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Sparisce da oggi il Corpo forestale dello Stato che, nato nel 1822, si è occupato della difesa del patrimonio agro-forestale italiano, della tutela ambientale, della sicurezza della filiera agroalimentare e del controllo del territorio, in particolare delle aree rurali e montane.
Riformando la Pubblica Amministrazione, il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il decreto legislativo sulla razionalizzazione delle Forze di Polizia che ha come conseguenza l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri. I settemila addetti del Corpo forestale italiano riceveranno quindi i gradi corrispondenti dentro l’Arma.
“Ci auguriamo – commenta il direttore di Legambiente Stefano Ciafani – che questo cambiamento sia sfruttato nel modo più utile per realizzare finalmente un Corpo di Polizia specializzato nel contrasto delle illegalità ambientali. Le enormi competenze del Corpo Forestale insieme a quelle dei Carabinieri debbono essere valorizzate per avviare una nuova stagione di lotta contro tutte le forme di criminalità ai danni dell’ambiente e della collettività, avvalendosi anche degli strumenti offerti dalla nuova legge sugli ecoreati”.
“E’ stata fatta la scelta più difficile e contraddittoria”, scrive il WWF, che avrebbe preferito un altro epilogo per il futuro del Corpo Forestale. “La legge delega consentiva al Governo la possibilità di una riforma radicale della Forestale senza necessariamente un accorpamento ad altre forze della Polizia. Questa ipotesi, di gran lunga la più ragionevole ed efficace per le esigenze del nostro paese, non è stata presa in considerazione. Il Governo ha invece predisposto una norma che accorpa il Corpo ad altre forze di Polizia, cioè di fatto, lo smembra.
E’ vero che la gran parte dei forestali dovrebbero andare ai Carabinieri, ma è altrettanto vero che una parte di competenza andrà alla Guardia di Finanza e che il passaggio ai Carabinieri sarà solo su base volontaria. Il Governo ha dunque rinunciato alla scelta, anche in questo caso la più logica ed efficace, ovvero, un accorpamento specialistico alla Polizia di Stato che, non essendo un corpo militare, avrebbe permesso il passaggio in blocco di tutto il Corpo Forestale”.
Pur ribadendo la massima stima nei confronti dell’Arma dei Carabinieri il WWF ritiene che in questo caso la scelta di militarizzare delle funzioni di controllo e prevenzione ambientale, oltre a quelle di gestione delle Riserve dello Stato, di tutela della biodiversità ed educazione ambientale, avrebbero trovato altrove una più naturale collocazione.
Fortemente critica verso la norma predisposta dal Governo è la posizione della Cgil. “Più che di razionalizzazione delle funzioni – afferma Gianna Fracassi, segretaria confederale della Cgil – si dovrebbe parlare di pessima razionalizzazione delle libertà personali: l’assorbimento dei lavoratori del Corpo forestale dello Stato all’interno dell’Arma dei carabinieri, con conseguente trasformazione del loro status da ‘civile’ a ‘militare’ senza alcuna libertà di scelta, è un fatto gravissimo, che si aggiunge alla decisione sbagliata di cancellare una forza di polizia specializzata nella prevenzione e repressione delle violazioni dell’ambiente”.
Contro il provvedimento si è espresso anche Stefano Zannol, segretario regionale della Sapaf (Sindacato autonomo polizia ambientale forestale): “L’unica certezza è che il Governo vuole accorparci ai Carabinieri, militarizzando un corpo che è sempre stato civile”.
Il rischio, secondo Zannol, è “un’oggettiva soppressione dei servizi. Una parte di noi andrà a fare attività di polizia generica, altri si occuperanno di polizia ambientale e agroalimentare, ma le nostre funzioni sono anche di prevenzione e repressione dei reati contro gli animali e di tutela delle aree protette”.
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