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Agricoltura sostenibile, coesione sociale, occupazione e contrasto alla marginalità. Arriva dalla Camera il primo sì alla legge sull’agricoltura sociale. Il testo approvato il 15 luglio legittima le esperienze di agricoltura sociale in Italia e rappresenta un importante risultato per quei giovani, cooperatori sociali e imprenditori agricoli che utilizzano l’attività agricola come strumento di inclusione socio-lavorativa di persone ‘svantaggiate’, di co-terapia di accoglienza e fornitura di servizi alle persone e alle comunità locali.
Il testo contiene innanzitutto la definizione di agricoltura sociale come uno strumento sociolavorativo rivolto a soggetti svantaggiati che attraverso l’attività di coltivazione intraprendono un percorso di riabilitazione sociale.
La legge prevede criteri di priorità ai prodotti dell’agricoltura sociale nei bandi per le mense scolastiche e ospedaliere, spazi riservati ai produttori agri-sociali nelle aree pubbliche per la vendita dei prodotti, criteri di priorità per l’insediamento e lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nelle operazioni di alienazione e locazione dei terreni demaniali agricoli e di quelli appartenenti agli enti pubblici territoriali e non territoriali, nonché per i beni e i terreni confiscati alla criminalità organizzata.
Viene inoltre istituito un Osservatorio sull’agricoltura sociale per la promozione, il consolidamento e il monitoraggio delle attività.
Non sono previsti dalla legge incentivi finanziari ma vengono individuati una serie di interventi di sostegno per “le imprese riconosciute, iscritte in un elenco ufficiale costituito a livello regionale”.
Da risolvere, quando il testo verrà approvato anche dal Senato, il coordinamento delle Regioni all’interno della Legge nazionale. Progetti di agricoltura sociale sono già presenti, infatti, in diverse Regioni tra cui la Toscana.
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