Io faccio così #98 – Officine Frida: design e moda sostenibile dagli scarti
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Basilicata - “La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza”. Così scriveva di Matera Giovan Battista Pacichelli, nel 1703.
In questa città esoterica, dove un filo sottile ma tenace lega preistoria e modernità, si trovano le Officine Frida, che del passato vorrebbero farne tesoro per il futuro.
Officine Frida nasce come associazione culturale dall’incontro di sei soci, è un laboratorio di moda sostenibile e design che realizza abbigliamento e accessori da materiale di recupero proveniente da privati, da scarti di lavorazione di aziende locali, campionari, banner pubblicitari, scampoli e rimanenze di ogni tipo di tessuto. Il nome è un omaggio alla pittrice messicana Frida Kahlo, simbolo di creatività e icona di un’immagine femminile fortemente determinata, capace allo stesso tempo di innovare e di difendere con orgoglio le proprie radici.
“L’idea era quella di partire dalla sostenibilità, sia relativa alle materie che utilizziamo per il nostro lavoro, sia relativa alla sostenibilità economica per chi si rivolge a noi: non dovendo acquistare le materie prime, abbattiamo il costo finale delle nostre produzioni” ci spiega Mariella Basile, co-fondatrice di Officine Frida. “Quello che deve creare la relazione tra noi e chi si rivolge a noi è sul cosa fare, sul come lo si fa e soprattutto su quali principi si parte per farlo”.
I soci di Officine Frida provengono da diverse realtà (teatro, arte, economia solidale per citarne alcune) ed hanno fatto di questa diversità una ricchezza: Officine Frida è aperta a proposte esterne, chi ha voglia di creare spazi laboratoriali ed eventi all’interno è libero di proporre perché “è il vero spirito di Officine Frida: è un luogo che si fonda sullo scambio. E questo ci sta procurando delle esperienze bellissime, ci mette in contatto diretto con il territorio”.
I materiali utilizzati per le creazioni da Officine Frida vengono infatti regalati da fabbriche della zona, da amici tappezzieri fino alla gente comune, che porta nello spazio oggetti e tessuti che non vengono più usati in casa. “Sono scarti, ma è già qualcosa. E da lì nascono comunque relazioni!”.
Ci spiega Mariella che Matera “ci sta insegnando, in questi ultimi anni, un sud diverso che si apre molto all’esterno, che accoglie. Siamo partiti con il passaparola da amici e persone a noi più intime, con il tempo sono poi venute sempre più persone a portarci tessuti e materiali: la bellezza è stata scoprire la quantità e la qualità delle cose che escono dalle case delle persone!”.
Officine Frida si pone dunque come uno spazio dove lo scarto diventa il mezzo per rivalutare il senso della relazione e dello stare in società, un luogo dove il destino apparentemente scontato di un materiale (divenire rifiuto) si trasforma completamente, fino a divenire l’esatto contrario: ricchezza, sogno per una nuova e originale attività lavorativa, mezzo per creare relazioni e inclusione sociale, la base per una nuova Italia che Cambia.
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