Petrolio in Adriatico: la mobilitazione contro Ombrina
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Le disposizioni in materia di trivellazioni rischiano di devastare l’Italia, ma i cittadini non ci stanno. A dicembre era toccato a decine di Sindaci della Basilicata, scesi in piazza per protestare contro il Decreto “Sblocca Italia” e la deregulation che questo documento ha introdotto nel settore dell’estrazione di idrocarburi. Adesso è la volta dell’Abruzzo.
Ma cosa sta succedendo in questa regione? La Commissione Ministeriale ha approvato i progetti Ombrina Mare ed Elsa2. Ombrina sarà una piattaforma petrolifera alta quasi 45 metri che avrà il compito di perforare il fondale, producendo migliaia di tonnellate di fanghi di risulta. È previsto che sorga di fronte alla Costa dei Trabocchi. Sette chilometri a largo di Ortona, verrà invece costruito Elsa2, un pozzo esplorativo della compagnia Petroceltic che avrà il compito di sondare le potenzialità di un giacimento scoperto già una ventina di anni fa.
I rischi ambientali per il comprensorio sono enormi: basti pensare che nella sua attività Ombrina sarà affiancata da una nave che stazionerà in maniera permanente accanto alla piattaforma stoccando fino a 50.000 tonnellate di olio. Senza contare altri pericolosi fattori come la produzione di rifiuti fangosi di composizione incerta e l’utilizzo di tecniche invasive come la produzione di gas da argille e la fratturazione idraulica (fracking).
Ma ai possibili danni di ordine ambientale si aggiungono le gravissime violazioni alla sovranità degli enti locali e dei cittadini. Il Consiglio Regionale si è già espresso invitando i Ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali a non firmare i decreti di compatibilità ambientale. Molti Comuni stanno adottando delibere in cui esprimono la propria contrarietà alla campagna di trivellazioni. Ma soprattutto, migliaia di cittadini si stanno attivando, promuovendo un movimento di protesta che, dal basso, faccia sentire la pressione delle comunità.
Sotto l’egida del movimento nazionale No Triv è nato il comitato No Ombrina, che in una partecipata riunione tenutasi a fine marzo ha indetto una grande manifestazione nazionale il 23 maggio a Lanciano, in provincia di Chieti. Sarà l’occasione per dichiararsi in maniera unita e compatta “contrari all’estrazione di idrocarburi, ai progetti di trivellazione nel nostro mare, al decreto Sblocca Italia, e sostenitori di un modello di sviluppo sostenibile”. Un passaggio di fondamentale importanza per fermare la petrolizzazione dell’Adriatico imposta dall’alto, senza alcun riguardo né per i diritti delle comunità locali – che subiranno in prima persona questa campagna – né per l’ecosistema dei siti destinati a ospitare le installazioni.
L’invito è quindi di aderire in massa alla manifestazione del 23 maggio, ricordandoci che le battaglie per la sovranità e per la difesa del territorio non riguardano solo chi subisce in maniera diretta le decisioni, ma devono essere un problema di tutti, di ciascun cittadino, di ciascun essere umano, di ciascuno di noi.
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