9 Set 2015

Ricerca e conservazione di antiche cultivar nel Parco Nazionale

Scritto da: Daniela Bartolini

Attivata una borsa di studio per la ricerca e conservazione dei semi delle antiche cultivar locali. Un progetto a cui tutti possono contribuire.

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A dicembre dello scorso anno il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna aveva aperto il bando per una nuova borsa di studio per la Ricerca e conservazione di antiche cultivar nel Parco dedicata al naturalista forlivese “Pietro Zangheri”. Un uomo che ha declinato l’amore per la sua terra attraverso “i numeri della scienza e le parole dell’esploratore” e che fu tra i primi a capire l’importanza ecologia degli ambienti dell’Appennino tosco-romagnolo e l’esigenza di proteggerli attraverso l’istituzione di una grande area protetta.

Il Parco è attivo già da molti anni nel censimento delle antiche varietà da frutto ancora presenti nel suo territorio e ne ha promosso negli anni la diffusione presso le aziende agricole tramite appositi bandi e con la collaborazione delle strutture vivaistiche del territorio (Vivaio di Cerreta presso Camaldoli, Vivaio di Rincine, Vivaio Castellaro presso S. Sofia).

Con questa nuova borsa di studio, vinta dal fiorentino Stefano Braccini, si intende avviare la ricerca, in collaborazione con l’Università di Pavia nella persona del professor Graziano Rossi, di antiche cultivar agricole locali (denominate landraces) e intervistare i loro coltivatori, raccogliendone le testimonianze.
Il lavoro sarà orientato in particolare alIa ricerca di progenitori selvatici di piante coltivate, che in genere sono diffusamente raccolti ed utilizzati dalle popolazioni locali e quindi importanti anche per la storia e la memoria dei popoli del Parco.

Questi semi di specie rare e minacciate saranno poi conservati presso la Lombardy Seed Bank, una struttura coordinata dall’Università di Pavia con la quale il Parco Nazionale ha in attivo una convenzione, o in altre che operano a livello internazionale, come la banca norvegese delle Isole Svalbard (SvalbardGlobal Seed Vault). Qui i semi saranno sottoposti ad un processo di disidratazione e congelamento e potranno essere conservati per un periodo anche superiore ai 200 anni. Tutto questo per garantire la custodia di un patrimonio genetico che purtroppo sta andando progressivamente a perdersi, insidiato dalle moderne cultivar selezionate per la loro produttività, ma allo stesso tempo meno gustose, meno nutrienti e spesso più sensibili agli attacchi dei parassiti ed agli stress ambientali.

Il parco intende anche stimolare la reintroduzione di queste antiche cultivar, come l’antica varietà di mais recentemente scoperta, nell’agricoltura locale per creare una nuova economia produttiva.

L’attività di ricerca proseguirà per tutto il 2015 e tutti possono contribuire allo sviluppo di questo progetto.
Chiunque coltivi all’interno del Parco, o nelle sue vicinanze, antiche varietà di cereali, frutta ed ortaggi o abbia semplicemente informazioni utili in merito, può inviare una segnalazione all’Ente Parco, ai seguenti contatti: ufficiopromozione@parcoforestecasentinesi.it

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