Io faccio così #89 – Morellato Energia: rifiutare un lavoro per motivi etici fa aumentare i fatturati
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Toscana - La storia professionale di Valerio Morellato affonda le sue radici in quella di sua padre, che ha creato e gestito l’azienda di famiglia fin dal lontano 1965. Oggi la “Morellato Energia” si occupa di installazione di pannelli fotovoltaici in Toscana ma l’attenzione all’innovazione e all’ambiente ha accompagnato da sempre le scelte aziendali. “Basti pensare che i primi pannelli solari sono stati proposti nel 1985” ricorda Valerio, il Morellato junior che allora aveva solo cinque anni e oggi è a capo della ditta.
Fin dai tempi degli studi al liceo Valerio oltre a dimostrare interesse per il concetto di sostenibilità, ha sentito la necessità di compiere delle scelte coerenti con i suoi valori all’interno di un settore della propria vita che occupa, per questioni di tempo, la maggior parte della nostra vita: il lavoro. “Mi sono reso conto da subito che il benessere raggiunto dalla nostra società è stato basato sul depauperamento delle risorse del pianeta”, racconta, “e per invertire la rotta ho sentito la necessità di essere io per primo un cittadino sostenibile”.
Se il profitto muove il mondo e per fare profitto serve il consumatore, considera il giovane leader della Morellato Energia, chi ha il potere di arginare è il consumatore stesso. Quindi tu in prima persona. Per questo la sua laurea in ingegneria l’ha messa al servizio di un progetto di costruzione di un’intera società sostenibile. Dal 2004 ha cominciato a lavorare nell’azienda del padre e nel 2011 ne è diventato pienamente responsabile riconvertendola alle esigenze dei suoi obiettivi nonostante fosse già guidata dai suoi stessi principi. “Dalle caldaie ai condizionatori, lo scopo del nostro lavoro è quello di permettere ai nostri clienti di risparmiare energia”, spiega.
Valerio Morellato si distingue sul territorio in cui opera, la provincia di Pisa, per l’etica dei suoi affari. Racconta di come tempo fa, la sua azienda abbia rinunciato ad una committenza economicamente molto importante perché a seguito di ricerche più approfondite aveva scoperto che si trattava di un’azienda che partecipava alla costruzione di missili. Valerio non se l’è sentita di contribuire al business della guerra e ha rinunciato a un grosso guadagno. Lo ha fatto senza mai pentirsi di questa scelta nonostante la crisi del settore dell’energia rinnovabile.
Il settore ha subito negli ultimi anni un forte calo a causa di politiche negligenti che dopo il boom iniziale hanno sfavorito la produzione, tagliando quasi completamente gli incentivi in maniera indiscriminata. Valerio individua l’inizio delle difficoltà dopo l’approvazione nel 2010 del cosiddetto “Decreto Salva Alcoa” che aveva il suo interno un comma sulle rinnovabili che distribuiva generosi incentivi anche ad aziende che non ne avevano alcun bisogno e, probabilmente, non lo meritavano. “Già tre mesi dopo, nel 2011” – spiega – “si sono accorti che avevano elargito troppi soldi e hanno cominciato a tagliare, tagliare, tagliare”.
Valerio, protagonista di oggi, è una figura attiva nel campo del cambiamento a tutto tondo e frequenta da anni il Distretto di Economia Solidale più vicino a casa sua. Qui ha imparato che purtroppo un bene materiale può essere distinto da un altro bene materiale solo per come si presenta e non per il processo di produzione che c’è dietro. All’Organizzazione Mondiale del Commercio non importa che un prodotto abbia lasciato dietro di sé devastazione o prati fioriti, di conseguenza non si può fare una legge che penalizzi un’azienda per come ha ricavato e fornito energia.
Valerio denuncia come questo paradosso stia portando gravi danni nel settore della produzione del gas. Da quando sono stati scoperti i nuovi giacimenti in Canada e Alaska, le multinazionali americane hanno moltiplicato la produzione di questa risorsa ricorrendo alla pratica del “fracking” (fratturazione idraulica) causando gravissimi danni ambientali e, oltretutto, sottraendo moltissimo terreno alle aziende che lo ricavano in maniera sostenibile.
Nonostante le difficoltà Valerio non rimpiange nulla delle sue scelte né di quelle dell’azienda di famiglia, sa che per raggiungere l’obiettivo di una società sostenibile c’è bisogno di più persone consapevoli che agiscono insieme e in maniera coerente.
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