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Utilizzata ed apprezzata fin dal neolitico per le sue eccezionali e svariate proprietà, a seguito delle politiche proibizioniste degli Stati Uniti d’America del 1937, poi estese a quasi tutti i governi internazionali, come dato di fatto, si è ottenuta una drastica diminuzione dei mille usi industriali e terapeutici della canapa, con il risultato di aver favorito la diffusione dell’unico uso ricreativo, appannaggio della criminalità organizzata.
Persino la Direzione Nazionale Antimafia ha recentemente ammesso il totale fallimento dell’azione repressiva, auspicando un intervento di depenalizzazione del reato, tuttora vigente, collegato all’uso di questa pianta per scopi ricreativi.
Sembra aver risposto prontamente l’interguppo parlamentare guidato da Benedetto della Vedova (GM) e sottoscritto negli scorsi giorni da 218 parlamentari con una proposta di legge per la legalizzazione e regolamentazione della cannabis, che costituisce un compendio tra i disegni già avanzati lo scorso anno da esponenti del PD e del M5S.
“Quando quattro mesi fa, con altri novanta parlamentari, abbiamo dato vita all’intergruppo – ricorda il pentastellato Cotti – mai mi sarei aspettato di raggiungere il traguardo di ben 218 senatori e deputati, dal Pd al M5S, da Sel al gruppo Misto, sottoscrittori della nostra proposta di legge. Abbiamo realizzato un evento storico, finalmente si è preso coscienza che continuare a vietare l’utilizzo della cannabis è una scelta non solo anacronistica ma che non porta alcun vantaggio, come del resto hanno ben dimostrato tantissime esperienze internazionali, negli Usa e in Uruguay, dove sono passati a un sistema di piena regolamentazione legale della produzione, vendita e consumo della cannabis a uso cosiddetto ricreativo. Così in altri Stati, anche europei, stanno sperimentando strategie più o meno esplicite di depenalizzazione“.
Fare un disegno di legge con tutti i crismi dopotutto era diventato a dir poco doveroso, dopo che l’anno scorso persino la Corte Costituzionale ha dichiarato l’ultima legge in materia, la nota Fini-Giovanardi, incostituzionale. Una legge che equiparando le droghe pesanti a quelle leggere ha contribuito ad aumentare esponenzialmente la piaga del sovraffollamento nelle carceri italiane, anche solo con la detenzione di semplici consumatori di cannabis ad uso personale.
I maggiorenni, si legge nel ddl, “potranno detenere una modica quantità per uso ricreativo: 15 grammi a casa, 5 fuori casa. Divieto assoluto per i minorenni; sarà possibile coltivare a casa fino a 5 piante e detenere il prodotto da esse ottenuto” previa comunicazione all’agenzia dei monopoli, ma è vietata la vendita del raccolto. Concessa la vendita al dettaglio, che dovrà avvenire “in negozi dedicati, forniti di licenza dei Monopoli”, ma no all’importazione e all’esportazione; via libera all’autocoltivazione per fini terapeutici, con “modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci” semplificate. Rimane in vigore il divieto di fumo nei luoghi pubblici (parchi compresi) e quello di guida “in stato di alterazione con le relative sanzioni previste dal codice stradale”.
E mentre ci avviciniamo persino alla caduta dell’ultimo tabù per quanto riguarda la canapa ed i suoi scopi ricreativi e terapeutici, i tempi sembrano essere maturi anche per la diffusione dei mille e più usi di questa pianta prodigiosa anche in Italia, dove in anni recenti si è assistito al graduale ritorno della coltivazione della cannabis per i suoi innumerevoli usi industriali per cui, è bene ricordarlo, nei primi decenni del secolo scorso l’Italia era il secondo produttore al mondo, dopo la Russia.
A sedici anni dalla ufficiale reintroduzione della canapa da fibra in Italia infatti, sono ormai più di 1000 gli ettari di terra coltivati con canapa da fusto, che la fanno nuovamente tornare in auge (seppur non ancora come ai vecchi tempi) come protagonista della green economy nel Belpaese.
La canapa infatti presenta delle incredibili potenzialità in materia di sviluppo sostenibile per la sua capacità di catturare l’anidride carbonica dall’atmosfera (4 volte tanto rispetto agli alberi), rigenerare terreni, necessitare pochissima acqua, adattarsi anche a terreni aridi e paludosi, non produrre sostanze di scarto, e non necessitare di alcun erbicida o insetticida, per citarne solo alcune.
Questo meraviglioso vegetale, da lunghissimo tempo proibito in quasi tutto il mondo per la sua forzata assimilazione esclusiva ad un uso ricreativo, è in grado in realtà di produrre semi per uso alimentare ad elevatissimo potere nutrizionale, carta altamente ecologica, materiali per la bioedilizia, bioplastiche resistenti e sostenibili, biocombustibili e può essere usata con successo in campo tessile e cosmetico; dulcis in fundo le sue notevoli e comprovate proprietà in campo medico contro tumori e sclerosi mutipla…ma la lista potrebbe continuare a lungo.
Per avere un’idea più precisa dei mille usi della canapa in Italia, vi ricordo che continua l’avventuroso viaggio de “La Carovana della Canapa”, di cui l’Italia che Cambia è partner, che toccherà varie destinazioni simbolo della rinascita della canapa in Italia in tutte le regioni italiane.
A noi dell’Italia che Cambia non ci resta che dire: bentornata canapa, la pianta stupefacente (per tante eccellenti ragioni e… solo in ultimo, quelle ricreative! Permettetemi il gioco di parole!
Per maggiori approfondimenti sull’argomento:
http://goo.gl/L0OFd5
https://it.wikipedia.org/wiki/Cannabis
www.assocanapa.org
http://www.usidellacanapa.it/canapa/risorsa.php
http://goo.gl/mLUktX
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