29 Gen 2015

Cyclolenti in Italia: Terra e Libertà, l'importanza dei grani antichi

Scritto da: CycloLenti

Giovanni, come i suoi cinque figli, è un vulcano di energia. Appena mettiamo piede in casa inizia a raccontarci la […]

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Giovanni, come i suoi cinque figli, è un vulcano di energia. Appena mettiamo piede in casa inizia a raccontarci la sua vita: “ho ereditato questo posto da uno zio d’America, prima facevo tutt’altro. Lavoravo a servizio del mercato finanziario, creavo tecnicamente i derivati, e guadagnavo molto molto bene” .
Replico: “Ah i derivati, quelli che hanno generato la famosa ‘crisi’ globale”.
Lui: “Non proprio. È sempre l’uomo e la sua avidità a rovinare le cose. Non importa di quale sistema si parli… socialismo, capitalismo, comunismo… vanno e andranno sempre in crisi a causa dell’essere umano”.

 

Giovanni prepara la riserva di legna per l'inverno

Giovanni prepara la riserva di legna per l’inverno


 

Due ettari di terra, un agriturismo in fase di costruzione, abitazioni in bioedilizia, trasformazione dei prodotti coltivati, ristorazione… Giovanni e Valeria con il loro progetto, Terra e Libertà, vogliono dimostrare che fare impresa sostenibile è possibile e conveniente! Il loro è un esempio concreto ed un invito a cambiare rotta. Lui lascia il vecchio mondo e si mette a fare il contadino, insieme piantano un bosco, che tra 4/5 anni donerà tartufi, avviano un castagneto e orti di ogni genere, seminano grani antichi, ristrutturano un vecchio casale con tecniche naturali e nel frattempo, giusto perchè le cose da fare erano “poche”, fanno cinque splendidi bambini.

 

Ma cosa vuol dire grani antichi? E perché? Quando il professor Franco Berrino, oncologo presso l’Istituto Nazionale dei Tumori  di Milano, in un’ intervista di Report del 2009 , diceva: “La farina 00 è il più grande veleno della nostra alimentazione. È raffinatissima, e non me ne importa niente se è biologica”, non mi era ben chiaro il motivo.

 

Cosa c’è di male nella farina? Bhè, in effetti, nella farina non c’è niente di male, se coltivata naturalmente e molita nel modo giusto. Ma c’è una profonda differenza tra quest’ultima e quella che si trova comunemente in commercio. Durante la fase di macinazione industriale, per allungarne la vita,  si elimina ciò che di più ricco contiene: il germe, che rappresenta il vero valore nutritivo del grano e la crusca, ossia la parte fibrosa. La 00 è così tanto raffinata che ciò che rimane è materia priva di qualsiasi elemento.

 

E la farina integrale? Quelle più diffuse si ottengono mischiando la farina 0 o 00 con gli scarti della crusca a loro volta rimacinati. Il risultato è doppiamente nocivo. La cosa più “simpatica” è che il germe estratto viene messo da parte e poi venduto a prezzi esorbidanti in farmacia. Il profitto diventa l’obiettivo, il prodotto il mezzo per raggiungerlo e, ahimè, il benessere dell’uomo e la natura passano in secondo piano.

 

Per completare il quadro bisogna fare un piccolo passo indietro e capire la provenienza e la modalità di coltivazione di quel grano che poi diventerà farina. Nell’agricoltura moderna, con lo scopo di massimizzare e garantire una rendita costante a livello produttivo, non si coltivano più i grani di una volta, ma degli ibridi ottenuti incrociando artificialmente piante di varietà diverse. Il punto è che tali ibridi, visto che non sono autoctoni, per poter rendere hanno bisogno di tanti pesticidi. Inoltre i semi che generano a loro volta sono inutilizzabili.

 

Risultato? I contadini sono costretti a comprare ogni anno i semi dalle multinazionali che li producono in laboratorio e intanto, visto che si coltiva quasi solo questo, la biodiversità diminuisce veritiginosamente e con essa centinaia di varietà locali scompaiono. Senza contare i danni al nostro corpo: intolleranza al glutine se tutto va bene, tumori, diabete e altre malattie nei casi più gravi.

 

Tiphaine trasporta la farina all'azienda agricola

Tiphaine trasporta la farina all’azienda agricola


 

Ecco spiegato perchè sono così importanti i grani antichi. È la nostra ultima possibilità di mangiare pane, pasta e tutto ciò che ne deriva, naturali, sani e genuini.

 

Per fortuna il grado di consapevolezza sta aumentando e sono sempre più:
– i medici che affermano che l’alimentazione assume un ruolo fondamentale nello sviluppo delle malattie;
– i contadini che coltivano con metodi naturali;
– i gruppi e movimenti di scambio semi. 
– le associazioni che promuovono un consumo critico e favoriscono le piccole realtà locali (Genuino Clandestino, GAS e tante altre).

 

Se non si dispone di un pezzo di terra o non si ha voglia di mettersi a seminare il proprio grano (il concetto si estende a qualsiasi alimento della natura) è possibile acquistare i prodotti direttamente da contadini attenti a tali tematiche. Di solito tramite i mercatini biologici a km0 o attraverso i G.A.S (gruppi di acquisto solidale) esistenti quasi ovunque.

 

La giornata con Giovanni e il suo amico Mario è intensa. La mattina recuperariamo il suo grano da un mulino che macina lentamente a pietra. Se tale processo fosse troppo veloce la farina tenderebbe a scaldarsi più del dovuto e si perderebbero parte dei nutrienti contenuti nel germe. Inoltre per garantire un prodotto sempre fresco, molisce solo la quantità necessaria. Da Giovanni si produce rigorosamente farina di tipo 2 e 1. Saragolla, Germanella, Senatori Cappelli, Risciolla, Segale, sono questi alcuni dei nomi di grani da cui si ottiene la vera farina.

 

È giunta l’ora di salutarci. Per questa sera non abbiamo un appoggio, dovremo fermarci il prima possibile e dosare le forze in modo da avere abbastanza ernegie per cercare una sistemazione. Sulla statale le salite sono dolci e i paesini scorrono veloci uno dopo l’altro. Piove a dirotto e non c’è goretex che tenga. A Monticchio ci fermiamo all’unico bar del paese. Hanno le chiavi di una sala del comune. Sarà la nostra stanza. Sono le 18:00, Tiph crolla nel suo sacco a pelo, io approfitto e scrivo il diario.

 

Marco

 

 

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