Educazione ambientale: in Sardegna si comincia da bambini
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Si sa che da bambini si fa meno fatica a capire e imparare, senza i filtri dei preconcetti accumulati nel tempo le cose ci giungono con più chiarezza e in profondità.
Avvantaggiandosi di questo semplice fatto naturale l’artista ed educatrice Alessandra Angeli da più di dieci anni accompagna i bambini in un percorso di sensibilizzazione, educazione ambientale e creazione artistica.
Tornata alla sua amata Sardegna e al mare che tanto le mancava dopo anni di permanenza e studio in Emilia Romagna, gli ultimi dei quali passati a lavorare nelle note scuole dell’infanzia di Reggio Emilia, Alessandra si trovò come tanti qualificati giovani italiani alle prese con il dilemma di come vivere della propria arte e senza compromettere i propri principi.
Una serie di coincidenze e la capacità di districare la realtà dell’ambiente circostante portarono Alessandra a sviluppare una serie di iniziative per bambini che nel corso dell’ultimo decennio sono risultate in laboratori, mostre ed eventi interattivi nei quali i bambini si sensibilizzano sui problemi ambientali, e in particolare quelli collegati al mare, e traducono la loro comprensione in quadri o sculture, realizzati prevalentemente con plastiche e microplastiche raccolte sui litorali nel nord della Sardegna. Le attività con i bambini non solo sono efficaci dal punto di vista formativo e per il futuro di tutti, ma spesso hanno un effetto collaterale di sensibilizzazione dei genitori con conseguenze positive a lungo termine.
I concetti di base che sottendono le varie iniziative sviluppate da Alessandra sono l’esplorazione dell’ambiente, la raccolta di rifiuti marini (prevalentemente plastiche), e il riutilizzo di questi per la creazione di elaborati artistici che raccontano una storia. Questi elementi sono fertili per la mente di un bambino e nell’appropriarsene per esprimersi in forma artistica la comprensione del danno che incuria e indifferenza causano all’ambiente nel quale viviamo prende un significato più tangibile e profondo, più di quanto una dotta presentazione potrebbe ottenere.
Quello che era inizialmente il modo esplorativo di un’artista innamorata del mare, che usava i rifiuti che lo deturpano per creare i propri lavori, si è evoluto quindi in questa serie di attività legate al tema dell’educazione ambientale, che in modo leggero e spontaneo portano i bambini ad osservare e capire i fondamenti dell’ecologia e tradurli in lavori che comunicano e diffondono questa comprensione.
La Carovana Blu Mare .. i linguaggi dell’arte al servizio dell’ambiente, la Mostra Arte in Gioco, i laboratori Storie di Mare, il percorso didattico Lo zoo della Fantasia, il progetto di educazione ambientale Radice Edu sono alcuni dei modelli che Alessandra ha sviluppato e gestito per scuole e amministrazioni locali nel nord della Sardegna, lasciando una traccia tangibile nei bambini che vi hanno partecipato oltre ad idee e strumenti didattici agli insegnanti e operatori coinvolti.
Nelle parole dell’artista «l’arte non può prescindere dal luogo che la ospita, né dall’epoca storica in cui la si produce, per questo tornata a vivere in Sardegna ho creato dei percorsi d’arte che inevitabilmente finivano per parlare anche di territorio, da un punto di vista culturale ed ambientale. In particolare il progetto di intrecci e tessitura ispirato all’artista Maria Lai (TeLai Spartiti 2005) e il percorso “Lo zoo della Fantasia”, nato negli anni 90 come mio progetto artistico denominato “Disperatonsky”, sono stati condivisi con i bambini a partire dal 2008 all’interno dei laboratori di manualità nelle scuole della Provincia Olbia Tempio, presso Parchi e Aree Marine. Grazie alla collaborazione con Area Marina Protetta di Tavolara e Parco Fluviale del Padrongianus hanno preso il via progetti maggiormente mirati all’educazione ambientale e alla sostenibilità, per conoscere l’ambiente e creare uno sviluppo sostenibile del territorio».
Questo che pare un passo minuto nel percorso di sensibilizzazione ed educazione ambientale è in effetti qualcosa di essenziale che dovrebbe divenire prassi educativa diffusa. I bambini sono particolarmente sensibili e capaci di afferrare in breve tempo le correlazioni tra il nostro agire e il suo effetto su ciò che ci circonda, essi possono fornire esempi positivi e far pressione sugli adulti.
Il mare è un patrimonio universale, e per l’Italia un elemento fondamentale di paesaggio, cultura ed economia. Lo scempio delle coste e acque italiane causato da decenni di ignoranza e incuria è visibile e difficilmente reversibile, quindi iniziative come i laboratori ambientali creativi di Alessandra forniscono un esempio da imitare e diffondere nelle scuole italiane, per creare una futura generazione di cittadini coscienti e sensibilizzati.
L’aumento impressionante di produzione di rifiuti dovuto al consumo di massa e al crescente uso di packaging passa inosservato ai più, eppure è un fattore di rilevanza enorme per l’inquinamento ambientale e in particolare marino. La gestione dei rifiuti ha un impatto crescente sulle finanze delle amministrazioni locali, le isole di spazzatura che si sono formate negli oceani sono ormai di dimensioni colossali, il nostro stesso Mediterraneo raccoglie quantità enormi di rifiuti difficili da rimuovere e pressochè indistruttibili, pesci e uccelli muoiono soffocati dalla plastica che ingeriscono accidentalmente. L’inquinamento dei mari è meno visibile di quello delle città, poiché lontano dagli occhi, ma i mari coprono la maggior parte del pianeta, tutti dovrebbero essere coscienti del fatto che soffocarli avrà delle conseguenze catastrofiche.
L’attitudine sempre più diffusa all’incosciente “usa e getta” è ormai parte integrante del comportamento di una troppo larga parte della popolazione, che dimostra una preoccupante incapacità di collegare l’azione quotidiana alle sue conseguenze a lungo termine, e questi laboratori di educazione ambientale forniscono un mezzo semplice ma importante per aiutare i bambini a toccare con mano la realtà, a evidenziare la relazione diretta tra consumo e impatto ambientale. Sembrerebbe una cosa ovvia ed essenziale che dovrebbe essere parte del curriculum educativo di ogni scuola elementare, eppure siamo ancora lontani dal fare di questi concetti un soggetto essenziale dell’educazione dell’individuo. Quindi ben vengano le attività di questo genere, sarebbe auspicabile che il loro modello venisse replicato ampiamente.
Laboratori recenti
http://www.serr2014.it/?post_type=azioni&p=1208
http://www.infeagallura.it/Community/Notizie/ArchivioNotizie/2015/Letscleanup2015.html
http://www.infeagallura.it/Community/Notizie/ArchivioNotizie/2015/StorieDiMare.html
Contatti:
Per chi volesse avere un’idea della quanità di pattume che galleggia sugli oceani trova qui una serie di immagini che parlano da sole:
Alcuni links rilevanti per sapere di più sulle principali isole galleggianti di pattume negli oceani:
http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2014/07/17/news/mappa_estensione_plastica_oceani-2216804/
http://www.disinformazione.it/mare_di_plastica.htm
http://www.theoceancleanup.com/?gclid=CNboidmEhscCFQQXwwod6X4F3g
http://ecowatch.com/2014/04/21/5-gyres-plastic-trash-pollutes-oceans/
http://education.nationalgeographic.com/encyclopedia/great-pacific-garbage-patch/
Video:
http://video.nationalgeographic.com/video/141204-gyre-video-complete
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