27 Nov 2015

Verso l'estinzione delle specie? L'anteprima mondiale di “Racing Extinction”

Scritto da: Tamara Mastroiaco

Il 2 dicembre in anteprima mondiale e in contemporanea alla Cop21 di Parigi andrà in onda “Racing Extinction”, diretto dal regista premio Oscar Louie Psihoyos. Il documentario denuncia unisce attivisti ed esperti in una gara appassionata per proteggere dall’estinzione le specie in pericolo. Il regista e il suo team hanno indagato sul traffico illegale di specie in pericolo, attraverso missioni rischiose e anonimato. Una parte importante del documentario è anche dedicata alla stretta relazione tra le emissioni di carbonio e l'estinzione delle specie.

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Mercoledì 2 dicembre 2015, Discovery Channel trasmetterà il film documentario “Racing Extinction” in contemporanea mondiale (220 paesi), con la speranza di raggiungere e sensibilizzare più di un miliardo di telespettatori in 24 ore. La data della messa in onda non è casuale ma cade a ridosso della XXI Conferenza delle Parti (Cop21) che si terrà a Parigi dal 30 novembre al 11 dicembre 2015, dove 190 paesi si riuniranno per discutere del cambiamento climatico e arginare i disastri naturali provocati dall’aumento delle temperature nell’atmosfera e negli oceani.

 

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“Racing Extinction” è firmato da Louie Psihoyos, premio Oscar per The Cove, documentario realizzato per denunciare la mattanza dei delfini nella baia di Taiji; oltre ad aver infastidito il governo giapponese e suscitato un enorme imbarazzo tra la popolazione con la rivelazione della crudeltà di questa operazione, il film ha vinto numerosi festival tra i quali il Sundance Festival e il Blue Ocean Film Festival come Best Feature Documentary, e, soprattutto, ha smosso le coscienze di tantissime persone, facendo calare le uccisioni dei cetacei da 23.000 a 6.000 esemplari.

 

Documentari come “The Cove” o “Blackfish”, di Gabriela Cowperthwaite, attraverso l’esplorazione della straordinaria vita dei cetacei, ci hanno fatto capire quanto questi animali siano comunicativi e intelligenti, con portentose capacità imitative ma non solo.

 

L’obiettivo era quello di mostrare la vera natura dei parchi acquatici e, soprattutto, denunciare l’industria dell’intrattenimento. I film documentari possono essere un mezzo molto potente per il cambiamento sociale e possono “uccidere” come nessun altro mezzo. “Black Fish”, ad esempio, denunciando i maltrattamenti ai danni delle orche, sta affossando SeaWorld, una catena statunitense di parchi marini e giardini zoologici, che ha visto una perdita dell’84% dei suoi profitti. “Quello che voglio è scatenare l’emozione, sono convinto che i film possono essere l’arma più potente, la migliore arma di costruzione di massa” dice il regista Louie Psihoyos, che torna in scena in gran forma con la stessa squadra di “The Cove” per l’eco-thriller Racing Extinction.

 

 

Il film documentario impegnativo, ambizioso e innovativo (è stato realizzato in cinque anni), ha lo scopo di analizzare la perdità della biodiversità, il suo effetto sull’umanità e le soluzioni da prendere in considerazione per un futuro più sostenibile. Il regista e il suo gruppo di lavoro formato da artisti, attivisti e scienziati hanno messo in piedi una vasta operazione in incognito per portare alla luce il traffico di specie in pericolo, infiltrandosi nei mercati neri più pericolosi al mondo, tra Indonesia, Argentina, Thailandia, Cina, Hong Kong e Tonga. Con l’ausilio di telecamere nascoste, infiltrati locali, strumenti high-tech, il documentario svela immagini inedite che cambieranno l’ottica comune di vedere il mondo.

 

Il film affronta diverse tematiche e, in particolare, le seguenti: la stretta relazione tra eccessive emissioni di carbonio e acidificazione degli oceani, che mette in pericolo la sopravvivenza di diverse specie marine, e il commercio internazionale si specie selvatiche, alimentato spesso anche dalla produzione di medicinali fasulli che, nella migliore delle ipotesi, non servono a nulla, a scapito di creature che sono sopravvissute su questo pianeta per milioni di anni. “L’umanità sta spazzando via le specie più velocemente di quanto gli scienziati abbiano la capacità di registrare gli animali in via di estinzione. Abbiamo bisogno di veri eroi per salvare il mondo reale e “Racing Extinction” osa risvegliare l’eroe che è in noi”, commenta il regista.

 

Foto di Ethan Johnson (Oceanic Preservation Society)

Foto di Ethan Johnson (Oceanic Preservation Society)

 

Gli scienziati stimano che l’impronta umana sul pianeta possa causare la perdita di metà delle specie del mondo entro la fine del secolo, affermando che stiamo entrando in una nuova fase di estinzione, la sesta; da una ricerca effettuata da tre atenei statunitensi, Stanford, Princeton e Berkeley, è emerso che i vertebrati stanno scomparendo ad un ritmo che è 114 volte maggiore rispetto alla norma.

 

La nostra epoca è chiamata “Age of Man” perché l’uomo è l’unico responsabile del catastrofico cambiamento climatico, della mutazione dell’ambiente naturale e dell’estinzione di numerose specie animali. Siamo gli unici che possiamo fermare il cambiamento e rendere il nostro mondo un posto migliore. Per questa ragione, parallelamente al film è stata lanciata la campagna #StartWith1Thing, dove tutti sono chiamati all’azione. I piccoli cambiamenti che decideremo di apportare nella nostra vita quotidiana avranno un enorme impatto sul pianeta.

 

Esplosione di Metano (Foto Oceanic Preservation Society)

Esplosione di Metano (Foto Oceanic Preservation Society)

 

Cominciamo a cambiare il nostro stile di vita partendo almeno da una cosa: prendiamo i mezzi pubblici, la bicicletta o riscopriamo le nostre gambe tutte le volte che possiamo, elimiamo i prodotti di origine animale dalle nostre tavole, tanto per fare degli esempi, e, se abbiamo Sky, apriamo le porte delle nostra casa per dare a tutti, conoscenti, amici, parenti e familiari, la possibilità di guardare “Racing Extinction”. In Italia sarà trasmesso il 2 dicembre alle ore 21:00 su Discovery Channel, canale 401/402 di Sky.

 

 

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