La rivincita della bellezza: abbattuto l'ecomostro di Alimuri
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Dopo 50 anni dal blocco dei lavori ed una battaglia giudiziaria non ancora terminata, è stato finalmente abbattuto l’ecomostro di Alimuri, rudere di un maxi albergo abusivo mai completato sulla costa di Meta di Sorrento, un’area di alto valore paesaggistico. La demolizione è avvenuta domenica 30 novembre con 1.200 microcariche esplosive.
“Una gran bella giornata, la rivincita della bellezza sull’arroganza del cemento. Dalle macerie dell’ecomostro di Alimuri arriva chiaro il messaggio: mai più condoni, mai più abusivismo, mai più regali all’ecomafie. Ora è necessario mettere in sicurezza il costone e vigileremo perché quel tratto di costa liberato torni al suo stato naturale e ritorni definitivamente alla fruizione dei cittadini.
“L’abbattimento di Alimuri deve servire anche e soprattutto come monito per amministratori, governo e Regione Campania perché l’abusivismo non paga più e per dire definitivamente basta ai condoni e tentativi in sede legislativa di salvare le case abusive”. Così in una nota Rossella Muroni e Michele Buomomo, rispettivamente direttrice nazionale e presidente regionale di Legambiente, commentano l’abbattimento dell’ecomostro di Alimuri in Penisola sorrentina.
“La demolizione di uno degli ecomostri più noti in Italia, in uno dei luoghi più belli della Campania – continua Rossella Muroni – rappresenta una pagina importante per la tutela dell’ambiente e contro l’abusivismo edilizio. L’abbattimento dello scempio in penisola sorrentina deve essere d’esempio e stimolo per nuove demolizioni affinché amministratori e cittadini si ricordino che quella spiaggia libera e quello scoglio da cui ci si può di nuovo affacciare sono stati a lungo ‘rubati’ e oggi riconquistati e riconsegnati al Paese”.
L’abbattimento di Alimuri arriva dopo 14 anni dal primo blitz targato Goletta Verde di Legambiente e a distanza di oltre un anno dall’abbattimento dell’ultimo ecomostro gli scheletri di cemento armato di Montecorice nel Cilento avvenuto nel luglio del 2013.
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