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“Una sentenza storica che segna una straordinaria vittoria per gli animali. Il 23 gennaio sarà la Giornata della Memoria dell’animalismo”. Con queste parole la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, oggi presente in aula a Brescia per assistere al verdetto del processo Green Hill, ha commentato la condanna di tre dei quattro imputati a complessivi quattro anni e due mesi di reclusione.
Accusati di maltrattamento e uccisione di animali, sono stati condannati il veterinario dell’allevamento (1 anno e 6 mesi di reclusione a fronte di una richiesta del pm di 3 anni e 6 mesi), il direttore della struttura (1 anno a fronte di una richiesta di 2), il co-gestore (1 anno e 6 mesi a fronte di una richiesta di 3). Assolto invece il consulente di Green Hill per il quale il pm aveva chiesto una condanna a due anni.
Il giudice ha disposto inoltre la confisca dei cani e la sospensione della licenza di allevamento per due anni.
Il pubblico ministero aveva denunciato come più di 6mila beagle sarebbero morti nell’allevamento tra il 2008 e il 2012.
I beagle, confiscati dall’allevamento di cani destinati alla sperimentazione scientifica e chiuso a Montichiari nell’estate 2012, restaranno nelle abitazioni degli adottanti e non conosceranno più le gabbie dei laboratori. “Con la sentenza di oggi – aggiunge Rocchi – si chiude la triste stagione degli allevamenti dei beagle da laboratorio”.
“Animali che venivano trattati alla stregua di merci e non come esseri senzienti e che, in quanto tali, vedevano calpestato il loro diritto a una vita comunque dignitosa a prescindere dal fatto che fossero destinati alla sperimentazione – prosegue Rocchi – . Questa sentenza è importantissima proprio perché afferma in modo inequivocabile che nessun essere vivente può essere costretto in condizioni di sofferenza e di deprivazione, tanto più se ciò avviene come conseguenza di un impiego per attività umane”.
L’Enpa, che nel processo Green Hill si è costituito parte civile e che ha dato un contributo fondamentale affinché gli oltre 2.600 beagle liberati dalla struttura trovassero una famiglia, auspica che questo pronunciamento possa rappresentare il primo tassello per superare tutte quelle situazioni di inaccettabile sfruttamento che gli esseri senzienti non umani sono costretti a subire in nome del profitto.
Fonte: Enpa
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