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Qualche giorno fa mi sentivo stanca, non avevo più voglia di stare al telefono. Ho deciso di fare una passeggiata al mercato sotto casa, a Via Sannio, nel quartiere San Giovanni di Roma. Sono andata a trovare i miei amici del Senegal che lì hanno uno spazio per l’artigianato africano e dove fanno le treccine. Mi siedo e parliamo un po’; mi raccontano di come sia faticoso vincere la diffidenza di alcuni e di come sia riconoscibile un linguaggio televisivo nelle parole e nell’atteggiamento di molti.
Ad un certo punto entra Renato Accorinti, sindaco di Messina, di passaggio prima di andare ad un incontro al ministero. Lo guardiamo, riconosciamo un viso familiare e in una manciata di secondi io lo investo con un abbraccio forte. Lo stringo e gli dico grazie, grazie.
Si siede con noi, parliamo di quello che sta facendo, della macchina che gli hanno appena bruciato, della biblioteca per bambini che stanno mettendo su a Messina anche grazie alla generosità di Dario Fo. Mentre risponde alle telefonate dal ministero noi ricordiamo quel video su youtube in cui alla festa delle Forze Armate Renato Accorinti espose la bandiera della pace sul pulpito e disse che bisognava smettere di finanziare le armi davanti a generali e alle alte cariche dello stato. Un coraggio da leone.
Gli ho detto che sono una collaboratrice di Italia che Cambia; lui ricordava benissimo delle interviste fatte da Daniel Tarozzi.
Abbiamo continuato ad abbracciarci tutti un po’, sembravamo dei profughi che si rincontrano in un paese straniero! Eravamo felici, in quel mercato, ospitati da Ibu Diatta, ci siamo incontrati, riconosciuti e accolti come fratelli.
L’accoglienza è sempre reciproca, nasce dalla passione per la vita, pesca nella fiducia e restituisce il viaggio, anche quello interiore. Grazie al mercato, anche di una grande città, luogo di passaggio e scambi è possibile recuperare e riscoprire lo spazio-tempo per l’Incontro.
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