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Cambiamenti climatici e inquinamento ambientale minacciano la produzione del miele e, in questo senso, il 2014 è stato un anno particolarmente critico. È stata, insomma, un’annata nera per la biodiversità italiana, come sottolinea l’ultima puntata della trasmissione radiofonica Terranave che ha dato voce a diversi interlocutori, dalla Calabria a Bolzano, passando per la Toscana.
Emiliano Terreni è un apicoltore del Chianti. Nel territorio in cui vive, come racconta, i trattamenti massicci di insetticidi e prodotti chimici utilizzati in viticoltora e olivicoltura hanno messo in pericolo l’esistenza delle sue api e sterminato interi apiari. All’inquinamento chimico causato dalle grandi aziende si aggiunge il cambio climatico a cui stiamo assistendo: nel 2014 l’inverno praticamente assente e l’estate insolitamente piovosa hanno stravolto i cicli vitali di piante e insetti gettando in confusione le api.
La tropicalizzazione del clima ha inoltre favorito il prolificarsi di parassiti esotici, come l’Aethina tumida, coleottero che si impianta nel favo, cibandosi della cera delle api. In Calabria, nell’area della Piana di Gioia Tauro, è stato ordinato il rogo degli apiari considerati a rischio, ma gli apicoltori locali hanno denunciato l’inutilità di questa pratica, che lì dove è stata messa in atto non ha portato alla eradicazione del parassita. “Il danno non è solo per noi apicoltori – spiega Gaetano Mercatante, apicoltore calabrese – ma per la biodiversità tutta. Perché un territorio senza api diventa a breve un’area desertica”.
Per saperne di più:
Il sito del network Amisnet: amisnet.org
L’archivio delle puntate di Terranave: www.italiachecambia.org/categoria/terranave/
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