Orti didattici, sociali e urbani in Lombardia: via libera alla legge
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Milano - Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la legge che riconosce, promuove e finanzia gli orti didattici, sociali, urbani e collettivi.
Si tratta di un’iniziativa volta a sensibilizzare le persone ad un’alimentazione sana e naturale tramite la coltivazione locale di frutta e verdura da parte di cittadini interessati, o quelli con più tempo a disposizione, una fetta di popolazione che continua a crescere.
L’orto diviene così un’opportunità per imparare dalla natura la relazione fra le risorse ambientali, ed un’occasione per prendersi cura di meravigliosi meccanismi biologici viventi che restituiscono nei loro frutti ciò che hanno preso dalla terra.
Una relazione di equilibrio perfetto da cui c’è molto da imparare. Una pianta infatti restituisce nel suo frutto lo stato di salute della terra. Da un lato purifica e dall’altro nutre. Le risorse che usa per vivere, le trasforma e le restituisce grazie alla funzionalità del suo seme o frutto.
L’orto inoltre, può permettere a chi vive in aree urbane di riqualificare zone trasandate, portando colori, profumi e vita, creando un’occasione di socializzazione e sensibilizzazione per tutte le fasce di popolazione.
Nella Proposta di Legge n.130 si identificano quattro tipologie di orto: didattico, sociale, urbano, collettivo. La prima tipologia sarà ubicata nelle scuole ed avrà fini educativi; la seconda si focalizzerà nelle zone periferiche delle città in terreni considerati agricoli; l’orto urbano si concentrerà nelle aree degradate dei centri cittadini al fine di migliorare anche la qualità estetica del vicinato; infine l’orto collettivo sarà gestito da associazioni per coloro che desiderano partecipare all’iniziativa, ma non dispongono di competenze tecniche.
I progetti approvati riceveranno una copertura del 50% delle spese sostenute con dei massimali di 300 e 600 euro a seconda della tipologia di orto, per particella di 25mq coltivata e dovranno prevedere l’utilizzo di tecniche di agricoltura sostenibile con particolare attenzione ai temi del risparmio idrico, del compostaggio, nonché l’utilizzo di sostanze biologiche per la cura delle piante e del terreno.
Per accedere ai contributi regionali i proponenti devono inviare i progetti alla Direzione Generale Agricoltura via web sul sito della Regione entro il 30 novembre di ogni anno. I progetti devono riguardare la valorizzazione, la condivisione e la diffusione di conoscenze in campo alimentare e agricolo. Lo scopo è quello di favorire famiglie ed enti che intendano produrre orti o coltivazioni in contesti urbani, salvaguardando dal degrado il verde urbano.
Il progetto ha l’obiettivo di offrire la possibilità di sperimentare l’autoproduzione di frutta e ortaggi sani e nutrienti permettendo alle famiglie di risparmiare oltre il 10% sulla spesa ortofrutticola, una possibilità importante, sempre secondo il DDL, se si considera che nell’ultimo anno 7 famiglie su 10 hanno dovuto ridurre i costi per quantità e qualità del cibo.
Se la preoccupazione è quella di offrire ad un maggior numero di cittadini possibile dei prodotti sani, è bene tenere presente che tutta la pianura padana, in modo particolare il triangolo con i vertici a Milano, Bologna e Venezia, “gode” di un livello di inquinamento atmosferico di PM10, PM2,5 e O3 fra i più alti in Europa secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Soltanto la Bulgaria, la Macedonia, e l’area di confine fra Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia presentano livelli di inquinanti uguali o superiori. Coltivare ortaggi vicino a strade ad alta percorrenza quindi può non essere la soluzione più sana, rispetto a zone agricole lontane da fonti dirette di inquinamento. Meglio quindi effettuare un test sul terreno, prima di coltivarvi un orto cittadino.
Tornando al disegno di legge, l’articolo 8 prevede di stanziare un milione di euro per le spese inerenti alla progettazione e alle iniziative formative e due milioni di euro per l’acquisto di strutture, attrezzature, recinzioni. Stando alla ratio originale della legge, ovvero la sensibilizzazione delle persone ad una filiera corta e al rispetto dell’ambiente, sarebbe forse stato più coerente invertire le due cifre e destinare più fondi alle attività di progettazione biodinamiche o sinergiche e quelle di formazione anziché destinare più fondi alla costruzione di recinti.
La Regione Lombardia prevede la realizzazione di 10.000 orti che beneficerebbero di 300 euro ciascuno in media ed una sensibilizzazione per almeno 20.000 studenti sui temi legati alla cultura del cibo e alla salvaguardia dell’ambiente.
Auguri a tutti i futuri agricoltori, nella speranza che anche i sindaci e i consiglieri comunali e regionali, possano sensibilizzarsi, grazie alla partecipazione diretta agli orti cittadini, ed educarsi ad economie sostenibili, rispettose ed equilibrate nel tempo.
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