17 Apr 2015

"Buono, sano, vegano", intervista all’autrice Michela De Petris

Scritto da: Tamara Mastroiaco

Una guida facile ai cibi della salute, che illustra in modo semplice e rigoroso, tutti i vantaggi della dieta vegana […]

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copertinaUna guida facile ai cibi della salute, che illustra in modo semplice e rigoroso, tutti i vantaggi della dieta vegana per la salute (la nostra), per l’ambiente e per gli animali. Ne parliamo con l’autrice Michela De Petris, medico nutrizionista specializzata in Scienza dell’Alimentazione, esperta in nutrizione vegetariana, vegana, crudista e macrobiotica. Si occupa in particolare dell’alimentazione dei bambini a partire dallo svezzamento e di prevenzione e terapia nutrizionale del paziente oncologico.

 

Anche se oramai si parla molto di alimentazione vegana farei un piccolo ripassino…
Certamente. Anche alle mie conferenze chiedo sempre ai partecipanti, se sanno la differenza tra vegetariani e vegani, rendendomi conto spesso che tutti effettivamente gradiscono fare un ripassino. I vegetariani e i vegani non consumano cibi che derivino dall’uccisione di animali, per cui niente pesce, niente salumi e niente carne. Mentre i vegani hanno un’alimentazione al 100% vegetale, i vegetariani, invece, continuano a consumare i derivati di origine animale come latte, uova, burro, formaggio, panna e anche miele.

 


La dieta migliore per prevenire, arrestare e invertire il decorso delle principali malattie cronico- degenerative è quella a base di cibi vegetali
Mi spingerei oltre. Direi che l’alimentazione del futuro è proprio quella vegana perché è un’alimentazione non acida, non infiammatoria, che si fonda invece sull’utilizzo di cibi al 100% vegetali. Sono proprio quelli di origine animale, ricchi di grassi saturi, di colesterolo e di proteine animali acide, che infiammano e acidificano l’organismo, creando quell’ambiente utile alla proliferazione delle cellule tumorali. Le più grandi società scientifiche dicono che le diete vegetariane correttamente pianificate sono salutari. L’American Dietetic Association (ADA), in realtà, già dal 1987, ma l’ultima posizione ufficiale è molto recente, dice che non solo è possibile essere vegetariani ma addirittura è sano e auspicabile essere vegani per la prevenzione e per la terapia di numerose patologie.

 

Vegano non è sinonimo di salutista però…
Assolutamente no. Lo ripeto sempre ai miei pazienti. Sono cibi vegani anche il pane bianco, il riso brillato, le farine di tipo 0 e 00, le famose bibite dolci, le patatine fritte, ecc. Ci imbattiamo, spesso, in ricette molto accattivanti per la preparazione ad esempio di dolci vegani però se tra gli ingredienti troviamo lo zucchero bianco o quello di canna, la margarina, il burro vegetale, l’olio di palma o l’olio di cocco, non va affatto bene. Saranno anche cibi vegani ma non solo affatto salutari. 

 

 

Nel suo libro, infatti, consiglia di non consumare, anzi di evitare, la pasta bianca, lo zucchero, il sale e le farine bianche
Sono cibi molto molto raffinati e quindi molto trattati a livello industriale; più sono numerosi i processi industriali e di raffinazione più l’alimento si adultera, si impoverisce e soprattutto si arricchisce di zuccheri semplici particolarmente dannosi per la salute, soprattutto in ambito oncologico, perché stimolano la proliferazione delle cellule tumorali. Utilizziamo, invece, i cibi vegetali integrali, poco o per nulla raffinati, poco cotti, meglio se crudi, freschi, con pochissimo sale e zucchero. Impariamo a condire i nostri piatti con le spezie e le erbe aromatiche. Nella mia casa non mancano mai la curcuma (antinfiammatoria e antitumorale), lo zafferano (ricco di calcio e di carotenoidi), la cannella (disinfettante e ipoglicemizzante) e il peperoncino (antitumorale e antiossidante).

 

 

spezie

 

Ha nominato l’olio di palma, ingrediente killer per la salute e l’ambiente
Purtroppo l’olio di palma, così come l’olio di cocco, anche se in misura minore, è molto ricco di grassi saturi che vanno a incrostare e otturare le arterie, promuovendo la formazione di placche aterosclerotiche e causando patologie croniche a livello del sistema circolatorio. Oltre a far male alla salute, l’olio di palma fa male anche all’ambiente, perché per produrlo vengono abbattuti interi palmeti, danneggiando l’ecosistema e minacciando l’habitat di tanti animali che vivono all’interno delle piantagioni. Abbiamo una valida alternativa all’olio di palma o di cocco, il nostro olio extravergine d’oliva, sfruttiamolo e utilizziamolo anche quando dobbiamo fare una frittura. 

 

Sarebbe meglio consumarlo crudo?
Certo, più riusciamo a stare sul crudo e meglio è. Anche se i grassi contenuti nell’olio extravergine d’oliva, nei semi oleaginosi e nella frutta secca sono di ottima qualità, è sempre consigliabile consumare questi prodotti crudi. 

 

 

Cosa pensa di tutti gli affettati vegetali, würstel, salsicce e formaggi vegan in circolazione?
Consiglio sempre di provare ad assaggiarli perché sperimentare, gustare, essere curiosi è comunque bello e divertente. Cerchiamo però di limitare il consumo di cibi industriali orientandoci verso cibi meno raffinati. Anche questi prodotti sono troppo spesso colorati o eccessivamente saporiti. Consiglio di preparare in casa polpette, crocchette, würstel, polpettoni, hummus, usando i legumi, che possono essere consumati tutti i giorni, anche due volte al giorno. Non costano molto e sono assolutamente naturali.

 

Nel libro ho trovato una curiosità interessante. Credo siano in molti, come me, a non sapere la differenza tra la pasta corta e la pasta lunga
Il formato della pasta influisce molto sull’indice glicemico. Più la pasta è corta più l’indice glicemico è alto, più il formato è lungo (spaghetti, fettuccine, tagliatelle ovviamente senza uovo) più l’indice glicemico si abbassa. E’ un informazione importante soprattutto per i diabetici ma anche per i pazienti oncologici. Meglio preferire la pasta lunga se vogliamo tenere sotto controllo la glicemia.

 

 

Falafel

Falafel


 

Quali sono gli alimenti che non possono mancare sulla tavola di tutti (vegetariani, vegani e onnivori)
Sicuramente la verdura, che deve essere alla base della nostra alimentazione. Scegliamo sempre la verdura di stagione, prodotta localmente, possibilmente biologica, fresca, meglio se consumata cruda. Si può consumare ovviamente anche cotta ma diciamo che serve più a soddisfare il palato. Non possono mancare la frutta secca, i semi oleaginosi, i cereali integrali, i legumi, le alghe in strisce, in fogli, in fiocchi o in polvere, perché forniscono minerali, vitamine, fibre, omega 3 e soprattutto iodio, assente negli altri vegetali. Ogni tanto non facciamoci mancare un dolcetto, magari del cioccolato, ovviamente fondente, meglio con un’alta percentuale di cacao, meglio ancora crudo. Possiamo prepararci anche dei gustosi dolcetti vegani fatti in casa, evitando di utilizzare lo zucchero e le farine raffinate, sbizzarrendoci tra le ricette “sane, buone e vegane” che trovate anche nel mio libro.

 

Con quale frequenza i vegetariani e vegani devono fare gli esami del sangue. Quali voci non possono mancare e perché?
Consiglio a tutti, onnivori compresi, di fare gli esami completi almeno una volta l’anno. Vitamina B12, acido folico, omocisteina, zinco, vitamina 25 OH D3 e paratormone sono valori importanti anche per gli onnivori, ma soprattutto per i vegetariani e vegani. I medici di base, purtroppo, non li prescrivono quasi mai, mentre sono fondamentali per prevenire ed eventualmente curare efficacemente stanchezza, affatticabilità, disturbi di memoria, deflessione del tono dell’umore, unghie/capelli fragili e anche osteoporosi. La frequenza degli esami del sangue dipende dalle esigenze del soggetto: presenza di carenze nutrizionali, necessità di integrazione, stato di salute e benessere generale. Se assumiamo integratori per colmare qualche deficit è ragionevole far passare tre mesi prima di ripetere gli esami alterati.

 

A proposito di ricette. A fine libro ne troviamo 70. Non sono di suo pugno?
E’ vero le ricette che trovate nel libro non sono mie e lo dico con molta gioia e orgoglio! Ho chiesto ad amici, parenti, grandi chef e soprattutto ai miei pazienti, di regalarmi la loro ricetta migliore. Tutte le ricette sono firmate e accompagnate da un commento dell’autore per far capire quanto sia bello passare a un alimentazione di questo tipo, spiegando anche le diverse motivazioni. E’ stata una bella iniziativa.

 

Essendo una guida, oltre a spiegare i vantaggi di un’alimentazione a base vegetale, nel suo libro dà anche informazioni su quali cibi mettere nel carrello, dove acquistarli, come organizzare il menù settimanale, ecc. Un capitolo è dedicato alla sopravvivenza. Possiamo essere vegani felici e consapevoli anche ai matrimoni, in aereo, in una baita in montagna?
Non c’è limite alla fantasia e all’intraprendenza, per cui si può essere vegani felici in tutte le occasioni. E’ assolutamente facile e fattibile, basta organizzarsi. Per esempio quando devo viaggiare in aereo, contatto l’agenzia di viaggi o la compagnia aerea almeno due o tre settimane prima, chiedendo un menù vegan. Mi arrivano sempre di quei pranzetti luculliani da far invidia a tutti gli altri passeggeri seduti vicino a me. Tutti vorrebbero avere il mio vassoio. Quando gli altri passeggeri aprono il loro pasto, trovano i classici cordon bleu oppure quelle lasagne tutte pasticciate con un ragù improponibile mentre io aprendo il mio, trovo spesso un bellissimo riso integrale oppure il riso Venere oppure il cous cous. Ultimamente mi hanno portato l’hummus di ceci, i falafel con verdura cotta e cruda. Quando sono stata a Dubai mi hanno addirittura portato una cheesecake vegan al cioccolato e lì ho raggiunto l’apoteosi! 

 

La chicca del libro
La sezione dove potete trovare indicazioni precise su come costruire un menù vegan per il cane. Ho avuto la fortuna di condividere parte della mia vita con Igloo, che mi ha accompagnato per ben 18 anni. E’ morto lo scorso anno di vecchiaia. Adesso ho un altro cagnone di 30 kg che si chiama Diamond. Tutti e due felicemente vegani. Mi chiedono spesso come sia possibile avere un cane vegano. Per questa ragione ho voluto svelare nel libro come cambiare le loro abitudini alimentari e creare una pappa vegan per il proprio amico a quattro zampe.

 

Il libro non promette né l’elisir di lunga vita né la ricetta per salvare il mondo. Nel suo essere semplice, grazie alla scrittura scorrevole, è allo stesso tempo un testo scientifico e una guida pratica dedicata sia ai neofiti, sia ai vegani etici incalliti per aiutarli a rispettare anche se stessi!

 

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