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Il 12 giugno scorso la Giunta Regionale Sarda ha deciso di commissariare l’Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna. “Che fine farà il patrimonio costiero affidato alla gestione dell’Agenzia?”. È quanto si chiedono i promotori dell’appello rivolto a Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, affinché sia revocata la decisione di commissariare l’Agenzia. Il timore è che, con la soppressione dell’Agenzia, migliaia di ettari di coste, ad alto valore paesaggistico e ambientale, possano essere messi in vendita ai migliori offerenti, pronti a speculare sulle coste sarde.
Secondo i promotori dell’appello la decisione del governo regionale sardo appare ingiustificata “considerato che la Conservatoria delle coste è un ente sano, non in perdita e capace di risparmiare investire al meglio il denaro pubblico”. “L’efficienza economica e gestionale dell’Agenzia, esempio unico in Italia, e la sua capacità di attrarre finanziamenti per la Sardegna – si legge nell’appello – dimostrano concretamente la validità di investire nelle politiche ambientali per creare uno sviluppo realmente sostenibile”.
In questi anni, ricordano i promotori dell’appello, “la Conservatoria delle coste ha rappresentato uno strumento concreto di supporto agli enti locali per l’applicazione delle politiche regionali di tutela e di gestione integrata delle zone costiere della Sardegna”.
La Conservatoria – ricordano i firmatari – ha valorizzato, ad esempio, il patrimonio delle torri costiere, dei fari e delle stazioni semaforiche, iniziando il difficile restauro di molti manufatti e riportando questi beni culturali a un uso pubblico, in assenza di risorse statali per la loro tutela. L’ente ha così dimostrato che esiste un “modello alternativo ed efficace di gestione” di questi beni al quale si ispirano tutte le altre regioni italiane costiere.
L’appello rivolto al governatore della Sardegna vede insieme intellettuali, esponenti della cultura, del mondo accademico, politici e rappresentanti di diverse associazioni ecologiste. Si può aderire all’appello, firmando online sulla piattaforma Change.org o scrivendo una mail all’indirizzo appellocostesarde@gmail.com.
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