L'Italia che sogna. Un laboratorio per ridare voce al mondo onirico
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Il sogno nella coscienza di un paese ha un ruolo rilevante, ma spesso sottaciuto, che oltre a toccare l’ambito personale del singolo tocca anche spazi più sociali. Forse non ci abbiamo mai riflettuto, ma da popolo a popolo il modo stesso di sognare cambia, così altrettanto cambia la rilevanza data a tale atto.
“Ogni epoca del pensiero umano potrebbe definirsi tramite rapporti che essa instaura tra i sogni e la vita”
Albert Beguin
È quindi con grande ammirazione, oltre che affetto, che parlo dell’esperienza di Marta Giovannini (1), persona dalla grande lucidità mentale, vastità di pensiero e profondità di vedute, nonché attenta conoscitrice del mondo onirico.
Attraverso i suoi studi si occupa di naturopatia, mentre già nei passati due anni ha tenuto un laboratorio sui sogni allo spazio Indue, in una traversa di via San Vitale: ci troviamo a Bologna, città fertile per nuove iniziative e giusto questo martedì di inizio marzo Marta ha presentato il suo nuovo laboratorio, che si terrà all’Altro Spazio, interessante realtà culturale la cui specificità è l’attenzione verso le persone non vedenti. Frutto di una grande ricerca dedita alla creazione di un quadro il più possibile completo in materia onirica, il laboratorio ha come obbiettivo fornire degli strumenti che aiutino le persone ad utilizzare i sogni come mezzo per orientarsi nella realtà quotidiana.
“Il laboratorio dei sogni è un’esperienza di approccio e approfondimento della materia onirica, attraverso un dialogo sulla sua natura, le sue manifestazioni e funzioni. La dimensione del sogno ci accompagna per tutto l’arco di vita e la sua frequentazione è una preziosa risorsa per orientarsi in modo più funzionale e integrato nella realtà della veglia.”
Marta G.
Credo che in maniera specifica nella realtà italiana una riflessione su questo argomento possa esserci necessaria, riferendomi sia al sogno propriamente detto che al “sognare” in stato di veglia. Questo perché muovendomi, incontrando persone, trovo che stiamo raggiungendo un maggiore livello di competenza nel nostro modo di ragionare. Dopo gli anni della mia vita a Bologna, lente per il più vasto panorama, quello che ho notato nel mio ultimo viaggio è che, al contrario di confusione e dubbi, le persone stanno sviluppando sempre più pensieri concreti. Parlo sia delle persone che ben conosco, che degli incontri casuali che hanno caratterizzato piacevolmente la strada Roma-Bologna, nel viaggio in macchina mediante Blablacar.
“È anche grazie alla mappa psichica, la geografia dell’anima, che acquisiamo una maggiore conoscenza e comprensione dei nostri processi, nei loro aspetti di attualità e storicizzazione.
La notte porta, per mezzo di un linguaggio dimenticato, analogico e preverbale, alla re-visione della realtà e dell’esperienza che ne facciamo; descrive e rappresenta il tessuto emotivo attorno cui si ricama il nostro ‘essere-nel-mondo‘, i cui intrecci e motivi sono molto più articolati e imprevedibili rispetto alle modalità, spesso troppo unilaterali, con cui la coscienza è solita filtrare ed elaborare gli eventi interni ed esterni”.
Marta G.
Se parlo della dimensione del sogno in stato di veglia, il sognare è ciò che ci permette di creare nella nostra mente un’immagine a cui tendere. Se non c’è qualcosa a cui aspirare, è difficile muoversi verso un cambiamento, anzi, molto facilmente rimaniamo vittime del susseguirsi di eventi esterni. Spesso però il ‘sognare’ ha acquisito la connotazione negativa del ‘fantasticare’, ovvero avere un’immagine fumosa di ciò che si desidera, spesso assolutamente sconnessa dalle possibilità reali e poco fattiva.
“Il laboratorio si propone di promuovere cultura del sogno e del sognare ridando voce al mondo onirico, come spazio-tempo in cui comprendere come funzioniamo, in un movimento di trasparenza a se stessi. Ci muoveremo all’interno di una visione in cui il sogno è proprietà ristrutturante l’unità psicosomatica ed interfaccia con il ‘conosciuto non pensato’, offrendoci spunti di riflessione, soluzioni, cambi di prospettiva e riallineamento con i nostri più profondi bisogni”.
Marta G.
Un’Italia che Cambia è un’Italia che sta riuscendo in maniera sempre più precisa a raffigurarsi l’immagine a cui aspira, ma non solo, sta riuscendo in maniera sempre più concreta ad individuare i passaggi necessari, le zone intermedie, quelle che J. Bruner (2) identifica come le “zone di sviluppo prossimale”. Cosa significa?
Vuol dire superare la confusione, che genera impotenza, per attrezzarsi e trovare il metodo per riuscire a realizzare i propri intenti in un Paese che sembra non dare possibilità di riuscita: ciò che sembra, spesso descrive un’errata apparenza. Mettere a fuoco, capire, conoscere. I modi ci sono, possono essere faticosi, possono aver bisogno di tempo, forse di più tentativi, ma questo non è sinonimo di impossibilità.
Credo che gli italiani stiano capendo questo, chi si industria infine una soluzione la trova. Credo che la creatività, la pazienza, l’affettività, oltre che la capacità di trovare soluzioni, di perseverare, di non temere la fatica e di imparare come si fanno le cose, siano qualità che ci appartengano come popolo. Negli anni forse si è offuscata l’immagine che ci racconta, nel senso che siamo i primi a dimenticare i lati belli e perché no, anche i lati meravigliosi di noi stessi. È per questo che trovo il lavoro con i sogni una grande opportunità. È la possibilità di rendere limpido dove ci interessa andare.
Gli otto incontri del corso tratteranno: che cos’è un sogno – breve storia del sogno – sonno e sogno in neuroscienze – funzioni del sogno- grammatica e sintassi onirica – psicogeografia – dialogo con i sogni – sogno lucido.
1. email: giovanninimarta@yahoo.it cell: 3343611645
2. Il riferimento a J. Bruner è al libro “La mente a più dimensioni”
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