Sui passi della Sicilia virtuosa: camminare per il cambiamento
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Si è concluso il 24 novembre Compagni di Cammino, la camminata evento della Compagnia dei Cammini, che quest’anno ci ha portato sui monti Peloritani, cugini selvaggi dei ben conosciuti Nebrodi, in Sicilia. 120 km percorsi in 7 giorni, in cui hanno partecipato quasi 70 persone: chi è rimasto con noi per tutto il tragitto, chi invece ci ha accompagnato per qualche giorno, quanto poteva.
Un cammino lento, fatto per allontanarsi dal ritmo frenetico della vita, per osservare da vicino i luoghi e le realtà attraversate, per tornare ad immergersi nella natura e riscoprire la solidarietà. Un viaggio che ci ha messo davanti un’isola diversa da quella che siamo abituati ad immaginare, una Sicilia piena di iniziativa che ha voglia di rinnovarsi e rinascere, di lottare e cambiare.
Il tema di quest’anno infatti era proprio questo: camminare per il cambiamento – camminare nel cambiamento.
Ecco a voi il resoconto delle realtà differenti e variopinte che abbiamo attraversato (pacifiste, solidali, sostenibili o ecologiche che siano), tutte impegnate nella ricerca etica di un’alternativa a questo sistema che proprio non va.
Il diario di viaggio del cammino, completo e corredato di fotografie e filmati, è interamente raccontato da Luca Gianotti sul sito dell’evento Compagnidicammino.
Già dallo sbarco a Messina il cammino ha avuto una piega del tutto particolare. È stato infatti il sindaco Renato Accorinti ad accoglierci: un pacifista vero, che tiene nel suo studio un ritratto di Ghandi, la bandiera della pace e la foto di Thich Nhat Hanh. Un sindaco davvero eccezionale che ha preso le redini di una città disastrata e che ripone fiducia vera nel cambiamento.
Ai piedi dell’Etna, sono poi stati Toti, Tiziana ed i loro tre figli a darci il benvenuto in una casa di paglia (Casa di paglia Felcerossa), raccontandoci la loro storia e la loro scelta: una struttura in bioedilizia – tra i colori caldi dell’argilla e il tepore di un’apprezzatissima rocked-stove – interamente progettata dall’esperta Saviana Parodi, un terreno gestito con il metodo della permacultura ed un piccolo anfiteatro in balle di paglia dove d’estate si tengono corsi, concerti e spettacoli.
Abbiamo lasciato un Etna innevato, che alle nostre spalle brontola e borbotta, tra fumate e pennacchi di vapore, a tratti un po’ inquietanti… specialmente per chi come me arriva da lontano e non è affatto abituato a sentire la terra viva sotto ai piedi!
Dapprima la poetica discesa da Sant’Alfio a Fiumefreddo – tra antiche colate laviche, lapilli e noccioleti autunnali – poi il lungomare di Giardini Naxos, oltrepassando Taormina, fino a Mazzarò. Qui il panorama mozzafiato è stato modificato da un’urbanizzazione impressionante che ha invaso la costa rendendo difficile persino percorrere il litorale! Continue deviazioni e saliscendi tra villette a schiera, hotel, piscine e cumuli di spazzatura portati dalle mareggiate ci mostrano i desolanti retroscena del turismo estivo e dello sfruttamento incontrollato. Ma un cammino è anche questo: una chiara lezione, una presa di coscienza.
Abbiamo incontrato l’associazione APE – Aula Permanente di Ecologia – di S.Teresa di Savoca, che da due anni sviluppa progetti didattici per le scuole e per gli adulti. Tra corsi di orticoltura naturale, permacultura ed ecologia sono nati un piccolo giardino foresta con tanto di serra (fatta con bottiglie di plastica riciclate) e un’aula didattica all’aperto. Con tanta motivazione hanno anche creato una banca dei semi (Sementi Indipendenti) a protezione della biodiversità e di un patrimonio costantemente minacciato dal monopolio delle multinazionali.
Tra sentieri e tratturi, abbiamo poi lasciato la costa per innalzarci sui Peloritani attraverso Fiumedinisi, Alì, Itala e Pezzolo, ritrovando la natura e tornando a respirare: boschi di querce e fichi d’India, versanti terrazzati, capre e rovine di castelli, valloni così profondi che rendono questi monti aspri e appenninici.
Io che arrivo da una Liguria dove settimane di pioggia hanno reso ogni cosa scura e spoglia tanto è bagnata, mi meraviglio in continuazione di questo verde rigoglioso: l’alisso, l’acetosella e i gelsomini sono fioriti, ricoprono come tappeti i prati e i bordi delle strade.
Abbiamo incontrato Leo Moleti, che ci ha ospitato nello storico Istituto di Agraria di Pezzolo (l’ex monastero benedettino di S.Placido in continua attesa di ristrutturazione), di cui è vicepreside: insieme agli studenti ha intrapreso il recupero di molti terreni, gestendo alcuni ettari di vigneti… tanto che ora nelle cantine della scuola si produce orgogliosamente pregiato vino DOC! A Leo quando parla della sua professione brillano gli occhi, dimostrando a tutti noi come passione e cura possano siano fondamentali per la riuscita progetti grandiosi e determinati.
Siamo infine arrivati nel delizioso Monforte San Giorgio, dove il nostro cammino è terminato, ricevendo un’accoglienza a dir poco festosa: siamo stati accolti dai suonatori di zampogna, abbiamo assistito in via del tutto eccezionale alla cerimonia della Katabba (un concerto di tamburi e campane che rievoca la cacciata dei saraceni) e siamo stati sfamati da ottimi maccheroni fatti in casa dalle signore del paese. Il giovane sindaco Giuseppe Cannistrà ci spiega come stia cercando di valorizzare Monforte e il suo territorio, attraverso l’organizzazione di eventi, l’attuazione della raccolta differenziata e di iniziative sul riuso, la mappatura delle emergenze archeologiche, culturali e naturalistiche, la realizzazione di sentieri e il rispetto delle tradizioni (come l’insolita processione in onore del Capello di Maria). Quanto impegno ci mette si vede già, dall’energia che ha.
Ha camminato con noi Daniel Tarozzi che ci ha mostrato in anteprima il suo documentario Viaggio in camper alla scoperta dell’Italia che… cambia!, risultato di sette mesi di peregrinazioni su e giù per la penisola, scovando una miriade di progetti e di iniziative piene di buon senso: l’impressione, sempre più forte, è che siamo moltissimi a contribuire a questo rinnovamento e che non c’è motivo di sentirsi soli.
Ha camminato con noi Vincenzo Fiocco dell’associazione Volontari Sentieri Forza D’Agrò raccontandoci come lui e la moglie, con un pugno di volontari, ripuliscano vecchi percorsi e creino nuovi itinerari, seppur incontrando tanta incomprensione in questa terra dove la cultura del camminare fatica ancora a diffondersi.
Ha camminato con noi Alessandra Beltrame, giornalista di Sicilia & Donna che ha puntualmente raccontato sul quotidiano le tappe e gli incontri dell’intero viaggio.
Chi ci ha guidato tra queste realtà siciliane è Roberto Li Calzi, coordinatore di Le Galline Felici, che fa parte de l’Arcipelago Siqillyah, piattaforma di produttori siciliani che lavorano per un agricoltura naturale e solidale, al fine di riavvicinare il compratore al produttore. La rete che si è venuta a creare partendo da questa associazione abbraccia tutta Italia (e non solo) e si allarga a macchia d’olio. Rémy e Brigitte ad esempio arrivano dall’Haute Provence francese, qualche anno fa hanno iniziato a comprare arance da Roberto – fino a creare un gruppo d’acquisto che rifornisce più di 2000 famiglie! – e poi si sono ritrovati sulle montagne della Sicilia con noi e con lui, a dimostrazione dell’amicizia e della fiducia che c’è tra loro.
Roberto partecipa poi, insieme a Laura Norbis di Bergamo, all’ideazione di Lo Faccio Bene Cinefest , una rassegna (scaricabile gratuitamente dal web) di cortometraggi stimolanti e costruttivi, che mostra come sia possibile farcela, che sia esempio positivo per infondere ottimismo.
Questa sorprendente terra siciliana, seppur danneggiata, brulica di iniziative, vive, si risveglia e si fa sentire forte, proprio come il vulcano. Ha dato giorni di sollievo ad ognuno di noi, perché abbiamo realizzato di non essere soli: siamo in tanti, in giro per l’Italia e per il mondo, sulla stessa lunghezza d’onda, contribuendo a questa piccola rivoluzione.
Attraverso i nostri passi abbiamo portato in giro questo messaggio e raccontato quello che abbiamo visto e sentito, le persone ne parleranno ad altri che diffonderanno ad altri ancora, e così via. Il nostro cammino diviene testimonianza e raccoglie testimonianze.
D’altro canto è proprio camminando che siamo andati lontano: nella storia dell’uomo ogni contatto rappresenta uno scambio, una scoperta, la curiosità di fronte ad una nuova invenzione, ad una nuova cultura. Ancora una volta il nostro strumento è il camminare, ma la nostra novità sarà la consapevolezza.
Che tu sia un solo individuo o un milione di persone, sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo – ci dice Ghandi. Basta incominciare.
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