28 Feb 2014

A scuola di economia popolare: la felicità sta nelle relazioni umane

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti

Esistono numerose esperienze di economia “altra”, un’economia che non finisce sulle prime pagine dei grandi quotidiani, che non fa notizia, […]

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Esistono numerose esperienze di economia “altra”, un’economia che non finisce sulle prime pagine dei grandi quotidiani, che non fa notizia, ma che però vive ed è in crescente aumento. E’ un’economia reale, vicina alla gente, realizzata attraverso banche che non si mettono al servizio della finanza, scuole di economia gratuite e aperte a tutti, laboratori e azioni concrete.

L’associazione Economia e Felicità premia le imprese che producono benessere e relazioni proprio attraverso il sistema economico che ci sta travolgendo, dai commercianti che hanno deciso di non introdurre le slot machine all’interno dei propri esercizi ai mercati equi e solidali. Il 15 marzo l’associazione ha deciso di premiare Banca Popolare Etica.

“I risparmi contenuti in questa banca non vanno in mano ai mercati finanziari” spiega Francesco Naso, di Economia e Felicità “Banca Etica con i nostri soldi sostiene i progetti delle persone, questo era lo scopo primario delle banche che però oggi si è perso”. Il premio consiste in un’azione: il Bank Mob. Il 15 marzo a Roma i cittadini e le cittadine sono invitati ad andare tutti insieme presso la sede di Banca Etica per spostare il proprio conto dalla propria banca a quella etica.

“Ciò che conta di più per la felicità sono le relazioni umane e l’economia conta perchè plasma largamente le relazioni”. Stefano Bartolini, Manifesto per la felicità

Esiste un fiorire di iniziative che testimonia che c’è una forte volontà di riprendersi in mano le cose, esperienze pratiche e incontri per uscire da un analfabetismo finanziario che non ci permette di avere strumenti per capire la nostra economia e la nostra vita. In questi giorni ad Arezzo si sta svolgendo la Scuola di Economia Popolare, gratuita e aperta a tutti, mentre si moltiplicano gli studi sulla correlazione nulla, se nona addirittura negativa, tra il benessere e l’accesso ai beni di consumo. Tra le ricerche che vanno in questo senso, c’è “Il manifesto per la felicità”, di Stefano Bartolini. “Questo libro è un’esplorazione delle cause dell’infelicità contemporanea e delle sue soluzioni. La tesi è che il cuore del problema sia relazionale”spiega Bartolini. Il professore dell’Università di Siena sostiene che il mondo moderno sia pieno di tragedie relazionali e si chiede se sia inevitabile che la libertà conquistata con la fine del mondo tradizionale si trasformi in solitudine, la risposta è negativa e il declino delle nostre relazioni, rassicura, non è un destino ineluttabile, ma può essere plasmato dall’economia. E l’economia la fa la gente.

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