9 Giu 2015

Le Parole e il Silenzio: Ritorno a casa

Scritto da: Daniela Bartolini

Domenica 7 giugno nella Pieve di Romena, primo incontro "Le Parole e il Silenzio" 2015. Un ritorno a casa che parte dal silenzio e da noi stessi. Verso il cambiamento.

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C’è una musica che invita a scendere dentro, ad abbandonare la vista, a godere della bellezza da uno spazio interno e silenzioso. E’ così che ci si prepara al silenzio e all’ascolto, a ritornare a casa; è così, con l’arpa vibrante di Antonella Di Maggio che si apre una nuova stagione di “Le Parole e il Silenzio”, ciclo di incontri promossi dalla Fondazione Giuseppe ed Adele Baracchi.

Grazie a questi incontri, nel silenzio dei castelli, delle pievi, dei monasteri del Casentino si calano dal 2007 le parole di importanti testimoni del nostro tempo. E’ nel vissuto, nei pensieri, nelle intuizioni di tante voci, libere e liberanti, che il cammino prende forma e continua fino ad oggi, per offrire a ciascuno l’occasione di riflettere sui grandi temi della vita.
E’ qui che l’anno scorso ha preso vita il progetto “Casentino che Cambia”.

“Su la testa!-Il coraggio di cambiare, un futuro da inventare”, il percorso 2014, ha portato gli abitanti di questo territorio a guardarsi intorno, a conoscere le radici del futuro e chi in Casentino sostiene percorsi di cambiamento e realizza progetti in un’ottica nuova, etica e responsabile. Il percorso di quest’anno è un passo indietro, positivo, essenziale. E’ dal guardarsi dentro che parte tutto.

E’ Duccio Demetrio, direttore della Libera Accademia dell’autobiografia e fondatore dell’Accademia del silenzio, a condurre questo primo viaggio alla scoperta dei nostri mondi più intimi, invisibili.
Un’invito a riflettere sul silenzio, sull’ambivalenza di questa parola fuori dalla retorica.
C’è il silenzio del raccoglimento, dell’ascolto, c’è il silenzio che prepara all’incontro vero, all’imprevedibile, c’è il silenzio d’amore e quello del rapporto con il divino, con l’enigma, della relazione con l’invisibile, l’ineffabile, rispetto al quale la parola viene meno. Ma c’è anche il silenzio che irrita, fa paura, il silenzio che è tacere, sottrarsi dal confronto, fuga o indifferenza. Ed il silenzio di chi non ha voce, che ci parla di sopruso, mancanza di diritti fondamentali.

E’ nel nostro silenzio che possiamo sentire chi siamo, portare nel mondo l’espressione più reale di noi, agire. E’ da qui che inizia la relazione con l’altro, perché per ascoltare occorre tacere, fisicamente e interiormente. Per accogliere la parola altrui bisogna spegnere il brusio del cervello, il tumulto del cuore, la frenesia

Possiamo educarci al silenzio, leggendo, scrivendo, ascoltando la parola degli altri, interrogandoci sul nostro rapporto con esso, ammirando la bellezza. La natura ci offre un silenzio “attraversato” che aiuta l’indagine.
Silenzio, relazione con il mondo dei viventi normali (non solo gli uomini ma anche la natura in tutte le sue espressioni), scrittura, sono questi i grandi temi su cui si snoda questa riflessione.
La scrittura è un tramite prezioso tra la parola ed il silenzio. Quando riesce a rimettere ordine, ci riporta a casa. E’ pacificazione tra la parola ed il silenzio, comunica ciò che non siamo riusciti a dire, ci fa tornare indietro, nel ricordo, per proseguire in un cammino reale.

Da cosa partire se non da noi stessi?” anche i sette sentieri, i valori alla base dell’Italia e del Casentino che Cambia, partono da qui. Dalla persona, dal singolo. La consapevolezza individuale è la base del cambiamento, il punto di partenza del nostro manifestarsi ed agire nel mondo.
Ed è dal silenzio che tutto ha inizio.

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