982, stanco degli attacchi omofobi del Vescovo di Strasburgo è il primo a denunciare, con un coming out clamoroso, le terribili vicende che lo hanno accomunato a migliaia di altri omosessuali, marchiati con il triangolo rosa. Il Rosa Nudo prende spunto dalla sua autobiografia “Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel”, scritta insieme a Jean Le Bitoux, uno dei più importanti attivisti per i diritti LGBT in Francia e in Europa, in cui racconta in maniera teatrale ed evocativa l’Olocausto, soffermandosi anche sulle teorie scientifiche per la cura dell’omosessualità di Carl Peter Veernet, che hanno aperto la strada alle persecuzioni naziste.
Dalle ore 18 presentazione e visione del film. A seguire incontro con il regista.
Ingresso libero.
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