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Questa settimana, l’organizzazione Free From Harms che si occupa degli animali considerati da “reddito”, ha pubblicato un video in cui vediamo come vengono smaltite le teste delle mucche da latte. Negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in Europa i sottoprodotti di origine animale, quali corpi interi (o parti) di animali o prodotti di origine animale, compresi ovuli, embrioni, tonsille, occhi, cranio, cervello, ecc. non devono entrare nella catena alimentare per evitare la propagazione di malattie come l’encefalopatia spongiforme bovina, nota al grande pubblico come morbo della mucca pazza.
Tali “materie” devono essere eliminate o in diversi casi possono essere riutilizzate in numerosi settori, tra cui il settore cosmetico o farmaceutico come da Regolamento (CE) n. 1774/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 ottobre 2002, “recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano”.
Le mucche da latte vengono inviate al macello quando hanno appena tre-cinque anni (potrebbero vivere sino anche 20/25 anni), perché i loro corpi “usurati” dalle gravidanze continue – vengono ingravidate nuovamente con l’inseminazione artificiale subito dopo il parto – non producono più latte a sufficienza. Gravidanze e mungiture continue causano dolorose zoppie, infiammazioni agli zoccoli, mastiti croniche (processi infiammatori delle ghiandole mammarie).
Lo scopo dell’associazione, che ha realizzato il video dedicato allo smaltimento delle teste, non è quello di scioccare le persone, ma di far tornare a parlare di quanto il settore lattiero caseario sia intriso di violenza. Molti di noi potrebbero pensare, che le mucche da latte allevate negli allevamenti biologici abbiano una vita migliore, e che ai vitellini non sia riservato lo stesso destino dei loro simili allevati negli allevamenti intensivi. Non è così. In entrambi i casi, ci troviamo di fronte a una madre alla quale è stata negata, violata, distrutta la maternità, e a un cucciolo separato dalla propria mamma appena nato. Due esseri senzienti ai quali non è stato permesso formare una famiglia.
Le mucche soffrono quando perdono i loro i vitellini? La risposta è sì. Le mucche hanno una gamma completa di emozioni proprio come gli esseri umani. Si guardano intorno, cercano il piccolo, cominciano ad agitarsi appena realizzano di averlo perso, si arrabbiano e piangono proprio come farebbero le madri della nostra specie. I piccoli vitelli, invece, oltre a avere una grande paura per essere rimasti soli, non ricevono amore e le cure parentali di cui avrebbero bisogno; isolati in piccoli box, hanno un unico destino: essere macellati al raggiungimento dei quattro/cinque mesi. Oltre alla dolorosa separazione, le mucche adulte, prima di morire, subiscono spesso vessazioni da parte degli allevatori. Ci sono investigazioni che mostrano quanto affermo.
Nel mese di giugno dello scorso anno, l’associazione Mercy for Animals ha diffuso un video nel quale abbiamo visto ogni sorta di maltrattamento, abuso, tortura alle mucche da latte allevate nel più grande allevamento del Canada. Nel 2012, Striscia la Notizia ha dedicato un servizio al vergognoso fenomeno delle vacche a terra; abbiamo visto operatori violare la legge, commettere abusi che in Italia costituiscono violazione del codice penale, in base alle norme vigenti.
Ne sa qualcosa l’allevatore-trasportatore che è stato condannato dalla Corte di Cassazione, il 14 luglio 2015, per il reato di maltrattamento. L’uomo, nel 2008, davanti al macello di Inalca di Ospedaletto Lodigiano, aveva massacrato una mucca da latte ferita e non deambulante, percuotendola e trascinandola per farla scendere dal camion. La mucca fu sottoposta a eutanasia perché era in fin di vita, in una pozza di sangue.
La Cassazione, nel confermare la condanna per maltrattamento, ha rinviato alla Corte di Appello di Milano, la verifica della sussistenza dell’aggravante della morte: “siamo fiduciosi che questa nuova pronuncia non potrà che confermare la gravità del reato. Si tratta del secondo caso in un solo mese in cui la Corte di Cassazione conferma una condanna per i maltrattamenti inflitti ad animali durante il trasporto verso il macello: una pronuncia destinata a fare giurisprudenza. Esprimiamo soddisfazione per la decisione dei Supremi Giudici, nella parte in cui conferma l’orientamento già emerso nell’analogo caso della mucca Doris. Con questa nuova pronuncia, infatti, la Cassazione ha ribadito, senza alcun dubbio, che trascinare una mucca “da latte”, o qualsiasi altro animale, seppure destinato alla macellazione, costituisce un reato e che simili prassi devono essere perseguite come dei veri e propri delitti” dichiara la Lega Antivivisezione (LAV).
Nel caso della mucca Doris, la Corte di Cassazione, il 25 giugno 2015, ha confermato la sentenza nei confronti dei sei imputati (trasportatori e addetti alle pulizie), condannati per maltrattamento, poiché avevano inflitto sevizie a una mucca non in grado di camminare. Le immagini, realizzate durante l’investigazione e diffuse in rete con un video dalle associazioni Animal’s Angels e LAV, sono rimaste impresse nelle menti di tantissime persone, che reagirono con rabbia. “Oggi quell’indignazione ha avuto una risposta forte: comportamenti che la zootecnia industriale intensiva chiamava ‘pratiche zootecniche’ sono stati confermati a tutti gli effetti delitti puniti dal codice penale”, conclude Roberto Bennati, vicepresidente LAV.
Le persone, spesso, mi chiedono perché da vegetariana sono diventata vegana, vedendo questa mia ultima scelta come una forma di estremismo. Se siete onnivori o ancora vegetariani, vi invito a guardare i video di questo articolo. Sono immagini forti, adatte a un pubblico adulto, ma servono a far capire che consumare latte e derivati non è poi così diverso dal consumare carne!
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