Maestri di strada per la “scuola di tutti”. Il secondo giorno molto meglio del primo
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Tante le cose successe oggi, interminabili ore di riflessioni e lavoro hanno dato qualche frutto. Di questa giornata, che dopo quasi sedici ore di lavoro sta quasi volgendo al termine, voglio condividere due cose. La prima è che esiste uno sguardo che giudica e uno che apprezza: il primo porta alla guerra mentre il secondo, se rivolto a ragazzi che non hanno praticamente mai avuto un rimando positivo, è come un premio Nobel.
C’è chi ha bisogno di giocare, chi di essere valorizzato, chi di essere accompagnato a capire come riempire un’esistenza altrimenti troppo vuota e pericolosamente farcita da sensazioni forti, nocive e pericolose. Qualunque cosa accada tu stupiscili con la tua calma, qualunque intemperanza finirà e non fare mai in modo che dopo tu ti penta di aver avuto paura ed esagerato nella reazione. Valuta sempre se il pericolo è reale o solo una maleducazione, se sbagli valutazione sappi chiedere scusa e ammettere che ti sei innervosito, loro se ne accorgeranno comunque e sappi che perdonano molto meglio di un adulto.
Ho chiamato le famiglie: al solo sentire la mia voce ho percepito il sussulto, la paura dell’oddio che è successo! “Niente, volevo solo dirle che va tutto bene, che suo figlio ha delle qualità, che ci stiamo conoscendo”. Sentire lo stupore, ascoltare la loro reale commozione mi ha fatto sussultare il cuore. La seconda cosa la esprimono queste foto, sono della stessa persona, dello stesso quaderno.
Se da un lato, per motivi diversi ci si trova davanti a un ragazzo di sedici anno che a stento sa mettere insieme alcune parole, abbiamo anche una persona che ragionando sugli esperimenti fatti ha capito che un diapason vibra sia nei rebbi che nel manico. Ha provato che nella sua testa può risuonare un suono, anzi nel suo teschio! Io credo che avere del tempo per poter osservare la realtà in maniera oggettiva, poter riflettere e sperimentarsi nella nobile arte del pensiero, sia per questi ragazzi un esercizio a cui non dobbiamo abdicare. Si tende a considerarli ‘stupidi’ e anche se giustamente vanno aiutati nell’alfabetizzazione di base non possiamo non dar loro ciò che comunque è nel loro momento atropologico.
Le scienze sono per tutti, perché le scienze parlano a tutti, ovviamente se sono scienza e non lettura di libri illustrati. I diapason sono un dono di amici, un prestito di una scuola privata, senza non sarebbe stato possibile. Domani arriva la cavalleria, amici hanno risposto all’appello. Ne abbiamo bisogno perché la strada sarà lunga, ma intanto oggi abbiamo fatto un altro passo in avanti.
Maestro Danilo Roma
16 settembre 2014
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