Elettrosmog: dal Casentino verso un coordinamento regionale dei comitati
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Tredici Comitati Toscani hanno sottoscritto la lettera aperta al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, redatta dal Comitato Infanziasenzaelettrosmog, nato a febbraio con l’obiettivo di promuovere un Casentino senza elettrosmog.
Un passo importante verso la realizzazione di un coordinamento regionale su questo controverso tema.
Passare dal livello locale ad un livello regionale, per promuovere in maniera unitaria una nuova politica che regolamenti l’installazione di antenne e ripetitori, tuteli la salute dei cittadini, promuova l’informazione sui rischi legati all’ettromagnetismo artificiale ed applichi il principio giuridico di precauzione.
Con questa lettera aperta i Comitati toscani che si battono contro l’elettrosmog rivolgono al Presidente della Regione Toscana un appello affinché la tutela della popolazione dalla sovraesposizioni ai CEM (Campi Elettromagnetici) divenga materia prioritaria del loro impegno politico.
La preoccupazione per l’esposizione sempre più massiccia dei cittadini a CEM prodotti da dispositivi per le comunicazioni mobili – dispositivi presenti nei luoghi di lavoro, negli ospedali, negli spazi in cui si trascorre il tempo libero, nelle scuole e università – ci porta a chiederLe una riflessione e un impegno verso le connessioni via cavo, non solo più efficienti e sostenibili ma anche meno dannose per la specie umana.
Come sostenuto dai 70 ricercatori e medici firmatari dell’appello per la difesa della salute dalle radiazioni a radiofrequenza e microonde – inviato a Matteo Renzi, Pietro Grasso, Laura Boldrini, ai Deputati e Senatori del Parlamento Italiano ai Deputati italiani al Parlamento Europeo, ai Presidenti delle Regioni tuttora in carica, al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e al Presidente dell’ANCI – nell’ultimo decennio si sono profuse le raccomandazioni da parte della comunità scientifica per l’adozione di limiti di sicurezza più restrittivi. Quelli attuali sono ormai considerati obsoleti perché tengono conto solo del riscaldamento prodotto dal campi elettromagnetici (effetti termici), mentre importanti effetti biologici avvengono anche per esposizioni a campi elettromagnetici deboli, a livelli non termici.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come “possibile cancerogeno per l’Uomo” in Classe 2B, ma già nel 2014 nuove pubblicazioni scientifiche suggeriscono una classificazione maggiore: uno studio italiano propone di considerare la radiofrequenza “probabile cancerogeno per l’Uomo”, uno studio svedese e uno francese propongono la classificazione come “sicuro cancerogeno per l’Uomo”. Il timore che un conflitto di interessi nella ricerca scientifica e nelle agenzie di salute pubblica possa condizionare pesantemente le conoscenze sui campi elettromagnetici ci porta a chiederle di considerare in modo serio anche gli studi indipendenti per avere delle valutazioni del rischio efficaci.
Alla luce di quanto evidenziato dalla Task Force sui campi elettromagnetici invitiamo il Presidente della Regione Toscana a:
farsi portavoce della necessità di riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore;
sostenere l’approvazione di un decreto attuativo della Legge 36/2001 per quanto riguarda i dispositivi mobili con l’adozione degli stessi limiti di esposizione delle antenne fisse;
impegnarsi per la revisione dei limiti di esposizione per tutte le radiofrequenze e le microonde a 0,6 V/m per i luoghi ove si permanga per più di 4 ore e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità, come promosso dalla Risoluzione 1815 del maggio 2011 dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (punto 8.2.1) basandosi sulle posizioni dell’ICEMS e di Bioinitiative;
promuovere investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più efficiente e sicura per la salute;
trasmettere come necessario il divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole frequentate da bambini al di sotto dei 16 anni, nei luoghi di cura e negli ospedali, in tutti i luoghi ove operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e precisione, come le sale operatorie;
muoversi per il divieto di installazione di reti Wi-Fi nei luoghi di cura e negli ospedali, perché la radiofrequenza del Wi-Fi promuove lo stress ossidativo e interferisce con la vitalità cellulare e con la funzione riproduttiva;
promuovere l’obbligo da parte delle Agenzie di Salute Pubblica di assumere le proprie valutazioni del rischio per la salute connesse alla radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti ed escludendo quelli finanziati dall’industria dell’energia e delle telecomunicazioni o da fondazioni ed enti no-profit sovvenzionati dalla stessa;
trasmettere agli enti locali l’urgenza di adottare piani regolatori degli impianti radioelettrici e di telefonia mobile per bloccarne la proliferazione, trasmettere la necessità di pianificare in anticipo lo sviluppo delle reti dei diversi gestori, stimolando le amministrazioni locali affinché tali piani per le antenne – una volta approvati – non abbiano tempi lunghi di realizzazione.
Considerato che il tema dell’elettromagnetismo riguarda la collettività e che le patologie legate all’elettrosensibilità sono in continuo aumento tanto da interessare dall’1 al 3% della popolazione mondiale; tenuto conto che suddetta malattia, seppur invalidante e non riconosciuta dallo stato italiano si sta comunque diffondendo nel nostro Paese con l’incremento costante di cittadini che accusano mal di testa, problemi articolatori e al sistema cardiocircolatorio, difficoltà respiratorie e alterazioni della pelle, apatia e difficoltà nella elaborazione del pensiero, irritabilità e perdita della memoria, instabilità dell’umore, disturbi del sonno e vertigini; verificate le continue installazioni di antenne e ripetitori sui campi sportivi, vicino alle scuole e asili, sugli acquedotti e accanto ai tralicci dell’alta tensione, in centri storici e su beni artistici chiediamo al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi di:
rappresentare in modo concreto il bisogno di tutela e diritto alla salute dei cittadini minimizzando l’esposizione ai campi elettromagnetici della popolazione;
promuovere in modo capillare l’informazione sui rischi legati all’ettromagnetismo artificiale;
applicare il principio giuridico di precauzione.
Legiferare affinché i Comuni toscani si dotino obbligatoriamente di Piani regolatori delle installazioni ed eseguano il monitoraggio costante delle emissioni nei loro territori
Infine, vogliamo sottolineare che l’inquinamento da elettrosmog richiama alla memoria le malattie e le morti causate dall’uso dell’amianto; entrambi sono agenti nocivi, striscianti e silenti, alcuni dei quali possono manifestarsi dopo anni di esposizione e proprio per questo chiedono alla politica e a chi ha il compito di amministrare i territori, di assumersi responsabilità precise ed importanti particolarmente verso le nuove generazioni.
Poppi, 05/06/2015
Comitato Infanzia senza elettrosmog (Casentino, Arezzo)
Altri Comitati toscani che sottoscrivono la lettera:
La Rete Versiliana per l’Ambiente:
Comitato Marco Polo
Amici della terra Versilia
Associazione per la Tutela Ambientale della Versilia (Co.As.Ver.)
Comitato Capezzano Vive (Co.As.Ver.)
Comitato Marco Polo (Co.As.Ver.)
Comitato Pedona Ambiente e Salute
Comitato Salviamo Viareggio
Comitato dalla parte del Cittadino Forte dei Marmi
Comitato Via Matteotti
Italia Nostra Versilia
Medicina Democratica Viareggio (Movimento Di Lotta Per La Salute)
Nuova Civiltà Mediterranea
No Wi-Fi Toscana (Firenze)
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