L’associazione Antiche Sementi del Casentino si presenta
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Sabato 21 novembre presso il municipio di Bibbiena è stata presentata una nuova realtà associativa che riunisce cittadini casentinesi ed imprenditori agricoli locali con l’intento di recuperare e valorizzare le colture locali, in particolare quelle cereali e quelle “scomparse”.
Per Gabriele Conticini, presidente dell’Associazione Antiche Sementi del Casentino, “solo con prodotti di elevata qualità si può garantire sia un concreto miglioramento delle condizione di salute dei consumatori sia la sopravvivenza delle aziende locali e quindi il tema della salvaguardia delle risorse genetiche autoctone è condizione essenziale per la tutela della biodiversità in agricoltura”. A supporto di tale tesi ha richiamato l’attenzione sul fatto che ad esempio “la celiachia è in esponenziale aumento (quintuplicata negli ultimi 25 anni)”.
Partendo dalla costatazione che fino alla metà del secolo scorso tutta la Valle presentava coltivazioni cerealicole di diverse varietà, sicuramente idonee al tipo di clima e di terreno e che a distanza di qualche decennio le zone coltivate si sono drasticamente ridotte e le sementi utilizzate, si sono omologate a quelle usate per le coltivazioni estensive, Conticini ha notato come lo studio sui cereali – seppur effettuato in ambito regionale – non sviluppi una analisi di dettaglio sul Casentino.
Da qui l’esigenza di creare un’associazione che diventi un interlocutore per il territorio e che possa contribuire, in sinergia con altri soggetti, a promuovere e valorizzare i cereali già coltivati in Casentino, a salvaguardare le modalità di produzione e confezionamento di tali produzioni redigendo un apposito disciplinare che impegni i produttori a valorizzare i prodotti alimentari che si basano sull’uso di queste materie prime, a organizzare occasioni di incontro e formazione aperti a quanti desiderano approfondire sia gli aspetti legati alla produzione sia quelli inerenti al consumo. Attività queste in perfetta sintonia anche con l’articolato quadro legislativo in materia.
Durante la presentazione è stato proposto alle istituzioni di collaborare per realizzare uno studio su quali delle sementi censite negli appositi repertori regionali si confacciano con il territorio casentinese o da esso provengano e di studiare modalità per incentivare le aziende agricole del territorio che attuano coltivazioni sperimentali con tali sementi. Particolare attenzione è stata data anche al patrimonio di conoscenza dei “vecchi coltivatori”, un patrimonio da non disperdere, da tutelare, magari attraverso una sorta di censimento locale.
Parlando poi del contributo che possono offrire i produttori, li ha invitati a realizzare progetti di filiera integrati che possano anche ricevere il sostegno finanziario pubblico, a favorire la filiera corta impegnandosi, ove possibile, nella vendita diretta e ad aderire a meccanismi di controllo volontario che garantiscano il consumatore dal commercio sia di prodotti non effettivamente coltivati in Casentino sia di quelli trasformati che non riportano in etichetta l’esatta composizione/provenienza degli ingredienti utilizzati.
L’Associazione vuole anche dare servizi diretti ai cittadini, dare supporto a chiunque voglia divenire un consumatore consapevole è fondamentale e può essere fatto dando vita ad una rete utile a reperire materiale, attrezzi e conoscenze legate all’utilizzo di antiche sementi, attivando un osservatorio informale diffuso sul territorio che consenta di monitorare la corretta distribuzione di questi prodotti e promuovendo, anche attraverso borse di studio e premi, la ricerca su questi temi, in particolare tra i giovani.
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