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È solo negli ultimi 15/20 anni che il Portogallo ha iniziato a vivere il suo boom economico. Catapultati bruscamente in una nuova era, sono passati dal lavare i panni a mano, alla lavatrice di ultima generazione, in una sola volta. La maggioranza dei portoghesi attraversa questo periodo con gran entusiasmo e sensibilità ed interesse per la sostenibilità e l’ambiente sono preoccupazioni ancora lontane.
Il sole tutto l’anno (specialmente al sud) e la terra ad un costo ragionevole rendono il Portogallo una destinazione ideale per attuare il proprio cambiamento. A migrare sono spesso degli europei che non godono di un gran clima nel loro paese e che allo stesso tempo non hanno voglia di allontanarsi troppo dalle loro rispesttive case. Ed è così che tedeschi, olandesi, belgi, inglesi e francesi scelgono queste terre per attuare il loro piano B. I progetti di comunità, ecovillaggi e di persone che hanno scelto di prendere una strada diversa da quella tradizionale, sono innumerevoli, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
“Dopo São Luis, seguite per la vallata e poi su per lo sterrato a destra, ad un certo punto vedrete un tepee a sinistra, siete arrivati”. Salutiamo Diogo, Gustavo e Gil e 2 ore più tardi arriviamo da Tanja e Michael, una coppia di tedeschi trasferitasi qui da circa un annetto. Scopriamo con piacere che entrambi hanno alle spalle svariati anni di cicloturismo, Tanja ha viaggiato per tre anni dal Sud America al Canada. Ci sentiamo subito a casa! Non si sono mai sentiti a loro agio in un ufficio e così hanno deciso di ritagliarsi una realtà diversa. Con qualche soldino da parte hanno preso 4 ettari di terreno e ristrutturato la casa che vi era prima. Non sono per l’ecologico a tutti i costi e la regola del buon senso prevale.
Per qualche giorno io e Tiphaine rimaniamo soli soletti. Tanja e Michael ci lasciano per andare a prendere una loro amica a Faro. Il posto ispira completa tranquillità e ci sentiamo in luna di miele in questo angolo di paradiso. Durante la nostra permanenza i compitini per noi sono preparare il terreno per il futuro orto, innaffiare le piante e ripulire il canale dalle canne. Ad animare le giornate ci pensano i quattro bambini: Moritz e Tabia figli di Tanja e Michael e Nino e Noa figli di Manu, la loro amica. Qui nessuno lavora. Al quarto giorno non possiamo fare a meno di chiedere: come fate per vivere? Michael, che è sulla cinquantina, ha mantenuto la sua casa in Germania e ora l’affitta.
Questa rendita, che è meno di mille euro al mese, gli permette di vivere sobriamente e gli dà contemporaneamente la tranquillità di lavorare al loro progetto futuro: costruire delle piccole casette per poter fare una sorta di bed&breakfast rurale. In fondo non ci vuole poi così tanto per voltare pagina. È una questione di fiducia in se stessi e, dopo aver fatto il grande passo che tanto temiamo, l’unica cosa che ci domanderemo è perchè mai non l’abbiamo fatto prima. Quest’area brulica di altrettanti stranieri che stanno avviando progetti interessanti e tutto nel raggio di qualche chilometro. Nei dintorni c’è quello che, sulla carta, è uno dei più famosi ecovillaggi in Portogallo, Tamera. In occasione di un mercatino a km zero facciamo visita per un giorno.
Sarebbe interessante rimanerci un po’ di più per poter approfondire la soluzione che hanno adottato per gestire l’acqua e soprattutto vedere dal vivo e in funzione la Stirling Machine (macchinario usato per trasformare l’energia termica in energia elettrica) di cui esistono pochissimi “esemplari” al mondo. Putroppo sulla strada per andare a vedere questa rarità veniamo bloccati da una signora portoghese che è più rigida di un tedesco e ci vieta catagoricamente l’ingresso: il giorno delle visite è il sabato e bisogna prenotarsi! Non c’è spazio per argomentare e questa golosa occasione sfuma.
A Tamera si pratica “l’amore libero” e i figli, che non si sa di chi sono, sono allevati da tutti. Dietro tale apertura però, si celano le classiche dinamiche. A suon di soldini, durante tutto l’anno, organizzano workshop e l’università estiva. L’unico momento di integrazione con i portoghesi è quando organizzano una raccolta fondi. Qui tutto è a pagamento. Vuoi imparare qualcosa? Paghi. Vuoi provare a vivere con loro? Paghi. Dove è finito lo spirito del condividere il sapere e le esperienze? Inoltre parlando con gli abitanti di Tamera si intuisce che, tra loro, esiste una profonda gerarchia.
Un giorno è ben poco per poter dire qualsiasi cosa ma queste sono state le nostre impressioni. Personalmente ci è sembrato di vedere lo specchio della nostra società moderna, ma in versione “eco”. A un chilometro da dove ci troviamo sta fiorendo un’altro progetto. Per questa volta, il momento del saluto, è meno difficile, restiamo nei ditorni e sappiamo che ci rivedremo. Tanja ci accompagna in bici, ad accoglierci ci saranno Francine, Jim e Rio.
Il sito di Tribodar
Il blog CycloLenti
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