Seguici su:
Oltre un quinto del totale delle specie presenti in Italia sono a rischio estinzione. In Europa il 60% delle specie e il 77% degli habitat non si trovano in condizioni favorevoli e probabilmente non raggiungeranno l’obiettivo di fermare la perdita di biodiversità entro il 2020, minacciati dall’aumento delle temperature, dal prelievo eccessivo di risorse e dal consumo di suolo. Sono questi alcuni dati che emergono da un nuovo report di Legambiente sui pericoli che corre la natura del nostro Pianeta, lanciato in occasione della Giornata mondiale della biodiversità che si celebra oggi 22 maggio.
Secondo un recente studio pubblicato da Science, se non si riuscirà a porre un freno all’innalzamento delle temperature, una specie su sei di animali e piante (il 16%) rischia di estinguersi entro il 2100.
Secondo i dati del primo Barometro della biodiversità italiana, su un campione di 2807 specie italiane di spugne, coralli, squali, razze e coleotteri, ben 596 sono a rischio di estinzione; per i grandi mammiferi come lo stambecco e il camoscio appenninico lo stato di conservazione è migliorato negli ultimi cinque anni; tra gli uccelli quelli che vivono nelle foreste beneficiano di condizioni migliori rispetto a quelli legati agli ambienti agricoli, laddove l’intensificazione dell’agricoltura comporta la sparizione della vegetazione naturale; per 376 specie, in particolare invertebrati o animali di ambiente marino, il rischio di estinzione è ignoto. Nei mari italiani la pressione esercitata su molte popolazioni animali, causata direttamente o indirettamente dalla pesca commerciale e sportiva, le ha ridotte numericamente già nei decenni passati.
“Possediamo il più alto numero di specie vegetali e animali in Europa, quasi il 50% delle piante, un terzo degli animali – 58mila specie di cui 55mila di invertebrati -, più della metà dei siti tutelati dalla direttiva Habitat, ben 2.585… ma questa ricchezza, che dovremmo custodire responsabilmente come bene di tutto il continente e del pianeta, è maltrattata, spesso dissipata, troppo ignorata”, dichiara Annamaria Procacci, consigliera nazionale di Enpa.
“Siamo maglia nera per il numero di infrazioni alle direttive UE in materia di ambiente – prosegue Procacci – siamo ancora sotto sorveglianza per l’applicazione della sentenza di condanna del 2010 per violazione della Direttiva Uccelli, e di recente sono state avviate due procedure Pilot, anticamera delle procedure d’infrazione: una sull’insostenibilità della caccia in Italia, una sul degrado dei siti Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps (Zone di protezione speciale) che costituiscono la rete di Natura 2000.
A causa della nostra cattiva coscienza, secondo i dati Ispra sono in cattivo stato di conservazione la metà delle specie vegetali, oltre la metà di quelle animali, il 67% degli habitat di interesse europeo, mentre sono minacciati un quarto degli uccelli minacciato, la metà dei vertebrati e due terzi degli anfibi. Occorre dunque voltare pagine subito”.
“In nome della legalità – aggiunge Andrea Brutti dell’Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – chiediamo a Governo e Parlamento di rientrare nelle regole europee cancellando per sempre la pratica dei ‘richiami vivi’; di varare la legge sul consumo di suolo, che divora habitat, flora e fauna; di rafforzare il controllo sul territorio contro il bracconaggio ‘spicciolo’ e organizzato, che è crimine puro; di sanzionare come delitti nel codice penale i reati contro la fauna protetta; di cancellare dalle specie cacciabili le diciannove che si trovano in stato di conservazione sfavorevole; di indirizzare con forza verso l’adozione di stili di vita sostenibili con sempre meno carne, perché gli allevamenti intensivi, fonte di infinita sofferenza per gli animali, contribuiscono con i gas serra al surriscaldamento del pianeta, che distrugge la biodiversità. Tutte richieste che il semplice buonsenso dovrebbe far soddisfare.
Infine, istituzioni, a tutti i livelli, fate scoprire agli italiani, attraverso una grande campagna di informazione, l’incredibile varietà e bellezza di animali e piante che ancora vivono con noi! Dunque, la biodiversità. Quella dei parchi, delle oasi e delle aree protette, ma anche e forse soprattutto del prato sotto casa, per guardare il mondo con occhi nuovi”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento
Sponsored
Christian Felber Un modello economico che ha futuro |