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Biella - E’ mattino presto, c’è un gran bel Sole. E’ la prima giornata tipicamente estiva dall’inizio del viaggio. Direzione Roppolo. Dopo una veloce colazione nel centro di Biella prendiamo la statale verso il sud della città. Nel percorso passiamo davanti la casa della zia di Edoardo che gentilmente ci offre dell’aranciata e dei dolcini. Ci viene il dubbio se alla fine di questo viaggio saremo più magri o più grossi. Prima di partire eravamo certi della prima possibilità, ora grazie all’accoglienza delle persone mista alla nostra golosità tale ipotesi inizia a vacillare.
Davanti il municipio di Roppolo c’è Alberto che ci stava attendendo. In men che non si dica carica la due bici sul suo piccolo furgoncino in quanto dove abita non saremmo stati in grado di arrivarci a casa sua, in particolare con il triciclo. Fin dal viaggio in mini-van alla Cascina Salomone ci narra con orgoglio delle sue attività. Prima era un riparatore di computer, poi è divenuto apicoltore.
Dice che la decrescita del suo reddito quando ancora riparava apparecchiature elettroniche è stata la sua fortuna, gli ha permesso di divenire produttore di miele, e vivere così nella campagna e nella natura incontaminata. Ci narra subito alcune assurdità del mondo legato agli apicoltori. Che tu produca un chilogrammo di miele o cento quintali le multe possibili per inadempienze tecniche o igieniche sono le stesse.
A Biella faranno il marchio dei mieli Biellesi, con regimi ancora più stringenti di quello italiano. E’ difficile stargli dietro: si vede che ha passione in quel che fa e vorrebbe trasmetterci tutto il suo sapere nel tempo che abbiamo a disposizione. Capiamo che l’inquinamento e il cambiamento climatico in atto stanno influenzando anche il mondo dell’apicoltura: anni fa il quantitativo prodotto da ogni allevatore annualmente oscillava tra i venti e i trenta quintali; ora agiscono talmente tante variabili che portano tale range tra gli otto e i quaranta quintali. Circa le proprietà curative del veleno delle api ci dice di quando un suo amico per curare il mal di schiena ha deciso di farsi pungere il sedere da un gruppo di api nel sedere.
Si avvicina ora di pranzo e la figlia Sofia ci sta preparando le pietanze. Ammette le difficoltà nel crescere una bambina in questa piccola frazione. Non si vuole talebanizzare rispetto il resto del mondo ma non sempre è semplice trovare un bilanciamento nel tessuto sociale moderno. Ad esempio, a volte gioca al computer a Farmville, quando la fattoria è proprio il luogo dove vive: fa virtualmente quello che potrebbe fare realmente. Assaggiamo un ottimo miele e ci porge le maschere da apicoltore per andare a fare visita alle api. E’ strano avere centinaia di api a un centimetro dalla tua faccia, con solo una piccola maschera a dividere il tuo volto dal loro. E’ pronto il pranzo che inizia con un brindisi di Erbaluce. Prima di salutarci Alberto ci dona un vasetto del suo miele. Olè!
Torniamo in centro a Roppolo. Il Sole permane forte ed intenso. Una ottima giornata per abbronzarsi. Giungiamo sotto casa di Ettore. Mettiamo le biciclette nel suo garage e entriamo subito nella sua casa, dove Serena e le piccole Dora e Sofia ci aspettavano.
Ci raggiungono anche Bernardo, Daniele, Barbara e la piccola Bianca. Oggi ci assisteranno nelle riprese audio-video. E’ un piacevole pomeriggio ed è entusiasmante ascoltare la storia delle altre due realtà che ci vengono presentate quest’oggi: Semi di Serra e Coltiviviamo .
Semi di Serra, è una associazione di genitori di Roppolo nata nel 2009, nel momento della crisi più nera. Si occupava, inizialmente, della gestione di un orto condiviso e del doposcuola dei bambini, esigenza ancor più marcata dopo la riduzione dell’orario delle scuole elementari imposto qualche anno fa. Era anche un modo per incentivare l’iscrizione alla scuola del paese e allo stesso tempo permetterlo in un luogo sicuro. Con il tempo si sono aggiunte varie proposte per i ragazzi: corso di falegnameria, corso di teatro e danze africane solo alcuni esempi. Era un modo per fare incontrare le famiglie. E’ divenuto un sostegno della scuola pubblica statale.
Coltiviviamo è una associazione di promozione sociale che si occupa del recupero delle terre incolte e abbandonate, generando così una micro filiera corta. E’ un modo per collaborare insieme nella comunità, facendo incontrare esigenze di produttori, proprietari terrieri, consumatori e istituzioni. Inizialmente sono stati visti con diffidenza dalla comunità, che via via è però calata. Grazie all’associazione sono stati puliti anche molti sentieri del comune di Roppolo, valorizzando così i siti storici del paese incentivando un turismo sostenibile, in collaborazione con il Movimento Lento .
Usciamo da casa ed Ettore ci mostra i vari terreni. Ci sorprende che l’accordo con i proprietari terrieri che hanno messo a disposizione i campi per l’associazione è basata su una semplice stretta di mano. E’ bello vedere che esistono ancora persone che fondano le relazioni su così semplici valori. Per lui il cambiamento è proprio uscire dalla cultura dell’individualismo e lui con la sua associazione ne è un esempio più che concreto. Per il Biellese pensa che dalla marginalità può arrivare una speranza, creando una comunità che sia autosufficiente dal punto di vista energetico che alimentare. Passiamo il pomeriggio nel parco comunale.
E’ fantastico giocare con i bambini presenti. Ci fa tornare anche noi più piccoli di loro, quando passavamo i pomeriggi tra i prati ed un pallone. E’ tempo di tornare a casa di Ettore. Dora e Sofia sono ancora piene di energia. Brindisi di Erbaluce (… forse non c’era neanche bisogno di dirlo). Ettore ci organizza un incontro il giorno seguente con il produttore del vino che stiamo amabilmente bevendo. Mangiamo coste del terreno comune di Roppolo. E’ stata un’altra piacevole serata, ed è già ora di andare a dormire. A domani!
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