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Gli abitanti di Malles Venosta, comune alpino di 5.000 abitanti al confine con Austria e Svizzera, hanno scelto di vietare l’uso dei pesticidi su tutto il territorio comunale. In questa piccola comunità dell’alta Val Venosta ubicata lungo l’antica via Claudia Augusta, dove l’economia locale è legata alla coltivazione delle mele, è accaduto l’impensabile: i cittadini, che sono anche in maggioranza agricoltori, hanno detto basta all’uso di fertilizzanti e prodotti chimici.
Un risultato doppiamente straordinario per l’esito e per il metodo utilizzato dall’amministrazione comunale per consentire ai cittadini di esprimere un parere: il referendum propositivo a quorum zero.
Tutto è iniziato quando un campione di fieno prelevato vicino ad una scuola elementare è risultato contenere residui di nove diversi pesticidi e dopo che il fieno delle aziende biologiche locali era stato contaminato da trattamenti chimici effettuati nei meleti e frutteti limitrofi, causando danni e seri problemi di certificazione. Nel 2013 i residenti – stanchi del continuo spargimento di pesticidi vicino a scuole, parchi pubblici, case e impianti sportivi e della continua moria di api – hanno deciso di creare il comitato referendario “Gemeinde Mals, frei von Pestiziden” (“Malles Venosta, comune libero dai pesticidi”) e fare pressione sull’amministrazione comunale.
E così, mentre il comitato raccoglieva le firme, a gennaio di quest’anno il Consiglio comunale ha deliberato l’approvazione del nuovo “Regolamento per referendum popolari”. Il primo luglio scorso il Sindaco di Malles, Ulrich Veith, ha indetto il referendum su base comunale chiedendo ai cittadini di esprimersi sull’inserimento nello Statuto del principio precauzionale di tutela della salute dei residenti e dei turisti, introducendo il divieto di utilizzo di sostanze fitosanitarie chimico-sintetiche, in favore di quelle biodegradabili.
La consultazione popolare è durata due settimane, dal 22 agosto al 5 settembre, ed è stata estesa anche a tutti coloro che alla data d’inizio della votazione avevano compiuto 16 anni, coinvolgendo così anche i più giovani nella scelta del proprio futuro. Il 5 settembre è iniziato lo scrutinio e il giorno seguente il Sindaco ha proclamato l’esito finale: hanno votato i due terzi degli aventi diritto e il 75% dei votanti ha espresso parere favorevole al principio precauzionale. Ora il Consiglio comunale di Malles Venosta deve, entro il prossimo 5 ottobre, inserire un nuovo articolo nello Statuto ed emanare il relativo provvedimento.
Il passaggio da coltivazioni trattate a coltivazioni interamente biologiche, però, non sarà immediato. Dovrà essere necessariamente graduale, perché la dismissione immediata di pesticidi rischierebbe di far ammalare e scomparire interi meleti e frutteti. Ma l’inserimento del principio precauzionale nello Statuto permetterà comunque al comune di Malles di incrementare la produzione biologica locale e incoraggerà i turisti a visitare la zona e ad acquistare i prodotti locali, generando ricadute positive a medio-lungo termine sull’intera economia locale. Il risultato referendario, che non era per nulla scontato, è in linea con le scelte fatte dalle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni, di puntare su un sistema di accoglienza di qualità, orientato alla produzione biologica e alla salvaguardia dell’ambiente alpino, e sul turismo “lento” grazie a numerose piste ciclabili, sentieri per il trekking, servizi pubblici e mobilità sostenibile.
Questa vittoria della tutela della salute pubblica e dell’ambiente è ancora più straordinaria perché partita dal basso, da una piccola comunità che ha sfidato i grandi interessi legati alla monocoltura intensiva delle mele in Alto Adige. Lo stesso comitato, infatti, afferma di aver incontrato numerosi ostacoli prima della consultazione popolare, come ha spiegato Johannes Fragner, farmacista di Malles e uno dei promotori: “Sono cominciate le aggressioni verbali, poi sono arrivati i danni ai giardini e alle tombe di famiglia, e le diffamazioni. Tutto è stato segnalato ai Carabinieri, che ci hanno tutelato anche con pattuglie notturne”. Ma l’esperienza di Malles ha dimostrato quanto sia cresciuta la consapevolezza dei danni provocati dai fitofarmaci chimici alla salute e all’ambiente, non solo tra i cittadini ma anche tra gli agricoltori, i quali, lavorando a diretto contatto con i pesticidi, sono i primi a subirne gli effetti nocivi.
Eppure, nonostante l’esito positivo del referendum, il comitato e gli agricoltori biologici locali temono che le “lobby delle mele” abbiano intenzione di impugnare la validità legale della consultazione popolare. Qualche mese prima del referendum, infatti, la Provincia autonoma di Bolzano aveva varato un pacchetto di “misure preventive” relative all’impiego dei pesticidi in agricoltura, mentre la Südtiroler Bauernbund (Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi) in un comunicato stampa ha voluto precisare la sua posizione.
“Il settore dei prodotti fitosanitari”, si legge nel comunicato di SB, “è tra quelli maggiormente sottoposti a rigide normative a livello comunitario, nazionale e regionale. In seguito ad alcune novità legislative introdotte a livello nazionale, pochi mesi fa l’Alto Adige ha regolamentato il settore in modo completo ed esaustivo, prestando la massima attenzione alla protezione della popolazione. Dal punto di vista giuridico, quindi, non c’è spazio per disposizioni speciali a livello comunale, dal momento che la materia è già interamente regolamentata. Il Comune (di Malles Venosta) deve dare esecuzione al risultato referendario, ma individuando soluzioni attuabili all’interno del quadro normativo”.
Di parere contrario è, invece, Paul Köllensperger, consigliere della Provincia autonoma di Bolzano, che ha dichiarato alla stampa locale: “Oggi è una bellissima giornata di democrazia, la prova che l’impegno politico e il coinvolgimento dei cittadini possono cambiare le cose in profondità. Fino a ieri, pensare ad un’agricoltura sostenibile e non industrializzata in Val Venosta, in una parola libera dai veleni, era solo un sogno, un sogno che oggi si avvera. Grazie cittadini di Malles, speriamo che il vostro esempio sia presto seguito da altri comitati di cittadini”.
Su quest’ultimo punto esperti e politici sono tutti d’accordo: l’esperienza positiva di Malles Venosta può davvero diventare un punto di svolta per l’agricoltura dell’arco alpino ed avere un effetto-domino sull’intero distretto delle mele della Val Venosta e dell’Alto Adige. In altre parole, può diventare un esempio virtuoso da copiare e replicare in Italia e in Europa.
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