Little Free Library: la biblioteca diffusa che promuove la cultura e il senso di comunità
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Il concetto tradizionale di biblioteca cambia e si reinventa. Da classica raccolta di libri gelosamente custoditi, spesso ubicata in posizione centrale e lontana dai cittadini, la biblioteca diventa periferica, diffusa sul territorio e alla portata di tutti. In tutta Italia, dalle Alpi al Salento, sono già attive una trentina di micro biblioteche chiamate “Free Little Library” .
Sono casette di legno piene di libri, resistenti alla pioggia, accessibili a chiunque e collocate ovunque ci sia viavai di persone, ad esempio vicino ai palazzi comunali, nei parchi pubblici, lungo le piste ciclabili, davanti ai bar, alle fermate degli autobus. I residenti ed i passanti non devono far altro che aprire lo sportello delle casette e prendere in prestito un libro gratuitamente, ma ad una condizione: sostituire il libro prelevato con un nuovo libro. Il motto che campeggia su tutte le “Free Little Libraries”, infatti, è “Take a book. Return a book” (“prendi un libro ma lasciane un altro”, t.d.a.).
Lo scopo della biblioteca diffusa è, da un lato, promuovere la lettura e la cultura e, dall’altro, spingere i cittadini a condividere i libri che hanno amato e scambiarsi opinioni ed esperienze di lettura. A differenza delle biblioteche tradizionali che salvaguardano i volumi senza appassionare davvero il pubblico alla lettura, le “Free Little Libraries” sono tanti micro centri di diffusione del sapere e, al tempo stesso, di aggregazione. La condivisione dei libri favorisce lo scambio di opinioni e la condivisione di esperienze tra gli abitanti e tra le generazioni, crea momenti di incontro e socialità e rafforza il senso comunitario di un quartiere o di un Comune, rendendoli più vivibili e frequentati.
La prima “Little Free Library” italiana è apparsa a Roma nel 2012 quando Giovanna Iorio – insegnante, scrittrice e blogger – ha organizzato una raccolta fondi per acquistare oltreoceano la casetta di legno che è stata collocata nel parco dell’Inviolatella Borghese.
Il successo dell’iniziativa è stato immediato: “Ho visto persone che si fermano a leggere un libro, poi riprendono a passeggiare con il cane e lasciano un libro”, ha dichiarato in una recente intervista. “Ho visto bambini che corrono a vedere se ci sono libri nuovi da scoprire, che si siedono nel prato e sfogliano i libri che trovano. Ho visto genitori organizzare pic-nic primaverili intorno alla Little Free Library e rendere la lettura un momento di divertimento, sotto l’ombra degli alberi. Sì, è bello trovare i libri in un parco”. L’esperienza romana è stata replicata in numerose province italiane tra cui Milano, Trento, Lecce e Cagliari e molte altre casette sono pronte per essere inaugurate.
L’idea che sta alla base della “Free Little Library” – tanto semplice quanto geniale – però non è italiana, ma è venuta allo statunitense Todd Bol nel 2009. Todd aveva costruito la sua prima casetta in legno con la scritta “Free Books” a Hudson (Wisconsin) in ricordo della madre Esther, insegnante e instancabile e appassionata lettrice, e l’aveva collocata nel cortile di casa.
L’obiettivo iniziale era creare un luogo di ritrovo nel quale chiunque potesse condividere i propri libri preferiti con i vicini di casa, ma l’iniziativa ha riscosso un successo tale che a Todd arrivavano prenotazioni di casette da tutti gli USA. Nel 2012 Todd ha fondato anche l’omonima associazione no profit “LittleFreeLibrary.org”, che promuove il piacere della lettura nei bambini e l’alfabetizzazione degli adulti a livello globale. Oggi l’associazione conta oltre 20.000 micro librerie distribuite in 70 paesi in tutto il mondo.
Che siano acquistate o costruite da soli (realizzate anche con materiali riciclati e decorate dai bambini) le “Little Free Libraries” hanno tutte una cosa in comune: ovunque vengano collocate i cittadini reagiscono con entusiasmo, i bambini trovano un modo originale di avvicinarsi alla lettura, gli adulti hanno la possibilità di scambiarsi opinioni sulle letture preferite e, quindi, di conoscersi meglio.
“Basta posare la prima pietra, fare il primo passo, dopodiché è la comunità stessa – i vicini, le associazioni, i gruppi locali, ecc. – che procede e continua a costruire”, ha spiegato Todd Bol. “Le Little Free Libraries creano modelli positivi a livello locale ed è soprattutto per questo motivo che riscuotono tanto successo”.
Lo scambio gratuito di libri non promuove solo la diffusione della lettura e del sapere, ma rafforza anche il senso di comunità. Le “Little Free Libraries” sono spazi culturali restituiti al territorio e a chi lo vive ogni giorno e, al tempo stesso, spazi di aggregazione e condivisione dove i momenti di incontro e socialità rendono un quartiere più vivibile e, quindi, più attraente e frequentato.
Immagini tratte dal sito Little Free Library Italia e dal sito Little Free Library Usa
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