18 Mag 2015

“The Vegetable Orchestra”: frutta e verdura a suon di musica

Scritto da: Marco Fossi

Questa è una storia fantastica. La dimostrazione che un vegetale cambierà il mondo. Anzi, molti vegetali. Amate il jazz e […]

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Questa è una storia fantastica. La dimostrazione che un vegetale cambierà il mondo. Anzi, molti vegetali. Amate il jazz e pure il minestrone di verdure? Se vi state chiedendo cosa diavolo abbia a che fare il primo col secondo, è perché non conoscete “The Vegetable orchestra”.

 

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“The Vegetable Orchestra”  è un gruppo di musicisti, nato in Germania nel 1998, che suona un po’ tutti i generi ricavando ogni strumento da un vegetale diverso. Vengono usate solo verdura e frutta fresca, pulite e intagliate. Si tratta di un progetto non-gerarchico, nel senso che, a differenza delle orchestre tradizionali, nessuno comanda e nessuno dirige. Le verdure utilizzate (vanno molto carote, finocchi, patate, ma praticamente ogni verdura può essere utilizzata) vengono intagliate e usate per il concerto. La durata di preparazione è variabile: un pomodoro (il primo strumento realizzato nel 1998) è pronto cosi com’è, un “cetriolofono” (cocumberphone) richiede 13 minuti, un “carotofono” (carrot recorder) 30 minuti di lavoro.

Ovviamente si parte da una cassetta di verdure, ma non tutte diventano strumenti: quelle non utilizzate finiscono in pentola in un minestrone che viene offerto al pubblico. Ma anche gli strumenti, freschi come le verdure del mercato, alla fine del concerto vengono in parte cotti e poi offerti al pubblico lessi.

 

Sono sicuro che mangiare una carote bollita che ha suonato Bach o un pezzo pop sia un’esperienza notevole. E non pensate che si tratti di un gioco: “The Vegetable Orchestra” fa musica seria, suonata da musicisti seri (ok, non sempre con un background da conservatorio classico…), in concerti serissimi: ogni tanto passano dall’Italia e girano mezza Europa.

 

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Per chi se lo chiedesse, non sono né vegetariani né vegani: la loro è una performance musicale, non una performance gastronomico-filosofica. Ritengono che le sonorità emesse dai vegetali siano irraggiungibili rispetto a quelle degli strumenti classici – per non dire delle vitamine che vi forniscono.

 

Dove trovano i loro strumenti? Ovviamente, devono fare la spesa al mercato locale prima di ogni concerto. Pare che i vegetali sotto plastica della grande distribuzione suonino male. Come si chiama il loro stile? “Vegetable style”, non c’è nemmeno da chiederlo. Pare sia l’unica orchestra vegetale al mondo, il che, data la diffusione delle verdure, è sorprendente. L’Italia è la patria della musica, chi è che vuole fondare un’orchestra vegetale (ovviamente OGM-free) qui da noi?

 

 

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