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Dal 17/18 ottobre, giorno o giorni in cui è uscito nelle librerie Io Faccio Così, le emozioni e gli eventi si sono accavallati senza tregua. Presentazioni in pubblico, interviste radiofoniche, web, persino televisive.
Ho incontrato centinaia di persone e gran parte di loro sono rimaste colpite dalle storie che ho raccolto in questo viaggio mostrandosi interessate a saperne di più. Ore di dibattiti, confronti, approfondimenti.
Le delusioni, sì proprio le delusioni, non sono mancate (non mancano mai a quanto pare!).
Ci si confronta, si soffre, poi si cerca di dimenticare e si va avanti. Sperando che queste si trasformino col tempo in insegnamenti e non in patologie psicosomatiche di qualche tipo.
Si fa fatica (o almeno io faccio fatica) a capire come mai le persone spesso si aspettino la cattiva fede dall’altro, come mai un gesto sbagliato (chi decide poi cosa è giusto?), una disattenzione, o anche un vero e proprio errore vengano subito additati come qualcosa di volontario. Quando sbagliamo sappiamo sempre giustificarci, ma quando sono gli altri a farlo sappiamo con certezza che loro lo hanno fatto apposta…
Io cerco di non farmi prendere da questa logica, di non permettere alla vita di piegare i miei valori, la mia convinzione profonda che tutti, ma proprio tutti, siamo nati come piccoli bambini dolci e fragili e che poi la vita, le esperienze, i disagi, ci hanno ferito, in alcuni casi straziato, e hanno così generato le paure, le gelosie, le fragilità e le mille patologie che ci affliggono quotidianamente.
L’Italia cambia, questo lo so, l’ho visto, l’ho raccontato. Cambia proprio ora, mentre scrivo, mentre leggi, ma molto resta ancora da fare. Quindi tiriamoci su le maniche, indossiamo il nostro migliore e più autentico sorriso e costruiamo questo nuovo mondo.
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