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Giovanni era un giocatore d’azzardo patologico. Oggi è guarito e gestisce due bar, rigorosamente senza slot machines. Proprio in uno dei suoi locali Giovanni ha ospitato un incontro della rete “Non azzardiamoci”, nata per offrire al territorio servizi e alternative al gioco d’azzardo. “Non azzardiamoci” è una rete di realtà che si propone di affrontare insieme agli abitanti la dilagante e offerta di gioco d’azzardo nel Municipio IV di Roma, disseminato di slot machines nei bar e negli esercizi.
“L’idea è quella di creare tra i commercianti una controcultura all’azzardo e fornire alternative valide, come luoghi e momenti di aggregazione, cinema e teatro”, spiega Cosimo Torre, di Libera, tra i partner della rete. Nato dalla volontà di singoli, associazioni e autorità municipali, “Non azzardiamoci” rappresenta una valida risposta a un fenomeno che le istituzioni sembrano invece incentivare.
“Non c’è la volontà politica di contrastare il fenomeno” spiega Francesco Naso, di Economia e Felicità “in sostanza lo Stato copre i buchi di bilancio promuovendo il gioco con una visione miope di breve periodo, senza valutare l’impatto sociale che questo comporta. E, come al solito, se i profitti vanno in mano alle aziende che operano nel business, i costi ricadono sulla collettività”.
Con un fatturato legale stimato in 76,1 miliardi di euro – a cui si devono aggiungere i dieci miliardi di quello illegale – il gioco d’azzardo costituisce la terza impresa italiana, l’unica con un bilancio sempre in attivo e che non risente della crisi che colpisce l’Italia.
Per saperne di più:
Il sito del network Amisnet: amisnet.org
L’archivio delle puntate di Terranave: www.italiachecambia.org/categoria/terranave/
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