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Biella - Verso le undici del mattino dovevamo essere in una piccola frazione chiamata Borgo Valle di Pralungo. Non troviamo subito la retta via, inalberandoci in salite improbe per le nostre gambe ma ancor più per il triciclo. Ritroviamo la strada giusta per la borgata. Roberto, tuttavia, sembra avere una maledizione con il trico. Oggi infatti lo guida lui e su un’altra dura asperità la catena si spezza in due. Non possiamo più continuare pedalando, quindi la portiamo a spinta sino alla frazione, dove arriviamo con due ore di ritardo rispetto a quanto accordato.
Per Francesca de LaVasaia non c’è nessun problema. Anzi, ci stupisce sin dai primi sguardi e le prime parole. Tre indizi ci dicono di essere difronte ad una persona singolare e affascinante: entrati in casa sentiamo in sottofondo le note della Traviata; ci propone subito di andare a fare un bagno nel torrente vicino a casa sua per rinfrescarci dove lei solitamente va per rilassarsi; ci dice che proprio lì ha lasciato un messaggio per i bagnanti che giornalmente affollano la zona senza rispettare l’ambiente, lasciando bottiglie di birra e pacchetti di sigarette per terra ogni giorno. Ci voleva proprio una bella rinfrescata, dopo i problemi avuti con la bicicletta, oltre la fatica per raggiungere la nostra meta.
E’ già ora di pranzo. Ci ha preparato una deliziosa pasta con le zucchine, oltre a del melone fresco ed una squisita frittata. Ci spiega perché in sottofondo avevamo la musica della Traviata: giovedì andrà a vedere al teatro Regio l’opera. Ogni anno, infatti, si concede un biglietto per un’eccellenza nei vari campi della vita e dell’arte. E’ appassionata delle persone che si dedicano con la D maiuscola a qualcosa. Per quanto le riguarda, la sua passione è la ceramica, assieme all’orto. Il cibo autoprodotto connette alla spiritualità. Nel pomeriggio andiamo a vedere il suo appezzamento di terra, prima di andare in laboratorio. Lei cosa fa?
Francesca ha conseguito un diploma di ceramista riconosciuto a livello europeo e, dopo esperienze lavorative all’estero, collaborazioni con botteghe artigiane toscane, ha iniziato la propria attività indipendente presso il laboratorio artigianale “LaVasaia”, situato a Pralungo, in provincia di Biella. Le abili mani di Francesca, creano principalmente oggetti d’uso quotidiano in cucina (barattoli, teiere, tegami e ciotole). La sua collezione comprende anche fiori, gufetti e animali da cortile da utilizzare come complementi d’arredo e delle originali lavagne da tavolo. Grazie alla passione e l’emozione che solo un oggetto realizzato a mano può avere, i suoi prodotti sono intrinsecamente unici e irripetibili, con in aggiunta l’amore di chi crede nel proprio lavoro.
Le creazioni LaVasaia uniscono la tradizione a una moderna creatività; le forme sono morbide e quasi fiabesche con rifiniture meticolose. Artigianato di passione e professionalità, sono le caratteristiche che descrivono al meglio Francesca , una donna con il dono della manualità e la voglia di dare una continuità alla storia della ceramica fatta a mano. Per la prima volta abbiamo la possibilità di provare a lavorare l’argilla per modellarla con il tornio e creare la nostra opera. E’ affascinante lavorare l’argilla, perché nonostante sia molto densa e sostanziosa, basta un niente per distruggerla nella lavorazione ed è quello che è capitato a noi nella creazione del nostro vaso.
Nel mentre ci raggiungono Veronique del gruppo Biellese in transizione e Teresio, suo marito. Ci hanno aiutato nel sistemare il triciclo e nel prendere le misure per sostituire la catena della bici distrutta. Nel mentre Veronique ci accompagna a Biella dove prendiamo la Vespa di Edoardo per raggiungere la nostra prossima meta, in attesa che Teresio (Grazie!!) finisca di aggiustare il triciclo e la sua catena.
Giungiamo sino alle Case Coda a Sagliano Micca per incontrare Andrea e Valeria di Ca’ d’Andrei . Li aspettiamo nel giardino ben curato del loro agriturismo. Andrea è un tipo schietto, lo notiamo sin dalle prime parole quando ci raggiunge. Non vi sono compromessi in lui. Così come non vi sono compromessi nella loro attività, fatta di prodotti totalmente Biologici. Si innervosisce quando nell’agriturismo alcuni clienti gli chiedono di fare per i loro figli la bistecca impanata con contorno di patatine fritte. Pensa a quel che propone e non si capacita di come possano fargli tale proposta. Per tanti motivi dice che fare una scelta etica è faticosa e devi avere gli attributi per sostenerla.
Quando ha deciso di insediarsi nella borgata, insieme alle istituzioni ha sempre combattuto per dare la possibilità a chi lavora la terra di avere una vita degna, permettendogli ad esempio di andare un giorno al cinema o una settimana all’anno al mare. Per lui è uno dei lavori più belli al mondo, pur nelle difficoltà e nella mancanza di tempo. Valeria, da poco mamma, ci porta del succo d’arancia. Andrea propone da anni di fare la Bio Valle: più produttori del territorio fanno tutti insieme produzione biologica; in questo modo si potrebbe creare tanta curiosità e riconoscenza nel lavoro degli agricoltori. Ha intenzione di proporre delle camere annesse all’agriturismo, ma che saranno senza televisione, aria condizionata e frigo, per scelta.
Ci spiega in dettaglio che cosa succede all’interno della sua attività, chiarendo subito che l’agriturismo Cà d’Andrei è prima di tutto Azienda Agricola Cà d’Andrei. Si lamenta del fatto che molti agriturismi non hanno alla base una solida azienda agricola, così come dovrebbe essere.
Nel 1996, nella cascina che oggi ospita l’agriturismo, nasce infatti l’azienda agricola, e più tardi, nel 1998, spostati gli animali nella nuova stalla, inizia l’attività di ristorazione, con l’obbiettivo di proporre ai clienti i prodotti a mt. 0 provenienti dall’attività agricola. Oggi, oltre alla tranquillità della minuscola frazione di Case Code, offre quindi piatti preparati con le proprie materie prime e con quelle del territorio biellese, seguendo e sfruttando inoltre ciò che le stagioni, il bosco e i prati offrono. A Ca’ d’Andrei si può trovare l’autenticità di chi lavora, davvero, a contatto con la natura, occupandosi, secondo i precetti del biologico, di orto e pascoli, mucche e maiali, ma soprattutto delle capre, il cui latte viene trasformato in formaggi (bollino CEE IT 01/538) nel caseificio.
Ad oggi l’azienda agricola si occupa, con metodo biologico, della coltivazione di circa 15 ettari, distribuiti tra i comuni di Sagliano, Tollegno e Bioglio: una piccola parte di questi terreni è dedicata ad orto e frutteto, mentre la restante è utilizzata a pascolo e per la produzione di circa 30.000 kg all’anno di fieno Bio con cui alimenta in inverno gli animali. L’allevamento comprende circa 50 capre da latte della razza Camosciata delle Alpi e Saanen, il cui latte viene lavorato crudo, nel caseificio costruito accanto alla stalla, e trasformato in formaggi freschi e stagionati (bollino CE 01/538). Sempre con metodo Bio alleva poi i bovini e i suini, con cui produce i salumi. A chiudere la sezione allevamento ci sono infine gli animali da cortile.
E’ necessario per Andrea che sempre più persone rincomincino ad avere un contatto con la terra, la nostra madre terra. Andiamo con Andrea a mungere le capre, domani ci sarà anche il controllo dell’ASL. Quando torniamo è ormai ora di cena e non vediamo l’ora di provare i suoi formaggi. Dopo una pasta fatta in casa ecco i caprini. Sono deliziosi. Roberto è estasiato, così come Edoardo. Sono delle piccole opere d’arte, che si sciolgono in bocca. Lui stesso ce li fa assaggiare uno alla volta, descrivendoci via via le caratteristiche delle varie tome. Che delizia!
Finito cena è il momento di riportare le capre a casa, dato che le avevamo portate precedentemente a pascolare. E’ emozionante vedere Andrea che riporta le piccole bestiole nella loro casa mentre il sole cala e Valeria con il piccolo appena nato in braccio osserva l’intera scena. Edoardo fa notare a Roberto di avere i piedi che hanno un sapore simile ai caprini di Andrea. E’ quindi giunto il momento di lavarsi ed andare a dormire. Buonanotte!
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