9 Feb 2015

Ogm, resta il divieto. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell'agricoltore Fidenato

Scritto da: Alessandra Profilio

Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’imprenditore agricolo Giorgio Fidenato che aveva utilizzato sementi […]

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Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’imprenditore agricolo Giorgio Fidenato che aveva utilizzato sementi geneticamente modificate in Friuli Venezia Giulia e aveva impugnato il decreto del Governo che vieta la coltura in Italia del mais Mon810, prodotto da Monsanto. Il mais geneticamente modificato MON810 della Monsanto è l’unico Ogm approvato nell’Unione europea ma bandito dal nostro e da altri Paesi.

 

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Secondo i magistrati i ministeri hanno agito correttamente ritenendo che “il mantenimento della coltura del mais MON 810 senza adeguate misure di gestione non tutelasse a sufficienza l’ambiente e la biodiversità”.

 

Lo scorso 24 aprile il Tar del Lazio aveva confutato le motivazioni addotte dall’agricoltore friulano che, con l’intenzione di seminare liberamente mais biotech, avrebbe voluto far cadere il decreto interministeriale dell’agosto 2013, che ne vietava la coltura sul territorio italiano per 18 mesi. Tale decreto è stato prorogato per altri 18 mesi da un recente provvedimento del 23 gennaio 2015.

 

Il 13 gennaio scorso, intanto, il Parlamento europeo ha approvato una nuova normativa comunitaria che consente agli Stati membri di restringere o vietare colture geneticamente modificate sul proprio territorio, anche se autorizzate a livello europeo.
La sentenza del Consiglio di Stato è stata accolta positivamente dalle associazioni ambientaliste.

 

“Questa sentenza – dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia – conferma ancora una volta la validità del decreto recentemente prorogato e della corretta applicazione del principio di precauzione a salvaguardia di agricoltura e ambiente, contro i rischi legati al rilascio in ambiente di colture OGM. L’Italia si conferma nuovamente Paese libero da OGM”.

 

“Siamo soddisfatti della decisione del Consiglio di Stato – commenta il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – Si tratta di uno stop deciso alle mire del Sig. Fidenato che non potrà più procedere alle semine biotech e di un ulteriore passo verso un’Italia Ogm free. Obiettivo necessario all’economia e alla società del Belpaese e facilmente raggiungibile con gli opportuni strumenti normativi, tra cui la pubblicazione dell’annunciato decreto firmato il 23 gennaio dai ministri della salute Beatrice Lorenzin, delle politiche agricole Maurizio Martina e dell’ambiente Gianluca Galletti, che proroga per altri 18 mesi il divieto di coltivazione di mais Ogm MON810 sul territorio italiano, in attesa dell’entrata in vigore della nuova direttiva Ue in materia di Ogm”.

 

Secondo la Coldiretti la decisione del Consiglio di Stato rappresenta una scelta coerente con quanto chiedono quasi otto italiani su dieci che sono contrari al biotech nei campi, ma anche con gli ultimi orientamenti produttivi che stanno decretando il flop delle semine ogm in Europa. Secondo l’analisi della Coldiretti, infatti, calano del 3 per cento i terreni seminati con organismi geneticamente modificati (ogm) in Europa nel 2014 a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse, secondo l’analisi del rapporto annuale 2014 dell’ “International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA).

 

“Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (ogm) in agricoltura – conclude la Coldiretti – non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”.

 

 

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