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Petrolio e carbone superati dalle fonti pulite. Il 2013 – secondo i dati diffusi da Bloomberg New Energy Finance – potrebbe aver segnato il reale cambiamento nella transizione energetica globale: nel 2013, infatti, la nuova potenza elettrica installata nel mondo da rinnovabili è stata di 143 GigaWatt contro i 141 GigaWatt da fonti fossili.
Secondo gli analisti di Bloomberg che, ricordiamo, è un istituto di analisi finanziaria, la sostituzione delle fonti dovrebbe avere un’accelerazione entro il 2030. L’energia scaturita dalle rinnovabili dovrebbe superare di circa 4 volte quelle delle fonti fossili, gas, carbone e petrolio.
Fatto importante è che i prezzi di energia solare ed eolica continuano ad abbassarsi e spesso, in alcune aree del mondo, hanno toccato la grid parity (cioè produrre energia pulita viene considerato conveniente anche senza incentivi).
Il primo posto spetterà quasi sicuramente all’energia solare. Ad oggi quest’ultima fonte copre solo l’1% dell’elettricità su scala mondiale ma secondo l’Agenzia internazionale dell’energia primeggerà entro il 2050.
Il portale Qualenergia commenta così la notizia: “La questione allora non è se il mondo sperimenterà una transizione verso le energie rinnovabili, ma è capire quanto tempo ci vorrà. Le lobby che resistono sono già in moto per ritardare e annacquare questo processo, attraverso strategie non sempre palesi, come quelle di assecondare una normativa favorevole alla penetrazione delle fonti pulite, per poi azzoppare il settore grazie alla solida, almeno finora, alleanza con la politica”.
Altro dato non trascurabile è quanto investire su queste nuove fonti di energia e sulla green economy in generale possa produrre in termini economici. A quanto sembra parliamo di un mercato che oggi produce 101 miliardi di euro di valore aggiunto e 3 milioni di posti di lavoro.
Sono queste le informazioni contenute nel rapporto GreenItaly 2014, stilato da Unioncamere e Fondazione Symbola.
“Più di un’impresa su cinque – scrive Symbola – dall’inizio della crisi ha scommesso su innovazione, ricerca, conoscenza, qualità e bellezza, sulla green economy. Sono infatti 341.500 le aziende italiane (circa il 22%) dell’industria e dei servizi con dipendenti che dal 2008 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l‘impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di Co2. Un dato che sale al 33% nell’industria manifatturiera”.
Questa direzione intrapresa, come dicevamo, si è rivelata più che positiva per il nostro paese, con 101 miliardi di euro di valore aggiunto (il 10,2% dell’economia nazionale), esclusa la componente imputabile al sommerso.
“Oltre alla ricchezza – continua Symbola – l’economia verde, sempre più apprezzata dai consumatori italiani, visto che il 78% di essi è disposto a spendere di più per prodotti e servizi eco-sostenibili, produce anche lavoro: già oggi in Italia ci sono 3 milioni di green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’. Una cifra di tutto rispetto destinata a salire ancora nel corso del 2014”.
Sono ben 234 mila le assunzioni legate al mondo green (il 61% dell’intera domanda di lavoro e il 70% di tutte le assunzioni destinate alle attività di ricerca e sviluppo delle nostre aziende).
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