Seguici su:
Siamo nel bel mezzo di Expo 2015, il cui tema principale è l’alimentazione. Ma siamo anche nel vivo della discussione sulla riforma della scuola fortemente voluta dal premier Renzi. Due tematiche di fondamentale importanza, che non possono essere delegate e di cui i cittadini si devono interessare in prima persona.
Non è quindi un caso che la prima battaglia di Italia Sveglia! sia proprio su un tema che unisce scuola e cibo, ovvero le mense scolastiche. Ma facciamo un passo indietro, chiarendo innanzitutto com’è nata questa iniziativa e quali obiettivi ha. Come si intuisce dal nome, questa campagna vuole stimolare gli italiani a interessarsi maggiormente delle questioni cruciali che riguardano il loro paese, cercando di esercitare il peso della volontà popolare e influenzando le decisioni importanti, troppo spesso delegate ai governanti. Si tratta di un progetto che vede unite tre sigle storiche del mondo associativo italiano: ActionAid, Cittadinanzattiva e Slow Food.
«Ognuna delle tre organizzazioni ha soci, attivisti, sostenitori che da anni dimostrano come questo Paese non sia del tutto addormentato», dichiara il segretario di ActionAid Marco De Ponte. «L’idea è quindi di partire dalle comunità, dai territori, dalle battaglie e dalle attività che ci accomunano, per trasformare, tutti insieme, la società in cui viviamo».
La prima richiesta di Italia Sveglia!, varata il 28 maggio a Roma, riguarda le mense scolastiche, un affare che coinvolge circa dieci milioni di persone e vanta un indotto da quasi un miliardo e mezzo di euro. C’è però una gravissima criticità che lo caratterizza: gli sprechi. Si stima che l’offerta dei pasti superi di circa il 10% l’effettiva richiesta e che di questa eccedenza l’85% venga buttato. Considerando inaccettabile questo sperpero, le tre associazioni si rivolgono al Presidente del Consiglio Matteo Renzi chiedendogli di rivedere le linee di indirizzo per la ristorazione scolastica entro il 31 ottobre 2015, data di chiusura di Expo 2015. È la petizione #IoMangioGiusto, che chiede anche che vengano impiegati prodotti locali, che vengano garantite condizioni di lavoro dignitose, che sia concessa la partecipazione di genitori e alunni alla definizione del servizio e alle scelte relative alla loro alimentazione, che le gare d’appalto siano corrette e trasparenti e che vengano contenuti gli sprechi e i rifiuti.
Ma questa non è che la prima mossa di Italia Sveglia!. L’obiettivo a lungo termine è far sì che i cittadini si riapproprino dei diritti e si assumano i doveri che toccano loro, sovvertendo un sistema politico e amministrativo in cui tutte le decisioni più importanti, negative o positive che siano, vengono calate dall’alto e accettate in maniera acritica dagli italiani. Si stima che il bacino d’utenza di ActionAid, Cittadinanzattiva e Slow Food sia pari a 600mila persone, circa l’1% della popolazione. Se anche solo questa piccola fetta si attivasse, si creerebbe una massa critica capace di scatenare un effetto valanga di grandi proporzioni, che potrebbe poi innescare un reale e concreto cambiamento dal basso.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento