“L'acqua non è una merce”: continua la lotta per il rispetto della volontà popolare
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Si parla tanto di partecipazione, di restituire il potere al popolo. In questa ottica fu promosso – ormai tre anni fa – il referendum del 12 e 13 giugno con i tre quesiti su legittimo impedimento, nucleare e acqua pubblica. La risposta dei cittadini fu impressionante, con 26 milioni di italiani che si sono espressi a favore di un servizio idrico pubblico e partecipato, senza profitto dei privati.
Suscita dunque ancora più stupore quando tale atto di democrazia viene disatteso dai “piani alti” delle istituzioni.
A Pianezza (comune alle porte di Torino), per esempio, più del 95% dei cittadini si pronunciò a favore dell’acqua pubblica e alla sua gestione senza scopo di lucro.
“Il 3 aprile 2014 – si legge in un volantino diffuso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e dal Movimento 5 Stelle locale – la maggioranza del Consiglio comunale di Pianezza ha ignorato la volontà popolare e tradito il voto referendario, approvando modifiche allo Statuto della nostra azienda dell’acqua SMAT spa che lasciano aperta la porta alla sua privatizzazione”.
«La delibera in questione – racconta Mario Perino, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle lì a Pianezza – è il risultato degli “indirizzi” del Consiglio provinciale di Torino, fondati sull’assunto che la trasformazione di una SPA in Azienda Speciale non era giuridicamente possibile. Assunto sonoramente smentito dalla recente sentenza della Corte dei Conti, che ha scritto testualmente:
“l’operazione di trasformazione eterogenea di una società di capitali che gestisce un servizio pubblico a rilevanza economica (nella specie, il servizio idrico) in azienda speciale consortile, è compatibile sia con le norme civilistiche, trattandosi di organismi entrambi dotati di patrimonio separato, a garanzia dei terzi e dei creditori, e sia con le disposizioni pubblicistiche, intese a ricondurre tali organismi ad un regime uniforme quanto al rispetto dei vincoli di finanza pubblica …” ».
Ciò che viene chiesto a questo punto è semplice e scontato allo stesso tempo: “Il nostro voto va rispettato. SMAT va trasformata in Azienda Speciale consortile di diritto pubblico, per applicare l’esito referendario e mettere SMAT al riparo dalla privatizzazione”.
Tale soluzione, si legge ancora nel volantino, è già stata adottata da: “20 Comuni della provincia di Torino (Avigliana, Airasca, Busano, Bussoleno, Chiomonte, Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, Giaglione, Issiglio, Moncalieri, Montanaro, Nichelino, Quincinetto, Rivalta, San Didero, Torre Canavese, Venaus, Vidracco, Villar Dora, Villar Focchiardo)”.
Per non fermarsi alla semplice denuncia, è partita anche una raccolta firme: “Per la revoca della delibera del Consiglio comunale del 3 aprile 2014 e l’approvazione di una nuova delibera per la trasformazione di SMAT in Azienda speciale consortile di diritto pubblico”.
La campagna di raccolta è stata lanciata il 4 luglio scorso, durante una manifestazione alla quale hanno preso parte il consigliere comunale Mario Perino; Mariangela Rosolen del Comitato provinciale Acqua Pubblica Torino e l’onorevole Federica Daga, deputata del Movimento 5 Stelle.
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