20 Nov 2015

Moda etica: ecco i brand che amano gli animali

Scritto da: Tamara Mastroiaco

L’iniziativa Animal Free nasce per far conoscere tutte quelle realtà che si impegnano a utilizzare quei prodotti alternativi alle materie prime animali, proponendo una moda etica, moderna, rispettosa degli animali, dell’ambiente e della salute dei consumatori.

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81cee850-3a40-46dd-bfff-e84ce32b3daeSi può avere uno stile moderno, elegante, glamour e allo stesso tempo etico? Certamente sì. La LAV con il progetto Animal Free Fashion ci indirizza verso i brand che non utilizzano più pellicce, piume, pelle, seta e lana ma materiali innovativi rispettosi verso gli animali, l’ambiente e la salute umana.

 

Sebbene la moda autunno-inverno 2015 presentata nelle scorse sfilate abbia rivelato come tendenza un ritorno alle pellicce per la stagione fredda, soprattutto i capispalla furry, che da qualche inverno sembrano essere un must have, paradossalmente, cresce il numero dei consumatori consapevoli e responsabili che chiedono, invece, una moda 100% Animal Free. Dal Rapporto Italia 2015 dell’Eurispes, infatti, emerge che “gli italiani si schierano contro l’attività legata alla produzione di pellicce prodotte con l’utilizzo di animali (90,7)”.

Le grandi case di moda, e soprattutto gli stilisti, dovrebbero, dunque, adeguarsi al volere dei consumatori, come stanno già facendo numerose aziende che hanno aderito al progetto Animal Free Fashion, lanciato dalla Lega Antivivisezione (LAV). L’iniziativa internazionale mira a difendere tutti gli animali sfruttati nell’industria dell’abbigliamento, non solo quelli destinati alla produzione delle pellicce ma anche tutti quegli animali “spogliati” dalla moda per ricavarne piume, pelle, seta e lana per abiti e accessori, quest’ultimi, spesso, creati anche con scarti di macellazione (ossa e corna) o avorio e madreperla. Esistono valide alternative vegetali e sintetiche alle materie prime di origine animale.

 

L’industria della moda, fortunatamente, avvalendosi di nuove tecnologie, si aggiorna, lanciando ogni anno materiali innovativi e a bassissimo impatto ambientale. L’iniziativa Animal Free nasce per far conoscere tutte quelle realtà che si impegnano a utilizzare quei prodotti alternativi alle materie prime animali, proponendo una moda etica, moderna, rispettosa degli animali, dell’ambiente e della salute dei consumatori. E’ oramai noto che la produzione delle pellicce, oltre a uccidere centinaia di milioni di animali, ha un notevole impatto ambientale e dei rischi per la salute umana non indifferenti.

 

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“Produrre 1 kg di pelliccia di visone causa un impatto ambientale maggiore rispetto alla stessa quantità di materiali alternativi come il cotone o le fibre sintetiche: acrilico e poliestere. Sono necessarie 11,4 pelli di visone per produrre 1 kg di pelliccia, quindi più di 11 animali e considerato che un singolo visone necessita di circa 50 kg di cibo durante la sua breve vita, occorrono ben 563 kg di cibo per la produzione di 1 kg di pelliccia” commenta la LAV. Così come è dimostrato che alcune sostanze chimiche tossiche e cancerogene (Formaldeide, Pentaclorofenolo, Idrocarburi Policiclici Aromatici, ecc.), utilizzate nella fase di lavorazione delle pellicce, possono essere presenti in forma residua nel prodotto finito.

 

Come “difendersi” e scegliere i brand etici? Per permettere al consumatore di riconoscere con facilità quali siano le politiche commerciali delle aziende aderenti al progetto, è stato istituito il “Rating AFF”, “il sistema di valutazione etico dei marchi basato sul non utilizzo di materiali di origine animale. Rinunciando all’uso di pelliccia, piume, seta, pelle e lana, l’azienda raggiunge la corrispondente valutazione: V, VV, VVV, VVV+. Possono ambire all’utilizzo del marchio Animal Free per singoli prodotti o linee di prodotto solo le aziende che hanno raggiunto almeno il livello V.

 

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Diversi brand sono già stati valutati e inseriti nella lista: Asos, Zalando, COS, Zarache e Elisabetta Franchi già, la quale, oltre ad aver “rinunciato” alle pellicce e alla lana d’angora, ha eliminato anche le piume d’oca. Sono inseriti nella lista anche le realtà imprenditoriali cruelty-free dalla nascita, come per esempio ODD, azienda italiana che ha eliminato la pelle sostituendola con un materiale sostenibile derivante dal legno. L’adesione al progetto, la valutazione dei rating e l’uso del marchio Animal Free sono gratuiti e le aziende interessate possono contattare direttamente l’associazione alla mail animalfree@lav.it   

 

 

 

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