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Nata dall’idea di un gruppo di insegnanti e genitori della scuola primaria di Poppi, arriva in Casentino “Educazione Affettiva”, il documentario sulla scuola primaria della Scuola-Città Pestalozzi di Firenze.
Una doppia proiezione giovedì 4 giugno, alle ore 17,00 e alle ore 21,00 presso il Cinema Italia di Soci alla presenza di Clemente Bicocchi, coregista, insieme a Federico Bondi, del film.
La Scuola-Città Pestalozzi è una scuola fondata nel 1945 come scuola di Differenziazione Didattica, una scuola sperimentale a tempo pieno, che accoglie bambini dai 6 ai 14 anni.
Oggi è una scuola statale sperimentale, con scuola primaria e secondaria di primo grado, che applica una sperimentazione metodologica e didattica coinvolgendo alunni ed insegnanti nella creazione di progetti, laboratori, proposte di rinnovamento dei curriculi formativi, con un’attenzione particolare alle relazioni e alla vita comunitaria di insegnanti, alunni, genitori, personale che collabora con la scuola.
Il documentario parte dagli ultimi giorni di scuola di una classe dell’ultimo anno della scuola primaria, per ricostruire il percorso, le tappe fondamentali di una crescita fatta di esperienze condivise. La didattica quotidiana, le gite, i laboratori, i sentimenti. L’educazione alla relazione, all’ascolto, agli affetti sono il filo conduttore di questo viaggio che ridà un senso e ci fa porre domande sul significato profondo dell’educazione, del crescere insieme, dell’apprendere.
L’amicizia, il futuro, la paura, l’amore, la sessualità, il rapporto con gli adulti sono i temi con cui si confrontano questi bambini, su cui hanno la possibilità di esprimersi, usando gli strumenti che una scuola aperta fornisce: ascolto, empatia, educazione affettiva, esperienza di vita insieme, espressione di sé.
Un viaggio ad altezza di bambino, che guarda alla scuola dal loro punto di vista.
Un’occasione per riflettere insieme, adulti e bambini, su quali siano gli strumenti importanti per conoscere se stessi ed il mondo, per potersi esprimere ed agire in esso.
«Penso troppo al futuro, e perciò, essendo una bambina di V elementare, il mio futuro sono le medie e il liceo. Mio babbo mi dice sempre di pensare al presente, ma io non ci riesco e non so neanche perché. In questi giorni sento dire cose che mi preoccupano, come “bocciature”… Perché a me? Perché a me? Non voglio andare nel futuro! » (da un tema in classe di Giulia)
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