Rural Hub: aree rurali e innovazione sociale per valorizzare il Made in Italy agroalimentare
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Rural Hub è una rete di ricercatori, attivisti, studiosi e manager che favorisce lo scambio e la condivisione di idee e progetti di innovazione sociale applicata alla ruralità, cioè alla terra e all’agricoltura. È un luogo fisico e, al tempo stesso, virtuale che intende mappare e sostenere un movimento sempre più vasto di persone che hanno acquisito importanti competenze tecnologiche e che hanno scelto di ritornare alla terra.
Rural Hub – che ha sede a Napoli e nasce nel 2013 come un “collettivo di ricerca” per connettere tra loro startuppers, investitori e associazioni di categoria del settore agroalimentare – è tante cose insieme: luogo condiviso di vita (co-living) e lavoro (co-working); centro di studi e di ricerca permanente sull’innovazione sociale applicata alla ruralità; incubatore e project financing per “rural start-ups”.
Questa realtà si differenzia dalle tante reti presenti in Italia perché vuole essere un invito ad un’innovazione rurale autentica, che viene definita “rural social innovation”. La rural social innovation è il luogo del recupero dei saperi e della tradizione contadina italiana (ad es. il recupero dei grani autoctoni) accompagnato dall’utilizzo delle nuove tecnologie – come la partnership con Arduino per ideare dispositivi per le macchine agricole.
L’obiettivo principale della social rural innovation non è lavorare sulla necessità finanziaria di un solo soggetto (azienda o multinazionale), ma sulla creazione e redistribuzione di valore nel territorio, sull’autenticità dei singoli progetti, sul senso di comunità, sull’etica del lavoro e dell’abnegazione sul campo. L’etica della start up spesso viene traslata “nell’etica del colpo gobbo: ovvero, un ragazzo inventa un’app, ha successo, la rivende. E chi se ne frega degli altri”, spiega Alex Giordano – direttore scientifico e presidente del progetto di ricerca.
In Rural Hub, al contrario, le idee di business vengono definite innovative se sono sostenibili non solo dal punto di vista sociale e ambientale, ma anche economico perché ideate per esistere a lungo termine nello stesso luogo che le ha generate. Le startup rurali realmente innovative devono innescare meccanismi di redistribuzione economica sulle comunità locali, perché fare innovazione oggi significa essere consapevoli di far parte di un territorio, di un sistema plurale.
“Ho deciso di fare il grano? Ho messo in piedi tutto, dai mulini al sito web che poi lo venderà, in connessione con più soggetti? Allora se non lavoro e se non faccio il mio dovere, tutto il sistema ne risente. È questo il sistema di valori che ci tiene insieme”, continua Alex. “La tecnologia dev’essere usata a scopi sociali. Siamo per un’agricoltura moderna che usa la tecnologia per essere sostenibile e di qualità, un’agricoltura legata alle comunità locali, ma capace di essere in connessione con il mondo”.
“La cosa interessante è riuscire a guardare indietro, con l’ausilio dei vecchi contadini, per capire come si fa il lavoro. E dall’altro lato c’è una nuova generazione che conosce le dinamiche della connessione e i processi di sharing, che può lavorare in rete e fare sistema”. In un mondo interconnesso come il nostro le barriere spazio-temporali si annullano e, di conseguenza, non esiste più una “modernità metropolitana” contrapposta ad “aree rurali arretrate ed ancorate al passato”.
Il passato, al contrario, fornisce i saperi e le conoscenze per valorizzare il prezioso patrimonio agroalimentare italiano e dare nuovo slancio ad un’economia in stagnazione.
Non è un caso che tra i partner del progetto ci sia anche Libera Terra, che ha come obiettivo il recupero sociale e produttivo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, attraverso la produzione di prodotti di qualità e la creazione di cooperative autonome, autosufficienti, durature, in grado di dare lavoro e creare un indotto economico positivo.
Le idee ed i progetti di Rural Hub possono riguardare innovazioni nei modelli di business e di distribuzione oppure soluzioni informatiche, etiche ed ecologiche per il settore agroalimentare, ma sempre con un occhio alla loro natura condivisibile e al recupero dei valori e delle identità socio-culturali di uno specifico territorio.
Perché l’innovazione o è davvero sociale o non serve. Parola di Rural Hub.
Il sito di Rural Hub
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