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Che rapporti avete con il Pil? Lo trovate affascinante o insopportabile? Siete affezionati alla decrescita felice? Lottate contro il consumismo dilagante? Oppure siete un brand addicted che si sente realizzato solo dopo alcune ore in un centro commerciale? Comunque la pensiate, c’è una categoria di persone per le quali il Pil è una cosa molto seria, anche se probabilmente se glielo chiedeste non saprebbero dirvi che cos’è: i poveri. I poveri veri, quelli che le statistiche fotografano come “poveri estremi”.
Siccome la statistica è una questione di definizioni, da qualche parte una linea bisogna pure tracciarla e l’Onu nei suoi Millennium Goals ha misurato l’andamento della povertà estrema nel mondo nel lungo periodo. Allora, che è successo negli ultimi 25 anni tra globalizzazione, crisi finanziarie, guerre, e un mucchio di altri fenomeni finanziari e reali che tutti ricordiamo?
Siete in una rubrica di buone notizie, quindi la risposta può essere una sola. Però forse non tutti si aspetteranno che sia così buona. Nel 1990 era “estremamente povero” il 47% della popolazione mondiale: quasi metà degli abitanti del pianeta. Una folla. Nel 2015 questa percentuale è crollata al 14%. Qualcuno potrà dire: va bene, ma nel frattempo la popolazione è aumentata. Non è che restino ancora un mucchio di poveri? In valore assoluto, nel 1990 c’erano 1,926 miliardi di poveri estremi. Nel 2015 erano “solo” 836 milioni. Meno della metà nonostante l’aumento esplosivo della popolazione mondiale in un quarto di secolo.
Ecco allora che il pensiero di fine anno potrebbe essere questo: si può pensare quello che si vuole sulle dinamiche della crescita economica mondiale nell’ultimo quarto di secolo. Che sia stata ineguale, che abbia creato dei super-ricchi, che ci sia troppo benessere (un’affermazione che nessun povero estremo condividerebbe), che la pressione sulle risorse naturali sia eccessiva, o qualunque altra opinione. Ma bisogna anche riconoscere che in un solo quarto di secolo nel nostro pianeta si è passati da una condizione in cui metà degli abitanti era povero estremo, in una nella quale solo uno su sette lo è ancora. Una simile fuga dalla povertà non si è mai manifestata nella storia umana conosciuta. Se non è una buona notizia questa… Per saperne di più, leggete il notevole saggio “La grande fuga” del premio Nobel Angus Deaton.
Auguri e buona lettura!
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