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Ridendo e scherzando, #2RR varca la soglia del primo mese di viaggio. 768 Km pedalati più un tot in treno quando il calendario lo rendeva necessario (delle delizie dell’intermodalità parleremo in un’altra occasione).
Riguardando le terre percorse abbiamo notato come la maggior parte degli itinerari che abbiamo toccato (ricordiamo: strade secondarie, adatte alla bicicletta, che permettessero di avvicinarsi ai piccoli centri dove più sembra ribollire il cambiamento) fossero terre di frontiera. Dalla Valle di Susa corridoio suo malgrado alle Langhe, dalle Alpi Apuane alla Sabina, a cavallo tra ben tre regioni (Umbria, Lazio e Abruzzo).
Proprio dall’Umbria parte la marcia di avvicinamento verso la Casetta Gialla, dove Giulia, vecchia amica di scorribande musicali tra canzone d’autore e ricerca popolare, e il suo compagno Lucio, hanno iniziato la loro avventura in quella che abbiamo deciso di chiamare agricoltura 2.0.
L’agricoltore 2.0 non è un nostalgico alla ricerca di una Arcadia ormai perduta. Sa di agire in una situazione ormai compromessa, ma non intende ripetere gli errori delle generazioni precedenti. Per esempio conosce le insidie del mercato globale e si guarda bene dal competere con la grande distribuzione. Rivendica comunque la qualità del lavoro che sta svolgendo.
Lucio, percussionista ed esperto naturalista, ce ne espone attrattive ed insidie:
“Noi vogliamo ristabilire le colture delle piante da frutto autoctone, che crescevano in questo terreno. Il grande vantaggio delle piante autoctone è di essere assuefatte alle caratteristiche del suolo: caratteristiche di consistenza, di struttura, di densità, di tessitura, che rendono quella varietà irripetibile e che non ha bisogno di pesticidi. Purtroppo la loro coltura è stata abbandonata da decenni e se ne è persa la memoria”.
Il boom economico ha favorito l’abbandono delle campagne e la perdita di un immenso patrimonio di conoscenze di generazioni di contadini che hanno scelto il lavoro salariato. Ricostruire quel patrimonio di conoscenze è il compito più arduo di un agricoltore 2.0. L’agile libretto “Voglio andare a vivere in campagna” di Roberta Ferraris lo spiegava già molto bene. La campagna è sempre stata un mondo individualista, restio a condividere le sue risorse, diffidente dei nuovi arrivati. Eppure sono almeno tre le generazioni di contadini che si incontrano alla Casetta Gialla, alcuni a esclusivo beneficio di #2RR!
Claudio Tondinelli, classe 1929, è generoso nel condividere con i giovani vicini le sue conoscenze, che sono notevoli, come mostra anche il suo libro La conta delle stagioni . Dalle tecniche colturali -spiegate citando con nonchalance Dante e Torquato Tasso- alle ricette -geniali nella loro povertà e semplicità- emerge dalle sue parole la ricchezza immensa della cultura contadina, un mondo in cui nonostante la grande povertà “la Colazione sull’erba di Manet la facevamo tutti i giorni. Con le tecniche e i macchinari che ci sono oggi, avremmo dovuto diventare tutti de’ signoretti”. Rinunciarvi è come amputarsi un arto, rinunciare a una parte di se stessi, cosa che l’Italia ha assurdamente fatto dal boom economico in poi.
Non c’è bisogno di ribadire in questa sede i danni fatti dal sistema della grande distribuzione alla qualità del cibo e della vita (sempre utile e attuale questa vecchia puntata di Report). Ai contadini 2.0 tocca rimettere insieme i cocci di questo disastro.
Neppure le certificazioni DOC e DOP sono immuni dai rischi della speculazione (uso di pesticidi, manodopera non in regola). A questo cercano di rispondere la Rete dei Semi Rurali , Campi Aperti , Genuino Clandestino . Il caseificio casalingo di Donato e Paola non potrebbe essere classificato biologico, proprio come l’apicoltore del film “Le meraviglie”. Anche per questo molte imprese casalinghe si sono rivolte all’agricoltura biodinamica, molto meno complicata burocraticamente. Imprese che mettono a frutto gli studi fatti dai figli, e vi uniscono gli ultimi scampoli di memorie pervicacemente difese. Il futuro ha un cuore antico.
Daniele Contardo e Nica Mammì
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