A meno di un anno dalla morte di Daniza, un altro orso rischia la condanna a morte
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Trentino Alto Adige - Dopo i recenti episodi di due uomini attaccati da un orso – non sappiamo se sia stato lo stesso animale o meno – i politici stanno prendendo decisioni affrettate, rischiando di commettere gli stessi errori fatti con Daniza. Racconto brevemente la sua storia per coloro che non la ricordano. Circa dieci mesi fa, l’orsa, mamma di due cuccioli, dopo una fuga durata più di un mese, è stata “giustiziata”, rea di aver ferito lievemente un cercatore di funghi. Daniza non era pericolosa, non era aggressiva; avendo paura per i suoi cuccioli, ha semplicemente assunto un comportamento protettivo e di difesa verso i propri figli, come avrebbe fatto un’altra mamma di qualsiasi specie. Daniza è stata uccisa per ignoranza; chi è coinvolto, autorizzando, avallando e consentendo la sua morte,non ha ancora pagato. A settembre dello scorso anno, è stato organizzato un presidio a Trento, in Piazza Duomo, per commemorare la sua morte, ma anche per reclamare le dimissioni dei politici responsabili della sua uccisione e per chiedere alla Commissione europea di sospendere i finanziamenti alla Provincia di Trento per la cattiva gestione degli animali selvatici, tradendo così gli obiettivi dei programmi Life.
A meno di un anno dalla morte di Daniza, l’orso che ha aggredito Wladimir Molinari, il 10 giugno scorso a Cadine (Trento), deve essere catturato perché definito “pericoloso” e potrebbe essere abbattuto. A stabilirlo la Provincia Autonoma di Trento con un‘ordinanza illegittima. Il Piano d’Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi Centro-Orientali (PACOBACE), che contiene le azioni da attivare nei casi di riscontrata pericolosità dell’orso, dispone che “l’eventuale abbattimento di un orso richiede una specifica autorizzazione da parte del Ministero, concessa sulla base di un parere dell’ISPRA”. Nel caso specifico, non esiste nessuna autorizzazione ministeriale, né il parere dell’ISPRA in proposito. “Le decisioni, che adotteremo sull’orso che ha aggredito e ferito un uomo, saranno basate sullo stesso principio adottato lo scorso anno, in agosto, quando si verificò l’altra aggressione da parte di Daniza; di fronte a un fenomeno che è dentro le logiche naturali si valuta la gravità; prima viene la vita e la sicurezza delle persone e poi viene la conservazione della natura. Nel momento in cui un orso attacca senza essere provocato si possono adottare tre provvedimenti: cattura con rilascio e radiocollaraggio, cattura con captivazione e abbattimento” ha dichiarato Ugo Rossi, Presidente della Provincia autonoma di Trento, in questi giorni.
Non è vero che l’animale non è stato provocato! Molinari, per disinformazione, ha assunto un comportamento sbagliato nei confronti dell’orso: “Quando ho sentito dei rumori alle mie spalle, mi sono girato e a circa dieci metri ho visto l’animale. Ho alzato le braccia al cielo e urlato con tutto il fiato che avevo in gola, ma non è servito” ha raccontato al quotidiano l’Adige. Se prima di addentrarsi nel bosco – e questo vale per tutti gli escursionisti, fungaioli, ecc. – avesse consultato il sito della Provincia di Trento, avrebbe saputo che, se si incontra un orso a breve distanza, bisogna mantenere la calma, non bisogna gridare e non si devono compiere movimenti bruschi. Altro “fattore che incrementa l’aggressività nell’orso, è la presenza di un cane nelle vicinanze” come possiamo leggere nella pubblicazione “L’orso bruno è pericoloso?”, acquistabile a Trento e online. Il signor Molinari aveva con sé un cane, che potrebbe aver provocato una reazione “aggressiva” nell’animale.
La Dott.ssa Caterina Rosa Marino, Responsabile Sezione Trentino Alto Adige/Sudtirol della Lega Abolizione Caccia (LAC), nell’intervista girata a Trento lo scorso anno, durante il presidio, parla del caso Daniza, del progetto Life Ursus, della delibera emessa a luglio del 2014 dalla Giunta della Provincia autonoma di Trento, nella quale è stata introdotta la categoria “orso dannoso” e delle regole da adottare quando ci inoltriamo nei boschi popolati da orsi. Entrando nelle nostre Agenzie di Promozione Turistica trentine troviamo mappe, pubblicità di strutture ricettive, di attrazioni turistiche ma nessuna informazione sull’orso, nessuna lista con regole comportamentali o spiegazioni su cosa fare nel caso dovessimo incontrarne uno. “Una delle prime regole è di far rumore mentre si procede al fine di farsi sentire e consentire all’eventuale orso di allontanarsi. Parlare a voce alta, fischiettare, canticchiare, avere un mazzo di chiavi che tintinna. In Canada o Alaska, dove possiamo incontrare orsi di ben altra stazza rispetto ai nostri, vengono venduti dei sonagli, detti Bear Bell, da assicurare agli zaini o al polso. Si possono acquistare su internet. Altro suggerimento è di lasciare il cane a casa o di tenerlo sempre a guinzaglio. Un cane potrebbe mettersi sulle tracce di un orso e disturbarlo, per poi correre dal padrone in cerca di soccorso, ma con un orso contrariato che lo insegue!”.
Prima di reintrodurre gli orsi sul territorio con il progetto Life Ursus, avremmo dovuto educare la popolazione, comunicare ai residenti e ai turisti le modalità necessarie per approcciarsi alla natura selvatica. Il progetto europeo, fallito in altri paesi, sarebbe potuto diventare un punto di forza per il nostro territorio. Gli orsi hanno fatto alla fine quello che chiedevamo loro nel progetto, ossia riprodursi, ripopolare i nostri boschi, malgrado gli interventi umani sconsiderati, e invece, si sta trasformando in qualcosa che sta danneggiando prima di tutto gli orsi e subito dopo l’immagine turistica, economica e culturale del nostro territorio” dichiara la Dott. Marino. Le sue parole sono estremamente attuali visto il nuovo “caso Daniza”.
“La gestione di un orso richiede competenze veterinarie altamente specializzate, non è un mero atto amministrativo. La cattura di un orso bruno deve essere eseguita da una equipe che comprenda medici veterinari specializzati in animali salvatici e protetti, con competenze specifiche di telenarcosi, sedazione e gestione sanitaria e comportamentale pre e post-cattura” dichiarano i Medici Veterinari per Animali Esotici (SIVAE), i quali si erano già espressi per il caso Daniza e lo ribadiscono anche oggi, in questa circostanza. Non a caso, infatti, il Gip Carlo Ancona, il 10 febbraio 2015, ha respinto la richiesta di archiviazione e riaperto l’inchiesta sulla morte dell’orsa Daniza durante il tentativo di cattura.
Il giudice ha ordinato alla Procura di iscrivere il veterinario sul registro degli indagati. “Il veterinario non ha agito con adeguata competenza nel preparare il materiale, predisporre la presenza di collaboratori e tenersi pronto a ogni eventualità. La squadra di cattura di Daniza ha dimostrato poca o nulla professionalità, incapacità di apprendere dagli errori commessi in passato con altri tre orsi morti per cause direttamente o indirettamente collegate all’anestesia. Rimarrà, comunque, il dubbio: si trattò di insufficiente preparazione medica o di precisa volontà di uccidere?” dichiara la Dott. Marino. C’è anche chi grida al complotto dichiarando che Daniza è il capo espiatorio di una vicenda dai risvolti politici, economici, di consensi elettorali e spartizioni di denaro pubblico! Nell’area di Pinzolo, dove è avvenuta la presunta aggressione da parte dell’orso, sarebbe pronto il progetto per ampliare l’area sciistica dopo il collegamento funiviario con Madonna di Campiglio, che però risulta essere bloccato a causa del progetto europeo Life Ursus. Sarà un caso che Daniele Maturi, vittima dell’aggressione di Daniza, fa il battipista e lavora per le Funivie Pinzolo? Strane coincidenze…
Voglio chiudere questo articolo con le parole di Davide Celli, disegnatore, scrittore, politico e ecologista italiano, che nel giorno della morte di Daniza ha scritto sul suo profilo facebook: “Oggi è l’11 settembre. Tutto cambierà e nulla sarà più come prima. Daniza è stata uccisa. Tutti ricorderanno Daniza e non chi l’ha uccisa o posto le basi per farla morire. Daniza torna oggi alla grande madre Terra, a Gaia, dalla quale veniamo tutti. Che ti accolga e ti protegga vecchia orsa che hai solo fatto “ciò che andava fatto”, hai difeso i tuoi cuccioli come ogni umano avrebbe fatto. Per quanto mi riguarda non posso starmene qui a difendere il mio bosco lontano da tutto e tutti. Oggi, 11 settembre 2014, ho disseppellito la mia ascia di guerra e mi auguro che molti di voi faranno altrettanto. Se saremo in pochi non importa, l’importante è “fare la cosa giusta” come Daniza ci ha insegnato. La guerra continua.”
Stavolta, dobbiamo fare in modo, però, che sia l’orso a vincere questa battaglia appena iniziata…
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