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Dall’amianto, che continua ad uccidere, alla diossina, fino ai veleni sepolti sotto la Terra dei fuochi. Per anni in Italia è stato calpestato il diritto alla salute dei cittadini. Adesso, però, potremmo essere ad un punto di svolta.
Con 170 sì, 20 no e 21 astensioni, il Senato ha infatti approvato ieri il disegno di legge che contiene disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente. Il provvedimento inserisce nel codice penale cinque nuovi reati: inquinamento ambientale (con l’aggiunta dell’aggravante nel caso in cui ne derivino, quale conseguenza, la morte o le lesioni), disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo e omessa bonifica. Sono stati inoltre introdotti meccanismi premiali (ravvedimento operoso, ripristino dello stato dei luoghi) al fine di disincentivare il prolungamento delle condotte lesive e favorire la collaborazione con gli inquirenti.
Dopo 20 anni di battaglie, i crimini contro l’ambiente vengono finalmente riconosciuti come delitti, i tempi di prescrizione raddoppiano e le pene possono arrivare a 15 anni di reclusione.
Inquinamento ambientale
La legge prevede da 2 a 6 anni di reclusione con un multa da diecimila a centomila euro per chi provoca “una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna”. Vengono inoltre previste aggravanti in caso il danno abbia provocato anche lesioni o morte di una o più persone.
Disastro ambientale
Viene punito con la reclusione da 5 a 15 anni chiunque abusivamente provochi un disastro ambientale, ovvero “l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema, l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali, l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo”. Le pene sono più severe se il reato avviene in aree protette.
Delitti colposi
Le pene previste per inquinamento e di disastro ambientale vengono ridotte se i reati sono commessi per colpa, anziché per dolo, quindi in maniera non intenzionale.
Traffico e abbandono di materiali ad alta radioattività
E’ punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 50.000 il reato commesso da chi abusivamente “cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona materiale di alta radioattività ovvero, detenendo tale materiale, lo abbandona o se ne disfa illegittimamente”. Le pene vengono aumentate “se dal fatto deriva il pericolo di compromissione o deterioramento: delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna’. Le pene vengono aumentate fino alla metà anche “se dal fatto deriva pericolo per la vita o per l’incolumità delle persone”.
Impedimento del controllo
E’ prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni per “chiunque, negando l’accesso, predisponendo ostacoli o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi, impedisce, intralcia o elude l’attività di vigilanza e controllo ambientali e di sicurezza e igiene del lavoro, ovvero ne compromette gli esiti”.
Associazioni contro l’ambiente
La legge prevede specifiche aggravanti nel caso di commissione in forma associativa dei nuovi delitti contro l’ambiente.
Ravvedimento operoso
E’ prevista una diminuzione di pena dalla metà a due terzi per chi si impegna a evitare che l’attività illecita sia portata a conseguenze ulteriori o provvede alla messa in sicurezza, bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi, “prima che sia dichiarata l’apertura del dibattimento di primo grado”. Una diminuzione della pena da un terzo alla metà è prevista se si collabora concretamente con l’autorità di polizia o giudiziaria per ricostruire i fatti illeciti e per rintracciarne gli autori.
I COMMENTI DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
Il Wwf plaude all’approvazione della legge. “Dopo troppi anni di ritardo – si legge in una nota dell’organizzazione – viene premiata finalmente la tenacia del Wwf che, spesso inascoltato, si è battuto affinché nel nostro ordinamento non fossero sanzionate con mere contravvenzioni le condotte lesive della salute dei cittadini e dell’integrità dell’ambiente. Semplici contravvenzioni che si sono rivelate in questi anni totalmente inadeguate a contrastare una criminalità, spesso anche mafiosa, in costante crescita nel settore degli illeciti ambientali”.
“La guardia non può tuttavia essere abbassata – aggiunge il Wwf -: occorre recuperare il tempo perduto nei confronti di una criminalità in campo ambientale che non arresta la sua ascesa. Ciò soprattutto per il vantaggioso rapporto costi-benefici: massimo profitto criminale (stimato in circa 15 miliardi di euro l’anno) assicurato dalla pressoché totale impunità fino ad oggi garantita”.
Legambiente e Libera parlano di una “giornata storica”. “Dopo 21 anni gli ecoreati entrano finalmente nel Codice penale: eco-giustizia è fatta. Da ora in poi gli ecomafiosi e gli ecocriminali non la faranno più franca: grazie ad una norma come questa sarà possibile colpire con grande efficacia chi fino ad oggi ha inquinato l’ambiente in cui viviamo contando sull’impunità”.
Le due associazioni, che hanno promosso l’appello “In nome del popolo inquinato” sottoscritto da altre 23 sigle associative di cittadini, medici, studenti e di categoria, hanno poi brindato davanti a Palazzo Madama subito dopo il voto favorevole del Senato che ha approvato senza modifiche e quindi definitivamente il disegno di legge sui delitti ambientali nel Codice penale.
“Questo provvedimento, frutto del lavoro parlamentare congiunto di PD, M5S e SEL, è migliorato nel tempo grazie ad una serie di integrazioni nate dal confronto con magistrati, forze dell’ordine, giuristi e associazioni, e costituisce una pagina memorabile della storia del nostro Paese. D’ora in poi si apre, infatti, una nuova epoca per la tutela dell’ambiente, della salute e della parte sana dell’economia e dell’industria. L’approvazione di questa legge non può che far pensare a chi, come Mimmo Beneventano, ha pagato con la vita nel 1980 il proprio impegno in difesa dell’ambiente e contro la camorra e alle tante persone che hanno accompagnato le nostre associazioni in questo lungo percorso iniziato nel 1994, alcune delle quali non ci sono più, come Roberto Mancini, Natale De Grazia, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Federico Bisceglia. Anche a loro va il nostro ringraziamento per aver contribuito a raggiungere questo obiettivo straordinario per il nostro Paese”.
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