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C’è un comune nel sud della Spagna che fa una cosa molto semplice: usa i soldi dei cittadini per i cittadini! Questo posto si chiama Marinaleda.
“La casa è di chi l’abita
è vile chi lo ignora
il tempo è dei filosofi
la terra di chi la lavora”
Dimmi bel giovane – Francesco Bertelli (1871)
Pedaliamo già da qualche giorno in Andalusia e le colline verdeggianti del nord del Paese lasciano il posto ad ampie distese di campi coltivati a cereali, girasoli, ulivi e cotone. È un’altra Spagna. Per un tratto un ciclista ci fa compagnia e scambiamo due chiacchiere.
David: “Da queste parti si vive di terra e la vita è più semplice. La gente non cerca di fare soldi piuttosto cerca di lavorare meno. Non saranno ricchi, ma la qualità della vita è più alta”.
Continua: “Le persone sono anche più partecipi alla vita comune. Se c’è da riparare un marciapiede, lo faranno. Non se ne staranno con le braccia incrociate aspettando che qualcuno faccia qualcosa”.
“La casa è di chi l’abita… la terra di chi la lavora”. Queste parole, tratte dalla poesia “Esame di ammissione del volontario alla Comune di Parigi”, le hanno messe in pratica un gruppetto di attivisti che nel ’79 occupano le terre di un ricco latifondista, il Duca dell’Infantado, detentore di 17.000 ettari. Tanto hanno fatto e tanto hanno detto che alla fine lo Stato, per calmare le acque, compra circa 1.200 ettari e li dona al comune di Marinaleda.
Marinaleda acquisisce fama internazionale e diventa un caso mediatico come paese in cui c’è occupazione al 100%. Un dato ancora più forte se si considera il contesto in cui si trova, ossia l’Andalusia, una regione depressa dal punto di vista economico. Non bisogna nascondersi dietro a un dito e iniziamo subito col dire che questa informazione è parzialmente vera. Non tutti lavorano e gli eventuali picchi di occupazione si hanno nei periodi di raccolta nei campi tramite Humar, la cooperativa nella quale è impiegata una buona parte della popolazione.
Marinaleda, invece è un ottimo esempio di gestione dei soldi comuni in termini di servizi offerti ai propri cittadini. Il diritto ad una abitazione, allo sport, all’espressione e al lavoro, sono ideali che la classe politica di questo paesino ha messo in pratica. Alcuni esempi degni di essere elecati:
– I campi sportivi all’aperto e al chiuso sono gratuiti. Solo la piscina costa ben €5 per un abbonamento annuale.
– Per l’asilo cifre da “capogiro”, 12 euro al mese, mensa inclusa.
– La ciliegina sulla torta: la casa ad un costo di €15 al mese. Il terreno è offerto dal comune, gli operai, i materiali e il progetto sono pagati grazie ad un accordo che i comuni hanno con la regione andalusa. Alla persona che ci andrà ad abitare è richiesta la sua partecipazione alla costruzione e la quota mensile.
– I muri della città e una radio locale sono messi a disposizione per la libertà d’espressione.
Una domanda sorge spontanea: come fanno a sostenere tutto ciò? Intervistiamo Dolores, consigliera della giunta comunale e parte attiva delle manifestazioni del ’79: “Una buona gestione dei soldi e cooperazione sono fondamentali”. Marinaleda riceve dallo Stato e dall’Europa gli stessi soldi di tutti gli altri comuni della regione. La regola è semplice, tutto ciò che ottengono lo riversano sui servizi, senza speculazioni, e al costo. (Mi chiedo: ma non dovrebbe essere già così? Cosa fanno gli altri comuni allora?) Non c’è nessuno che ci guadagna sopra. Tutti percepiscono lo stesso stipendio, compreso il sindaco. Guadagni meno, è vero, ma con i servizi offerti spendi pochissimo.
Dall’altro canto temi come consumo critico, impatto ambientale, ecocostruzioni, autosufficienza energetica e sostenibilità in generale, sembrano essere argomenti ancora lontani. Inoltre, come dappertutto, anche qui la nuova generazione è un po’ allo sbando. A volte alzano troppo il gomito con l’alcool altre sfrecciano nelle macchine con la musica a “palla”. I vecchietti seduti al parco la domenica liquidano così: “I giovani non hanno voglia di lavorare!!”.
Marinaleda non è un paese “utopico” come lo definiscono in tanti, quasi ad indicare qualcosa di lontano, irraggiungibile. Lo definirei piuttosto “reale, concreto” esiste e come i comuni di tutto il resto del Mondo ha le sue problematiche e non è perfetto. Prendiamo ciò che ha di buono e facciamone tesoro.
Quei ragazzi del ’79 hanno lottato per i loro ideali e ora quegli ideali sono diventati realtà. Marinaleda è un modello da prendere come esempio? Si, per quanto riguarda la gestione dei soldi pubblici. Quanto durerà? Non lo sappiamo. Come per un mancato passaggio di consegna se per un qualsiasi motivo, quei valori non dovessero essere trasmessi o recepiti dalla nuova generazione, ecco che saremo punto e a capo.
La storia si ripete, d’altronde non è così da secoli?
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