23 Marzo 2015 | Tempo lettura: 3 minuti

Cyclolenti in viaggio verso la Grecia

A quanto pare non siamo gli unici cicloturisti ad imbarcarci. Jonnas è un giovane ragazzo tedesco e dalle sue quattro […]

Autore: CycloLenti
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Cyclolenti in viaggio verso la Grecia

A quanto pare non siamo gli unici cicloturisti ad imbarcarci. Jonnas è un giovane ragazzo tedesco e dalle sue quattro sacche mezze vuote non si direbbe mai che anche lui sia partito per un lungo viaggio in bicicletta verso l’Asia. Condividiamo la cena e passiamo il tempo ad esaminare a fondo tutti gli elementi che compongono la sua valigia, voglio proprio capire come posso alleggerire il nostro bagaglio! 

 

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Non è ancora l’alba e pance debordanti si trasportano dalla sedia al bar per un caffè. Volti dai tratti simili ci guardano come se fossimo alieni e con gli stessi occhi guardiamo loro. Sono i camionisti che, in questa stagione dell’anno, sostituiscono le masse di turisti sulla nave. Fuori è ancora buio quando stiamo per attraccare ad Igoumenitsa. Ho dormito poco e male, avrei solo voglia di un letto e una buona tazza di te per scaldarmi, ho freddo dentro. Per la prima volta ho la sensazione di partire veramente e sono un po’ spaventato, ho la nausea.

 

Eppure la Grecia non è così lontana e sconosciuta, ma con essa inizia un nuovo capitolo del viaggio. Da qui in poi niente più itinerari che passano per la Francia o per l’Italia, d’ora in avanti non faremo altro che allontanarci dalle nostre terre, dai nostri sapori, usi e costumi, dai nostri cari. Non più alfabeti simili e sempre meno strade asfaltate. Mi sento come al primo giorno di scuola, nuovi insegnanti, compagni di classe e materie. Non so se sono pronto ad affrontare tutto ciò. Non vorrei più scendere dalla nave. Non abbiamo pianificato assolutamente nulla, non ho nemmeno la più pallida idea della strada o della direzione da prendere (Nota di Tiphaine: “È questa l’avventura mio caro!”). Nessun conoscente, amico di amico o couchsurfer ad attenderci. Davanti a noi solo la strada e il nostro destino. 

 

Alla fine fuori fa meno freddo di quello che pensavo. Una sistemata alle borse, un’occhiata alla cartina et voilà il programma è fatto: seguiremo la costa. La nave riparte, tra qualche ora arriverà a Patrasso, noi non prima di una settimana. Ancora qualche sbuffo di fumo dalla ciminiera e scompare lentamente all’orizzonte, con sé porta via ansia e paure. Un colpo di pedali e siamo immersi in questo nuovo mondo. La nausea lascia presto il posto allo stupore. Baie verdeggianti, acque cristalline, colline sinuose che fanno da contrasto, montagne, vallate, isolette qua e là, altro che Nuova Zelanda, il paradiso è qui e a due passi da casa.

 

 

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L’aria è condita di odori misti tra mare e campagna, ne divoro a grandi boccate mentre gli occhi assaporano il gusto di questi paesaggi incontaminati. Apro tutto la cartina, questo paese è vasto ma conta solo 12 milioni di abitanti di cui un terzo vive nella capitale. Non c’è quasi nessuno, mi sento già parte di questa terra.