3 Mag 2013

Un'intervista rilasciata a Pressenza

Scritto da: Daniel Tarozzi

Daniel Tarozzi ha cominciato il suo giro in camper il 9 settembre ed ha terminato il 16 aprile scorso; un […]

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Daniel Tarozzi ha cominciato il suo giro in camper il 9 settembre ed ha terminato il 16 aprile scorso; un giro per scoprire l’Italia che cambia. Gli facciamo un’altra intervista. L’ultimo post del suo blog comincia cosi’:
A tutti quelli che si stanno deprimendo per la vergognosa classe politica che ci governa e per il ritornare di loschi figuri, a tutti quelli che crollano dallo sconforto accendendo la televisione e osservando le solite facce sempre più decadenti, un invito: uscite di casa. ESISTE UN’ALTRA ITALIA. Loro non vogliono raccontarcela, ma c’è. Quello che viene rappresentato dai media è un tentativo disperato di tenere in vita un mondo che non c’è più.
OK Daniel, parlaci di quest’altra Italia…
Non è semplice parlarne. Ci vorrebbero ore. Ci vorrebbero centinaia di pagine, ore di video, migliaia di fotografie, mesi di incontri. E ancora non sarebbe abbastanza. Non so nemmeno se sia corretto chiamarla l’altra Italia. Forse è semplicemente l’Italia vera. Mentre quella raccontata dai media, fatta di decadenza, disperazione, mancanza di visione, autocommiserazione è la vera “altra Italia”. Io sono stato in giro sette mesi, ma avrei potuto stare in camper sette anni e ancora non avrei scalfito la quantità e la qualità delle esperienze che sono sorte e stanno sorgendo sui nostri territori. Ho visto veramente di tutto: persone in grado di rendere possibile l’impossibile, progetti di occupazione e integrazione in terre di mafia, progetti di agricoltura ed economia sostenibile fiorenti e visionari, relazioni, comunità che si muovono, solidarietà, accoglienza. Ho visto bambini cresciuti in modo eccezionale, in grado di essere saggi come un anziano, leggeri come un infante e liberi come un’animale selvatico. Ho visto modelli di alimentazione, cura, istruzione, completamente ignorati dai mass media. Ho anche visto una burocrazia che strozza e limita ogni spunto creativo, una presenza mafiosa soffocante e diffusa, uno Stato cieco che continua a violentare il territorio e un senso di solitudine che spesso contraddistingue chi si muove per il cambiamento. Credo, però, che questi siano gli ultimi colpi di coda di un mondo che sta per essere spazzato via.
CONTINUA

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