24 Lug 2015

La raccolta delle briciole, i soldini trasformati in cibo per i cani

Scritto da: Tamara Mastroiaco

Avete presente quelle “inutili” monetine che consideriamo ”ingombranti” nei nostri portafogli? Ecco, i centesimi di rame (da uno a cinque) […]

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bricioleAvete presente quelle “inutili” monetine che consideriamo ”ingombranti” nei nostri portafogli? Ecco, i centesimi di rame (da uno a cinque) sono le briciole, che per noi adulti, spesso, sono “insignificanti” mentre per Carlo (12 anni) e Giovanna (9 anni) sono preziosissimi. I due bambini di Angri, in provincia di Salerno, hanno ideato un progetto semplice quanto geniale, chiamato “La Raccolta delle briciole”; gli spiccioli che raccolgono servono per aiutare gli animali abbandonati nei canili. Anche se in questi giorni sono impegnati al Giffoni Film Festival, in quanto Giovanna è tra i giurati, sono riuscita a intervistarli, sotto la supervisione dei genitori, per raccontarvi la loro irresistibile avventura, iniziata un anno e mezzo fa, che sta contagiando tutta l’Italia.

 

L’idea di aiutare i canili è nata tempo prima. Nella loro casa ci sono sempre stati cani. Quando Carlo è nato c’era già Briciola, una trovatella, poi è arrivata Blacky, cucciola abbandonata insieme ai fratelli, e infine Mirka, una cagnolina raccolta dalla strada. Crescere insieme agli animali ha sicuramente aiutato questi bambini a sviluppare sentimenti empatici verso i cani. . La prima esperienza in canile di Carlo e Giovanna è avvenuta proprio con l’adozione di Blacky, ospite presso il canile di Pagani (SA), ma erano davvero troppo piccoli (rispettivamente 6 e 3 anni) per capire cosa fosse realmente quel luogo.

Due anni fa, la famiglia ha deciso di fare un giro per i canili della zona per adottare un altro cane. Dopo una visita è seguito un lungo silenzio in macchina, rotto da una domanda: “Mamma come possiamo aiutare quel canile?” Elsa rispose semplicemente: “Comprando il cibo per gli animali”. Carlo e Giovanna, arrivati a casa, presero i loro risparmi (13 euro), altrimenti destinati ai gelati o alle patatine, e dissero: “Ecco mamma, quando consegniamo?”

 

A gennaio 2014, è stata fatta così la prima consegna di crocchette a Amelia, una storica volontaria del canile di Pagani. Dopo aver attaccato tutti i risparmi, i due bambini hanno cominciato a chiedere aiuto ad amici e parenti, e dopo i conoscenti, si sono rivolti agli esercizi commerciali di zona; entrando in punta di piedi, hanno donato ai proprietari dei negozi un barattolo, necessariamente riciclato, chiedendo loro di raccogliere le monetine di rame per aiutare gli animali. I genitori, inizialmente, pensavano che si trattasse di un’iniziativa temporanea, ma, quando hanno visto che dalla prima consegna non si sono più fermati, hanno deciso, a marzo di quest’anno, di fondare un’associazione, insieme a un carissimo amico di famiglia, Francesco, per dare ufficialità al progetto.

 

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A cosa servono le ”briciole” che raccolgono? A comprare il cibo umido, le crocchette, le bombole del gas per cucinare, i detersivi per l’igiene, gli antiparassitari per canili o colonie di gatti, per le spese veterinarie, le sterilizzazioni e gli stalli. Di norma, prima di acquistare o consegnare qualcosa, Carlo e Giovanna chiedono sempre ai volontari cosa gli occorre. Oltre alle briciole, si impegnano nella raccolta di coperte e panni, per tenere al caldo gli animali rinchiusi nei canili con la speranza che possano superare le lunghe e fredde giornate invernali. La richiesta del materiale da portare nei punti di raccolta, avviene con un post su facebook o passando parola; ci pensano, in seguito, loro a consegnarlo alle strutture che ne fanno richiesta.

 

Giovanna e Carlo, a livello locale, nell’ambiente del volontariato, sono molto conosciuti e, come arrivano le richieste da parte di un attività o di un singolo, Giovanna disegna il salvabriciole (il barattolo per contenere i soldini) da fornire al richiedente. Alla raccolta fondi può partecipare chiunque, l’importante è raccogliere solo i centesimi di rame, senza “intrusi” come mi racconta (gli intrusi sarebbero dai 10 centesimi in sù). Non spediscono i salvabriciole, ognuno di noi può prepararne uno. “Sarebbe bello che si creasse una raccolta delle “briciole” in ogni regione, è inutile spedire i soldi a noi, costerebbe troppo, pochissimi euro possono essere molto pesanti. In tutte le città ci sono dei canili o dei gattili che hanno delle emergenze e dei volontari che si adoperano per gli animali. Non chiediamo soldi ma la condivisione di un’idea”.

 

Prendendo esempio da Giovanna e Carlo, chiunque può avviare una “raccolta delle briciole” per aiutare il canile dietro casa o il gattile più vicino; con pochissimi soldi si può davvero fare tanto. Se ciò dovesse accadere, sarebbe carino informarli, inviargli fotografie per condividere con loro l’iniziativa. In fondo, tutto è partito da questi due piccoli bambini, dai quali possiamo davvero imparare tanto.

 

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Come stanno reagendo al successo mediatico? “Non lo meritiamo! Certo siamo felici di aver superato i 5000 like sulla pagina facebook ma noi lo facciamo semplicemente perché amiamo gli animali e il nostro unico progetto è quello di aiutare il maggior numero di canili e di volontari”. Secondo me non si rendono conto di aver azionato una macchina che potrebbe esaudire ciò che più desiderano, sia perché, per il momento è ancora un successo virtuale, non di contatti, sia perché conservano ancora quella purezza e quell’ingenuità tipica dei bambini.

 

Ho chiesto loro se avessero un aneddoto da raccontare. Non l’avessi mai fatto! Come un fiume in piena hanno cominciato a raccontare di tutto; l’enorme quantità di cacche raccolte il primo giorno di volontariato in canile, un cane (Leo) che ha fatto la pipì sulla gamba di Carlo, l’arrivo di alcuni cani da un canile lager, il loro sguardo, la paura anche di una carezza, lo stringersi l’uno all’altro per proteggersi da Giovanna, e l’incontro con Sid, un cane vittima dei combattimenti, usato come cavia per gli allenamenti, il silenzio mentre tornavano a casa dopo averlo incontrato e la gioia irrefrenabile della notizia della sua adozione.
Cosa vogliono fare da grandi? Carlo vuole diventare uno speaker radiofonico (anche se la mamma dice che cambia idea ogni giorno), Giovanna, invece, vuole fare la stilista. Per il momento, l’unico punto fermo è “quello di voler continuare a fare volontariato nei canili e donare coccole, coccole e ancora coccole!”

 

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Per me sono dei piccoli eroi ma guai a chiamarli così! Carlo dice che i veri eroi sono i volontari che aiutano realmente gli animali, loro due fanno semplicemente il possibile; anche Giovanna è della stessa idea, ma ha aggiunto che può essere considerato un eroe anche chi partecipa alla raccolta fondi.

Questa è stata per me l’intervista più emozionante che abbia mai fatto (non me ne vogliano tutti i precedenti intervistati). La semplicità, la sensibilità, la gentilezza traspare da ogni parola ed è impossibile non venire travolti dal loro entusiasmo. Vi ringrazio, perché ogni volta che scrivo un articolo, lo faccio con le lacrime agli occhi, ma grazie alla vostra storia, questa volta, gli occhi luccicavano per la gioia!

 

 

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